Immagini catturate con lo scanner, con la fotocamera, con la sonda dell'ecografo, con il pensiero. Immagini che quasi sempre sono frutto della casualità e dell'intuizione.
28 aprile 2008
Nico e Maddy
Giornata cominciata male.
Strano, il lunedì solitamente sono di buon umore, invece oggi va tutto storto.
Il Pronto Soccorso manda su in reparto solo scemenze. Una varicella, un bambino che ha un foruncolo “sottopelle” e uno che ha vomitato il latte.
Cosa c’entra una varicella, un foruncolo e un vomito episodico? Non lo so; oggi si demanda tutto e tutto merita una visita in Pronto Soccorso ma soprattutto una valutazione specialistica.
Forse una varicella vista dal pediatra diventa una Varicella altrimenti sarebbe solo una varicella.
In amministrazione al terzo piano me la sbrigo più in fretta del previsto.
Poi mi ricordo che in reparto c’è Nicola con la sciura Roberta e il papà.
Sì, l’umore sta decisamente migliorando. Difficile resistere al sorriso della mamma Roberta e alla tranquillità rassicurante del papà di Nico.
Poi arriva anche Maddy, al secolo Maddalena Mamoli.
La sala giochi ha finalmente una padrona e anche il mio malumore si scioglie definitivamente.
Massì, non è poi male neanche questa Pediatria zoppicante.
26 aprile 2008
Odio e amo
Sulla maggior parte dei blog impazzano gli Odi et Amo. Bellissimi: tutti amano la sincerità e l’onestà; quasi tutti odiano la falsità e la disonestà.
Infatti le elezioni di 53 anni e due repubbliche l’hanno sempre dimostrato.
Allora provo a mia volta.
Odio:
Il processo stocastico.
L’approccio euristico.
Le meringhe.
Amo:
La decussazione piramidale.
La Golf.
Le aringhe.
E con questa mi sono allineato: anche il mio blog ha un Odi et Amo.
Infatti le elezioni di 53 anni e due repubbliche l’hanno sempre dimostrato.
Allora provo a mia volta.
Odio:
Il processo stocastico.
L’approccio euristico.
Le meringhe.
Amo:
La decussazione piramidale.
La Golf.
Le aringhe.
E con questa mi sono allineato: anche il mio blog ha un Odi et Amo.
20 aprile 2008
Elogio delle scale, ma solo in ospedale
Sabato, come sempre, un sabato in Pediatria.
Inizia la solita processione dal Pronto Soccorso, una bronchite, due bronchiti, una polmonite vista ieri che ho tentato di curare a casa, una gastroenterite.
Una piccola lattante con serie difficoltà respiratorie che avrebbe potuto arrivare in ospedale uno o due giorni prima con grande beneficio per tutti, e infatti sono ancora qui alle due di notte a scrivere quello che è successo ieri mattina.
Non si fa in tempo e compilare le cartelle cliniche, terapia e via; le mamme per lo più sorridono, va ancora bene.
Per ora nessun malcontento che si lamenta che aspetta mezz’ora in quanto nel frattempo nasce un prematuro, facciamo un’ecografia e visitiamo il bambino che era arrivato prima e poi mi chiamano al telefono perché ne sono arrivati altri due in Pronto Soccorso e un’altra mamma vuole un consiglio telefonico perché il bambino ha mangiato cinquanta pastiglie di fluoro per la carie; ma dove le teneva?
E allora venga in Pronto Soccorso che intanto telefoniamo al Centro Antiveleni, tanto lo so che la dose non è tossica, ma la mamma che lascia in giro le pastiglie potrebbe anche aver sbagliato i conti, ma non può portarlo perché ne ha un altro di bambino e a chi lo lascia, ma non ci sono più le suocere?
E allora potrei richiamarla io dopo aver sentito il Centro Antiveleni?
Ma come? Cercano su internet come si cura la dermatite del culetto e non trovano il numero di un Centro Antiveleni? Io non li invidio quelli che devono rispondere al loro telefono… garantito al limone.
Rimango della mia idea che non dovrebbe essere obbligatorio mettere al modo figli e le automobili dovrebbero costruirle con i sedili non ribaltabili.
Eppure dalla pubblicità ammiccano bambini paffuti con madri sorridenti e padri disponibili, sempre in giro fra mulini bianchi, automobili tirate a lucido, biberon sterili e cielo sempre sereno.
Per fortuna ogni tanto piove e non mi rammarico troppo perchè ho pedalato solo quattro ore e camminato altre due dall’inizio dell’anno.
Forse dovrei fare le scale e non prendere sempre l’ascensore in ospedale.
