Volo AZ2140 Catania Milano – La vedo mentre aspetto
pigramente che annuncino l’inizio dell’imbarco in ritardo.
E’ piacente, forse non bellissima, forse un
tantino provocante.
La gonna è lasciata negligentemente al suo destino
a far immaginare quanto la natura sia stata indulgente con lei.
Parla concitata dentro un Iphone, una telefonata
dietro l’altra.
Finalmente ci imbarchiamo, con una mezzoraccia di
ritardo. Dopo aver sistemato l’ecografo pesantissimo, due giacche e un gilet in
previsione del ritorno nel gelido nord me la ritrovo di fianco, aisle seat,
mentre io per antica tradizione scelgo sempre un posto al finestrino.
L’attesa del decollo è ormai breve, ma c’è chi
armeggia con l’aria condizionata, chi sonnecchia, chi tenta uno scambio di
cortesie con il vicino, chi si lamenta del caldo o del freddo, sono quelli che
si lamentano sempre.
Quasi tutti ora dedicano un momento al tablet o al
cellulare: l’ultimo sms, l’ultima telefonata; in fondo il sogno di Icaro che si
rinnova regala ancora qualche emozione anche al più scafato frequent flyer.
La nostra signora non fa eccezione e con l’Iphone
inizia una bella chiacchierata ad alta voce. La parola che ricorre ogni tre è amore
mio e una voce virile pare farle da contrappunto dall’altra parte.
Racconta che si è trattato di una cosa molto bella,
anzi, splendida e infine fantastica, amore mio, lo sai che ti amo...
Penso con una punta di inconscia invidia alla
fortuna dell’uomo dall’altra parte.
Chiude la telefonata e il tempo stringe, ma forse
per un' ultima chiamata c’è ancora qualche minuto.
E infatti sua coscienza (riferito al terzo
superiore dell’arto inferiore) riprende l’Iphone e si butta in un’altra chiamata.
Qualcosa è dissonante perchè riprende la solfa dell’amore
mio, sai che fra qualche ora ci rivedremo, sai che ti amo, amore mio bello...
Mah, qualcosa non torna, ma forse questo è il
piccolino che è rimasto con la nonna.
Lo steward la richiama al dovere e prosegue lungo
il corridoio.
La nostra chiude precipitosamente e richiama.
Questa volta è il piccolo mio, sai che mamma arriva
oggi, amore mio, sai che ti amo vita mia...
Chiudo l’Ipad, diligente, mentre il sibilo dei
turbofans assorda e l’Airbus si lancia sopra Misterbianco, e poi Pedara, e poi
Bronte e poi l’Etna, e poi le Eolie, e poi il mare, poi il sole rosso si
addormenta dietro la Corsica mentre il cielo gelido della Lombardia si avvicina.