31 ottobre 2012

Sua generosa coscienza



Volo AZ2140 Catania Milano – La vedo mentre aspetto pigramente che annuncino l’inizio dell’imbarco in ritardo.
E’ piacente, forse non bellissima, forse un tantino provocante.
La gonna è lasciata negligentemente al suo destino a far immaginare quanto la natura sia stata indulgente con lei.
Parla concitata dentro un Iphone, una telefonata dietro l’altra.
Finalmente ci imbarchiamo, con una mezzoraccia di ritardo. Dopo aver sistemato l’ecografo pesantissimo, due giacche e un gilet in previsione del ritorno nel gelido nord me la ritrovo di fianco, aisle seat, mentre io per antica tradizione scelgo sempre un posto al finestrino.
L’attesa del decollo è ormai breve, ma c’è chi armeggia con l’aria condizionata, chi sonnecchia, chi tenta uno scambio di cortesie con il vicino, chi si lamenta del caldo o del freddo, sono quelli che si lamentano sempre.
Quasi tutti ora dedicano un momento al tablet o al cellulare: l’ultimo sms, l’ultima telefonata; in fondo il sogno di Icaro che si rinnova regala ancora qualche emozione anche al più scafato frequent flyer.
La nostra signora non fa eccezione e con l’Iphone inizia una bella chiacchierata ad alta voce. La parola che ricorre ogni tre è amore mio e una voce virile pare farle da contrappunto dall’altra parte.
Racconta che si è trattato di una cosa molto bella, anzi, splendida e infine fantastica, amore mio, lo sai che ti amo...
Penso con una punta di inconscia invidia alla fortuna dell’uomo dall’altra parte.
Chiude la telefonata e il tempo stringe, ma forse per un' ultima chiamata c’è ancora qualche minuto.
E infatti sua coscienza (riferito al terzo superiore dell’arto inferiore) riprende l’Iphone e si butta in un’altra chiamata.
Qualcosa è dissonante perchè riprende la solfa dell’amore mio, sai che fra qualche ora ci rivedremo, sai che ti amo, amore mio bello...
Mah, qualcosa non torna, ma forse questo è il piccolino che è rimasto con la nonna.
Lo steward la richiama al dovere e prosegue lungo il corridoio.
La nostra chiude precipitosamente e richiama.
Questa volta è il piccolo mio, sai che mamma arriva oggi, amore mio, sai che ti amo vita mia...
Chiudo l’Ipad, diligente, mentre il sibilo dei turbofans assorda e l’Airbus si lancia sopra Misterbianco, e poi Pedara, e poi Bronte e poi l’Etna, e poi le Eolie, e poi il mare, poi il sole rosso si addormenta dietro la Corsica mentre il cielo gelido della Lombardia si avvicina. 

22 ottobre 2012

L’insostenibile leggerezza dell’ essere... una ruota di scorta.



Ho un amico gommista, Luciano, per gli amici Lucio. Quando capito in officina mi ricorda che la ruota più importante è quella di scorta, quella che tutti lasciano in fondo al bagagliaio ma che poi, in caso di necessità diventa un’ancora di salvezza.
Isola della Giraglia e faro
Così noi lavoriamo nella nostra piccola Pediatria, buona per i problemi di tutti i giorni, buona per chi viene dal Marocco e dalla Romania.
Nessuno è profeta in patria e quindi noi facciamo ecografie per la gente di Bormio, Sondalo, Livigno e Chiavenna, mentre quelli del luogo preferiscono andare a Como.
O a Lecco, però lì si fa la coda, quindi...
Qualche Pediatra di Famiglia o di libera e corsara professione guarda con sufficienza alla nostra piccola pediatria di primo livello.
Poi arriva la notte.
Allora anche la nostra pediatria di trincea brilla come il faro della Giraglia a settentrione di Macinaggio per annunziare l’isola di Corsica e la rassicurante bonaccia sotto costa mentre la nave bordeggia placata verso il mattiniero approdo.
Poi la mattina la sarabanda riprende e il faro inutile si spegne sullo scoglio.
Al sabato e alla domenica torniamo ad essere il porto sicuro, dove le mamme approdano dopo viaggi in ambasce per l’assenza del pediatra di fiducia.
E le telefonate fioccano.
-      - Dottore dopo aver cambiato il latte il bambino vomita.
-      - Ma chi le ha detto di cambiarlo?
-      - Il dottor Merlino da Poggiorusco!
-      - E perchè non gli telefona?
-      - Ma non si può... è sabato... lui visita solo privatamente.
-      - E allora va bene anche la ruota di scorta?
-      - Come scusi?
-      - Allora rompe i coglioni a noi?
-      - Ma come si permette? Noi paghiamo le tasse! Io la denuncio!
-      - Ah, va bene, mi scusi, da lunedì riapre il gommista.
-      - Come scusi?
-      - No, no, niente, venga pure, però passi in Pronto Soccorso, che siam qui ad aspettare.

