05 gennaio 2010

Birrificio Doppio Malto - Erba

Pur essendo a pochi passi sostanzialmente da Lecco, trovare il birrificio è stata un po’ un’avventura.
Cominciamo a dire che si trova sulla strada “Vallassina”, ma la chiamano Via Milano; logico che il fido TomTom mi abbia portato per ben due volte verso la stazione ferroviaria di Erba.
Dopo aver sopperito con il buonsenso, cioè aver percorso Via Milano in senso inverso e ben oltre dove avrebbe cambiato nome, sono approdato al mitico birrificio verso le 14 di alcuni giorni or sono per scoprire che durante le festività natalizie il locale sarebbe stato aperto solo alla sera.

I due tentativi di contattare il locale telefonicamente cercando di superare la barriera di un disco risponditore sono stati premiati. Una voce amica, ancorchè maschile, mi ha richiamato dopo qualche minuto per offrire aiuto, orari e cortesia.
Con questa carta di presentazione siamo tornati la sera successiva.
L'ambiente è giovane, un po’ decentrato, e molto accattivante. Le caldaie di rame, dietro un grande vetrata, tolgono ogni dubbio sulla vocazione del locale.
All’ingresso, gremito di giovani, si è accolti con grande cordialità; un valore aggiunto è la possibilità di far entrare anche gli amici a quattro zampe. C’è qualcosa che ricorda i locali degli “States”, ma qui è tutto molto più luminoso.
Al piano superiore i giovani lasciano il posto anche a famigliole e coppie mature. Al tavolo servono giovani, quasi tutti studenti universitari, molto cordiali, sorridenti, addirittura premurosi.
Menu molto variato; pizze oneste; carni buone anche se non eccelse forse per contenere i prezzi entro una fascia accessibile a tutti.
Anche dalla carta del menu si capisce che gli States non sono molto lontani e infatti occhieggia qualche piatto di cucina Cajun.
La scelta e la qualità delle birre sono entusiasmanti. “I nomi delle birre sono per la maggior parte ispirati ai materiali presenti nel birrificio e nel locale di mescita: il rovere, il mogano, l’ottone, la pietra…”(Guida alle birre d’Italia 2009-2010, Slow Food Editore).

Mi sono limitato ad assaggiarne due per ora: la Old Jack e la Mahogany.
La prima è una English & Scottish Strong Ale nera come il caffè. Le schiuma è fine e persistente, l’aroma di malto e, appunto, di caffè. Al palato il malto tostato cede al caffè, prosegue con note di luppolo per chiudersi su un amaro armonioso.
La Mahogany è la miglior Indian Pale Ale che io abbia assaggiato sin’ora. Schiuma abbondante, beige su un colore di mogano chiaro, come il nome infatti suggerisce. L’aroma è di luppolo e fruttato. In bocca il dolce da' suggestione netta di pompelmo che segue con altri agrumi per chiudersi su un amaro dove persiste ancora il pompelmo e si mescola a sapori di luppolo nobile.

Voti: per le birre 9.5, l'ambiente 9, la cucina 7; media circa 8.5/10; ci sarà da tornare e probabilmente il punteggio sarà più alto.

6 commenti:

Costanza ha detto...

Insomma ormai sei proprio un intenditore di birre, date le descrizioni così precise e professionali!!
Una volta potremmo andare insieme a Erba, così non vi perdete!!
kisses

Anonimo ha detto...

...ecco la solita rompiscatole: ma dopo due birrette come te la cavi coi test alcolici della polstrada??
Io ormai non bevo che acqua se devo guidare: quelli sequestrano auto e ritirano patenti!
Ercolina incuriosita

ecografista ha detto...

Basta portarsi qualcuno di astemio oppure a dieta e il problema è risolto... solito abbraccio

Unknown ha detto...

bella recensione: trovo sempre spunti utili sul tuo blog!
Buon anno!

ecografista ha detto...

Oh, buon anno Chiara! Ma da quando sono a Gravedona non ti sei più fatta vedere...

Unknown ha detto...

Hai ragione! Il fatto è che, per combattere la crisi e la conseguente probabile disoccupazione mi sono iscritta ad un master e mi sono presa un secondo lavoro. Risultato: pochissimo tempo per la bici, le escursioni, le gozzovigliate, tutte quelle cose per cui tu sei il mio punto di riferimento assoluto.
Ma col 2010 le cose miglioreranno!
E' una promessa che faccio soprattutto a me stessa...