Inizia la solita processione dal Pronto Soccorso, una bronchite, due bronchiti, una polmonite vista ieri che ho tentato di curare a casa, una gastroenterite.
Una piccola lattante con serie difficoltà respiratorie che avrebbe potuto arrivare in ospedale uno o due giorni prima con grande beneficio per tutti, e infatti sono ancora qui alle due di notte a scrivere quello che è successo ieri mattina.
Non si fa in tempo e compilare le cartelle cliniche, terapia e via; le mamme per lo più sorridono, va ancora bene.
Per ora nessun malcontento che si lamenta che aspetta mezz’ora in quanto nel frattempo nasce un prematuro, facciamo un’ecografia e visitiamo il bambino che era arrivato prima e poi mi chiamano al telefono perché ne sono arrivati altri due in Pronto Soccorso e un’altra mamma vuole un consiglio telefonico perché il bambino ha mangiato cinquanta pastiglie di fluoro per la carie; ma dove le teneva?
E allora venga in Pronto Soccorso che intanto telefoniamo al Centro Antiveleni, tanto lo so che la dose non è tossica, ma la mamma che lascia in giro le pastiglie potrebbe anche aver sbagliato i conti, ma non può portarlo perché ne ha un altro di bambino e a chi lo lascia, ma non ci sono più le suocere?
E allora potrei richiamarla io dopo aver sentito il Centro Antiveleni?
Ma come? Cercano su internet come si cura la dermatite del culetto e non trovano il numero di un Centro Antiveleni? Io non li invidio quelli che devono rispondere al loro telefono… garantito al limone.
Rimango della mia idea che non dovrebbe essere obbligatorio mettere al modo figli e le automobili dovrebbero costruirle con i sedili non ribaltabili.
Eppure dalla pubblicità ammiccano bambini paffuti con madri sorridenti e padri disponibili, sempre in giro fra mulini bianchi, automobili tirate a lucido, biberon sterili e cielo sempre sereno.
Per fortuna ogni tanto piove e non mi rammarico troppo perchè ho pedalato solo quattro ore e camminato altre due dall’inizio dell’anno.
Forse dovrei fare le scale e non prendere sempre l’ascensore in ospedale.
12 aprile 2008
More solito
Solito week end in ospedale; speriamo sia uno degli ultimi.
E se non lo fosse lo diventerà per causa di forza maggiore.
Solito giro in reparto, dimissioni, processione dal Pronto Soccorso come se fosse il Corpus Domini; anzi siccome le processioni non le organizza più nessuno ecco che il Pronto Soccorso ne è diventato un buon sostituto.
Ieri è arrivata Sara, la famosa e piccola Sara che scrive sul blog!
Beh, è proprio come la immaginavo sostanzialmente.
Dovrebbe essere rimasta impressionata. Nel giro di dieci minuti ha conosciuto tre primari assortiti oltre a un urologo e due pediatri giovani, poi svariate infermiere, alcuni tentativi di fare il caffè, di cui solo il quarto è riuscito…
Noi abbiamo conosciuto solo suo marito.
Bene, buona domenica!
E se non lo fosse lo diventerà per causa di forza maggiore.
Solito giro in reparto, dimissioni, processione dal Pronto Soccorso come se fosse il Corpus Domini; anzi siccome le processioni non le organizza più nessuno ecco che il Pronto Soccorso ne è diventato un buon sostituto.
Ieri è arrivata Sara, la famosa e piccola Sara che scrive sul blog!
Beh, è proprio come la immaginavo sostanzialmente.
Dovrebbe essere rimasta impressionata. Nel giro di dieci minuti ha conosciuto tre primari assortiti oltre a un urologo e due pediatri giovani, poi svariate infermiere, alcuni tentativi di fare il caffè, di cui solo il quarto è riuscito…
Noi abbiamo conosciuto solo suo marito.
Bene, buona domenica!
07 aprile 2008
Addio, sciura Bruna
Pensò: che confusione! Ma era già, eterno e ineffabile, il pensiero della mente in cui la sua si era sciolta.
(L. Sciascia)
Addio, sciura Bruna,
non so piangere al momento giusto, scusami.
Anche tu non sapevi piangere e ridere al momento giusto.
Per questo eravamo amici, di un'amicizia che non è quella fra genero e suocera.
Adesso non puoi più attaccare briga con il sciur Peppino e neppure con Laura.
Io continuerò in sordina a prenderti in giro perchè non so piangere al momento giusto ma ti ho voluto sempre bene.
Aspettavamo il momento per un nuovo viaggio; avevo scelto la Camargue. Tu ora puoi andarci quando vuoi.
E so quale è stato il tuo ultimo pensiero: che confusione!
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