Sabato, come sempre, un sabato in Pediatria.
Inizia la solita processione dal Pronto Soccorso, una bronchite, due bronchiti, una polmonite vista ieri che ho tentato di curare a casa, una gastroenterite.
Una piccola lattante con serie difficoltà respiratorie che avrebbe potuto arrivare in ospedale uno o due giorni prima con grande beneficio per tutti, e infatti sono ancora qui alle due di notte a scrivere quello che è successo ieri mattina.
Non si fa in tempo e compilare le cartelle cliniche, terapia e via; le mamme per lo più sorridono, va ancora bene.
Per ora nessun malcontento che si lamenta che aspetta mezz’ora in quanto nel frattempo nasce un prematuro, facciamo un’ecografia e visitiamo il bambino che era arrivato prima e poi mi chiamano al telefono perché ne sono arrivati altri due in Pronto Soccorso e un’altra mamma vuole un consiglio telefonico perché il bambino ha mangiato cinquanta pastiglie di fluoro per la carie; ma dove le teneva?
E allora venga in Pronto Soccorso che intanto telefoniamo al Centro Antiveleni, tanto lo so che la dose non è tossica, ma la mamma che lascia in giro le pastiglie potrebbe anche aver sbagliato i conti, ma non può portarlo perché ne ha un altro di bambino e a chi lo lascia, ma non ci sono più le suocere?
E allora potrei richiamarla io dopo aver sentito il Centro Antiveleni?
Ma come? Cercano su internet come si cura la dermatite del culetto e non trovano il numero di un Centro Antiveleni? Io non li invidio quelli che devono rispondere al loro telefono… garantito al limone.
Rimango della mia idea che non dovrebbe essere obbligatorio mettere al modo figli e le automobili dovrebbero costruirle con i sedili non ribaltabili.
Eppure dalla pubblicità ammiccano bambini paffuti con madri sorridenti e padri disponibili, sempre in giro fra mulini bianchi, automobili tirate a lucido, biberon sterili e cielo sempre sereno.
Per fortuna ogni tanto piove e non mi rammarico troppo perchè ho pedalato solo quattro ore e camminato altre due dall’inizio dell’anno.
Forse dovrei fare le scale e non prendere sempre l’ascensore in ospedale.