31 dicembre 2009

Elogio del Lago



Capodanno, tempo di bilanci.
Si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto; cercherò di vederlo mezzo pieno.
E’ il primo capodanno che trascorro sul lago, a parte i capodanni trascorsi in ospedale, neppure tanti.
C’è la tristezza di non trascorrere il capodanno nella casa dove sono nato, troppo grande e fredda, dove non c’è più nessuno di chi mi aveva fatto crescere.
Ma c’è la grande serenità di trascorrere il capodanno su questo lago da dove la mia famiglia era partita tanti anni or sono e dove sono ritornato.
Sin dai primi mesi non mi sono mai sentito un estraneo.

Nelle strade e nei negozi di questi paesi mi sono sentito accettato, benvoluto e apprezzato come non era mai successo.
Ho cercato di impegnarmi per quanto possibile anche negli altri ospedali, a Verona, a Lecco, a Morbegno, a Sondrio e a Genova.
Qui, in questo; il più piccolo dei miei ospedali, credo di avere dato molto.
Da questa gente del lago, per la prima volta, ho ricevuto molto di più di quello che ho cercato di dare.
Il bilancio è positivo. Nonostante tutto il bicchiere è mezzo pieno.
Speriamo di non deludere questa gente del lago, con l'aiuto di Dio, ancora per qualche anno.

21 dicembre 2009

Freccia Rossa

Interrompo la cronaca del viaggio in Germania per proporre la mia ultima avventura.
Sono stato uno dei tanti viaggiatori intrappolati nel Freccia Rossa n. 9527 del 19 dicembre.
Il nostro convoglio, partito da Milano con 40 minuti di ritardo, si è bloccato poco prima di Parma in aperta campagna.
Dopo circa 4 ore siamo arrivati a Bologna, spinti dal treno che ci seguiva ovvero trainati da una locomotiva di soccorso, le versioni sono discordanti.
Dopo un trasbordo su un altro Freccia Rossa in ritardo siamo ripartiti alla volta di Firenze, dove siamo giunti alle 0.30 circa del 20 dicembre, dopo una sosta imprevista a Rifredi per un “controllo tecnico”.
Il ritardo è stato di oltre 6 ore.
L’unico locale aperto in stazione era sfortunatamente un McDonald dove sono stato trattato con grande simpatia dai ragazzi in servizio, fortunatamente extra-comunitari.
Nulla da eccepire sul guasto, verosimilmente imprevedibile e non certo imputabile, spero, a 5 cm di neve o a qualche grado sotto lo zero.
Nulla da eccepire sul prezzo, 52 euro, moneta in corso legale: in questo caso il bischero son stato io, ma forse mi rimborseranno; comunque, per inciso, avrei dovuto arrivare a Siena in serata e l’ultimo treno era partito da Firenze alle 23.10.
Quello veramente deprecabile e imperdonabile è stato il comportamento del personale viaggiante. Ermetici, evasivi o maleducati, i conduttori in servizio ci hanno negato ogni informazione plausibile e tempestiva su quanto ci andava succedendo..
Nessuno è intervenuto quando alcuni passeggeri della vettura 10, certamente esasperati, si sono messi a fumare in barba ai divieti e alle rimostranze di altri compagni di viaggio.
In conclusione, per dirla come la bonanima di mia nonna toscana: “ma a ‘hi ‘azzo vorrebbero fare ‘oncorrenza ‘sti bischeri?”
Forse vogliono fare concorrenza a Ryanair, che allo stesso prezzo trasporta due persone, andata e ritorno, da Milano a Roma. Però su un Airbus.

15 dicembre 2009

Secondo giorno in Germania



7 dicembre - L’albergo è tranquillo e silenzioso, anche se non è un quattro stelle; la prima colazione è ottima e abbondante.
Come sempre i miei mediterranei compagni di viaggio Laura di Antonio e Antonio si meravigliano o fingono di meravigliarsi per la mia entusiastica adesione alla teutonica colazione con salumi, formaggi, caffè lungo e cereali.
Fanno eccezione Laura, rigorosamente a dieta e il piccolo Marco. Marco non mangia niente secondo sua madre e quindi mangiucchia tutto il santo giorno spronato e istigato dai genitori che si alternano nel compito ingrato incitandosi a vicenda.
Naturalmente durante i pasti canonici preferisce dedicarsi all’intrattenimento degli ospiti bruciacchiando bocconi di prosciutto sulle candele del centro-tavola.
Dedichiamo la mattina alla visita dell’isola di Reichenau. Il mio amico Ulrich aveva caldeggiato già da anni un giro in bicicletta da queste parti.
L’isola infatti è molto romantica; nella frazione di Oberzell ci fermiamo a visitare la chiesa romanica di S. Giorgio.