18 ottobre 2012

Nonna Maria



Oggi sarebbero 99 anni, un traguardo che sembrava ieri potessi raggiungere con la tua inesauriile vitalità.
In famiglia, da molto anni eri la Nonna Maria, il nonno a volte ti chiamava Mariola, in paese ti chiamavano affettuosamente Mariulin, per tanti ancora adesso sei rispettosamente la Sciura Maestra e io sono famoso perchè sono tuo figlio.
Per me, anche se ho vissuto sempre lontano, sei stata la Mamma. Siamo rimasti soli insieme solo nel tuo ultimo mese e non credo di avere sofferto mai così tanto.
Ma oggi sarebbe stato il tuo compleanno. Dovunque tu sia auguri!
E chiamami presto, questo mondo mi è sempre più stretto.

04 ottobre 2012

Sempre viaggiare


Attraversiamo l'Italia con questa Smart dalle rive del Lago a quelle del Tirreno a Napoli. Sono sfilate Milano, Lodi, Piacenza, Parma, mentre i cellulari squillano, cantano, squittiscono e continuo a seguire febbri, tossi e casi clinici. A destra si alternano i campi della bassa, gli stabilimenti di cucine, pasta Barilla e marcite, a sinistra corre l'alta velocità e le Frecce Rosse si rincorrono.
Bologna sfila fra cantieri autostradali. Passiamo l'Appennino e facciamo rapida sosta pranzo in autogrill a Firenze. Carlo sembra nato con il volante e non sente sonno nè stanchezza. Il sole sta ora alla nostra destra, come la fedele linea Tav. Le dolci colline toscane sfumano nelle più ripide umbre. Dopo l'Arno incrociamo il Tevere ad Orvieto mentre sfla veloce il nuovo Italo in livrea rosso sangue di bue. 
Dopo Roma il sole si abbassa, la luce prende tinte più calde e le colline si illuminano di sole al tramonto. Il crepuscolo scende improvviso a Teano ed entriamo nel porto di Napoli che fa buio.
Perdiamo un po'' di tempo nel traffico di Napoli e altro tempo trascorre per far inghiottire golosamente la Smart alla motonave Partenope, che salpa sontuosa con partenopeo ritardo un po' dopo le 21. 
Prima che lo spartano self service chiuda chiudiamo la serata con una fondina di robusti e proletari fagioli e scarola, ce li "caliamo" sfilando davanti a Salerno, scintillante e pallida nella serata di luna piena.

02 ottobre 2012

Domani si parte

Partenza all'alba per il profondo sud.
Non sarà il solito viaggio da Malpensa a Fontanarossa. Non ci sarà l'emozione, ancora nuova ogni volta di veder sorgere le Eolie dalla foschìa dell'alba in attesa della virata su Milazzo, della comparsa dell'Etna, dello Jonio all'orizzonte su cui si stende pigra Catania, presto brulicante di vita.
Domani partiamo in auto, con Carlo, compagno di viaggio e anfitrione dei miei ultimi soggiorni siciliani.
Attraverseremo l'Italia fino a Napoli per imbarcarci e raggiungere la meta all'alba di giovedì.
C'è un'automobile, una Smart, da riportare in Sicilia e abbiamo deciso di condividere l'avventura, quasi una nuova spedizione dei mille attraverso l'Italia del 21° secolo.
Sarà un giorno memorabile.