29 settembre 2013

La Via dei Terrazzamenti, Renato, Morbegno e Ardenno




Il ponte di Ganda a Morbegno
Tutto è iniziato con Renato. Renato è un compagno di scuola che incrocia spesso la mia strada. Ha fatto tante cose, ha diretto una Scuola Alberghiera, ci ha insegnato, ha scritto libri, ha fatto l'assessore nel Comune di Talamona.
Ha speso gran parte delle sue risorse ad amare e valorizzare la sua terra.
Ogni tanto mi manda messaggi sibillini o intriganti.
L'ultimo, attraverso Facebook, mi invitava a conoscere la “Via dei Terrazzamenti”.
Si tratta di un progetto ambizioso: tracciare e segnalare un percorso di trekking a piedi o in bicicletta attraverso le “Terrazze Retiche” vale a dire i terrazzamenti su cui i Valtellinesi hanno curato le vigne nel corso dei secoli, traendone il vino per cui vanno fieri e famosi.
Non si può dire che il progetto non sia degno di menzione, anzi, per la prima volta vedo un impegno disinteressato per la valorizzazione di questo tormentato territorio, abitato da genti fiere, testarde, e anche un po' autoreferenziali.
Ho visto la traccia (http://viadeiterrazzamenti.distrettoculturalevaltellina.mobi/) e ho pensato di iniziare il percorso.
Rispetto alla traccia pubblicata ho introdotto delle varianti più adatte ad essere percorse a piedi.
La prima tappa va da Morbegno ad Ardenno. Vedremo quando riuscirò a proseguire con le tappe successive.
Il percorso è lungo km 13.470, il dislivello in salita è di circa 450 metri e il tempo di percorrenza di circa 4 ore.
Ho deciso di partire dalla stazione di Morbegno.
Il sentiero si inerpica deciso
Ogni volta è una pena infinita vedere questo fabbricato lasciato a stesso, eppure attorno a questa stazione è cresciuta gran parte della cittadina nell'ultimo secolo.
Pressoché dismessa dalle Ferrovie dello Stato, che ora hanno diversi nomi, ospita una piccola e tetra biglietteria e un triste caffè/edicola.
Potrebbe essere il luogo ideale per un Ufficio del Turismo, come in qualche stazioncina sul lago, invece no.
Usciti dalla stazione ci si dirige a sinistra sino a un sottopassaggio che attraversa il fascio dei binari. Siamo in via Bottà, nome di una popolare contrada morbegnese e la percorriamo tutta sino a raggiungere il fiume Adda.
A destra incombe la mole delPonte di Ganda”, simbolo di Morbegno.
Attraversiamo il cinquecentesco ponte in pietra e ci troviamo alla base dellaCostiera dei Cech”.
E' controversa l'origine di questo nome che definisce la costiera meridionale delle Alpi Retiche Valtellinesi.
Una delle più accreditate fa risalire questo nome ai tempi dell'ultima guerra di religione, fra Riforma e Controriforma, per definire gli abitanti della costiera ciechi alla vera fede.
Che poi non si sa bene quale fosse, visto che ci fu una migrazione massiccia di Cattolici verso Roma e unapulizia etnicadei Protestanti.
Morbegno e la Valle del Bitto
Noi comunque viviamo in tempi di relativa pace e attraversiamo il ponte.
Giriamo subito a sinistra e dopo poche decine di metri imbocchiamo una scalinata che sale apparentemente verso alcune case sovrastanti.
Le oltrepassiamo e il sentiero si inerpica deciso fra le vigne terrazzate.
Oltrepassiamo diverse case, alcune abbandonate.
Queste erano le residenze invernali di chi viveva nei paesi sovrastanti; alcune hanno la facciata verso valle intonacata con audaci colori pastello, azzurro, rosa, giallo...
Dopo aver lambito la piccola frazione di S. Bello raggiungiamo e attraversiamo la strada asfaltata che sale a Dazio.
Si continua a salire, in modo piuttosto deciso, fino a raggiungere la Chiesa della frazione di S. Croce.
A questo punto di piega a destra lungo una strada asfaltata e la vista si apre su Morbegno e sulla Valgerola che ci fronteggia dal versante orobico.
Seguiamo l'indicazione per la contrada Selvapiana che si attraversa fra prati, vigneti, alberi da frutta e case ristrutturate in modo pacchiano, ma questa è la caratteristica di tutta la montagna valtellinese.
La passerella sospesa sul Màsino
Verso la fine della contrada prendiamo un piccolo sentiero che si inoltra nei boschi di castagne.
Passiamo sopra all'agriturismoLa pecora nerache meriterebbe una sosta e proseguiamo nel bosco sino alla contrada di Cerido.
Dopo un breve tratto asfaltato il sentiero riprende a destra.
Ancora qualche centinaio di metri e a una santella svoltiamo a sinistra; la strada si inerpica decisa in un insolito bosco di querce.
Arriviamo in prossimità di Serone, frazione capoluogo del comune di Civo e un'altra santella segna un ponticello attraverso un ruscello.
Inizia la discesa su Dazio, paesotto ancora molto abitato, che attraversiamo verso sinistra sino a raggiungere la strada provinciale.
Imbocchiamo la stradina asfaltata che porta alla frazione di Regolido, al primo bivio teniamo sulla destra se non si vuole visitare il paesino e dopo qualche centinaio di metri inizia la lenta discesa su Ardenno.
Di fronte, sull'altro versante della Valle del Masino vediamo la frazione di Biolo, poi la strada, a volte invasa da massi e tronchi franati a valle, scende dapprima dolcemente e poi decisamente sino al fondovalle.
Il torrente Masino si attraversa su una suggestiva passerella sospesa e al di ci aspettano le prima case di Ardenno, qui siamo infatti nella contrada Masino.
Attraversiamo i campi in direzione del campo sportivo, di cui si vedono i tralicci per l' illuminazione notturna, passiamo davanti al camposanto e dopo qualche centinaio di metri incrociamo la Via Libertà che porta verso la stazione ferroviaria o meglio di quello che resta.
Non ci rimane che aspettare un (lurido) treno locale per Morbegno dove arriveremo in 7-8 minuti.
La traccia (Garmin 705 + Google Earth)

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