Di fronte alla chiesa c’è un’invitante pasticceria e Antonio cerca di convincere il piccolo Marco a scegliersi un dolce, anche se il piccolo aveva altre intenzioni. Escono trionfanti con un babbo natale di marzapane che verrà mutilato orrendamente senza essere mangiato.
Proseguiamo sino a Niederzell dove ci aspetta un altro capolavoro dell’architettura romanica: la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, con abside affrescata pregevolmente.

Marco ora è alle prese con pane e nutella.
A mezzogiorno ripieghiamo sulla birreria “Turm” poco distante dal porto di Konstanz.
Menu spartano, servito con lentezza esasperante, e birra eccellente, di marca "Ruppaner".
Il pomeriggio dovrebbe essere dedicato al museo Zeppelin a Friedrichshafen, sull’altra sponda del lago, che raggiungiamo con un grande, moderno, rapido ed economico traghetto. Purtroppo avevamo fatto in conti senza l’oste e anche in Germania i musei sono chiusi al lunedì.
Non ci resta che finire la serata dapprima alle terme e poi in un’altra birreria l’Hafenhalle, dietro la stazione ferroviaria.

12 dicembre 2009

Altri tre giorni in Germania; questo è il primo.



Il ponte dell’Immacolata si presentava sotto i peggiori auspici meteo. Pioggia su tutt’Europa e neve sui duemila metri.
Si era deciso di lasciar perdere i mercatini di Natale e di trascorrere tre giorni al caldo con qualche bel libro.
Ma il diavolo fa la pentole e non i coperchi sicchè Antonio Laura e il piccolo Marco ci hanno trascinato ad uscire dalla tana alla ricerca dei fatidici mercatini.
La decisione, presa poche ore prima dell’inizio del ponte di fine settimana, ci precludeva ogni meta italiana, e in fondo anche il buon senso.
Dopo febbrile consultazione del web abbiamo deciso per Konstanz, in italiano Costanza, sull’omonimo lago che invece Tedeschi, Svizzeri e Austriaci chiamano Bodensee.

Detto e fatto, il TomTom ci suggeriva il passo dello Spluga, chiuso da metri di neve, abbiamo valicato lo spartiacque al passo del Julier e per le 13 di domenica 6 dicembre ci siamo trovati al mercatino che guarda il porto di Costanza, sotto una pioggerellina di stile irlandese.
I mercatini purtroppo seguono le mode anche in Germania e, a parte qualche spunto originale, si nuota nella paccottiglia e nel vin brulè, che qui chiamano gluwein.
Fortunatamente dopo un sonnellino nell’albergo faticosamente guadagnato navigando nel web ci rifugiamo nella Brauhaus Joh. Albrecht.

Il menu non ci sembra entusiasmante, ma non abbiamo camminato molto e non abbiamo pedalato come ci capita d’estate quindi non siamo particolarmente affamati. In compenso l’offerta di birre si dipana su una chiara, che qui si chiama Messing, una doppio malto scura, la Kupfer, e infine una weissen, chiamata solo Weizenbier.
Personalmente decido di annegare la tensione delle ultime settimane di lavoro in due dignitose Kupfer che si accompagnano a un saporito stinco di porco prima di rifugiarmi sotto il piumone ristoratore e anallergico.

05 dicembre 2009

Ristorante Santo Stefano a Lenno

More about Osterie d'Italia 2010
Seguendo la fedele guida alle osterie d’Italia di Slow Food, di cui mi era arrivata nei giorni scorsi l’ultima edizione, il primo dicembre ci siamo spinti fino a Lenno.
Locale suggestivo, vera osteria del secolo scorso, con qualche indulgenza kitsch sullo sfondo ma sostanzialmente autentica.
L’antipasto è superbo, terrina di trota, con sapore del lago.
Primi raffinati, anche se un po’ distanti dalla tradizione: strozzapreti con anguilla affumicata e ravioli di pesce di lago con gamberi d’acqua dolce e radicchio.
Il secondo non è all’altezza: lavarello fritto, ben spinato ma presentato senza contorno; un po’ da trattoria dei pescatori negli anni ’60…
Sul dolce non mi esprimo; per insipienza non ho assaggiato la “miascia” per preferire un”bunet”; che dire? Il Piemonte è lontano, avrei dovuto restare con i piedi nel mio lago.
Voto complessivo per me: 75/100.