Da almeno una decina d’anni mi suggerivano una tappa in questo ristorante e finalmente l’occasione si è presentata.
Non l’ho trovato sulla gialla Slow Food, ma alla porta d’ingresso c’è l’adesivo della rossa Michelin, che per me non è un valore aggiunto, anzi.
Ma entrando tutto cambia.
Chi ha arredato la sala ha coniugato spientemente rustico, eleganza e buon gusto. La cosa che colpisce è l’affabilità e la cortesia delle sorelle che animano la sala.
Una cortesia d’altri tempi, senza mai essere invadente nè ostentata.
La carta propone piatti assolutamente tradizionali e semplici, rivisitati alla ricerca di accoppiamenti di sapore sapienti.
Quindi “scapinasc”, peraltro unico piatto originale della Valsassina, e tagliatelle curatissimi ed equilibrati.
Pochi secondi di carne dalla qualità eccezionale e che denota una scelta sicura delle materie prime.
Dolci tradizionali, rivisitati negli ingredienti per migliorarne l’equilibrio: eccezionale la cassata al cocco e la semplice ma leggerissima bavarese con sciroppo d’acero.
Carta dei vini buona, con scelte sicure.
Purtroppo mi toccava guidare ma ho sbirciato i distillati per scoprire una bella offerta di grappe, liquori fatti in casa e torbati non banali.
Voti: cucina 9/10; cantina 8/10; servizio 10/10 (e lode) - http://www.dagigicrandola.it/ita/default.aspx
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