17 giugno 2007

Ritorno da Sarajevo


Dopo un viaggio del genere, il primo di questo genere da dieci anni a questa parte per me, c’è il rischio di cadere nella retorica, nello scontato, nel patetico o nel luogo comune.
Ovviamente sono abituato al contatto con la sofferenza, ma in questo caso si aggiunge la consapevolezza di aver sprecato del tempo e di essermi nascosto per anni la realtà.
Ho toccato con mano l’indifferenza e la malafede di gran parte dell’umanità.
Ho conosciuto nuovi amici che da anni si dedicano con grande umiltà a riscattare l’indifferenza.

Ho scoperto che c’è un mondo diverso, c’è un altro pianeta minore, dove lavorare ha un valore diverso.
La differenza più grande con la sanità italiana è un grande rispetto per il medico, anche e soprattutto quando lavora gratuitamente.
Per ora è stato un viaggio alla ricerca di me stesso e, forse, di Dio.
Ritornerò certamente in questa terra, forse andrò anche più lontano.


Nessun commento: