Il papà è cicciottello, e anche la mamma; in compenso il
bimbo è magrolino. Salgono dal Pronto Soccorso, codice verde: “urgenza
differibile”, beh, non è da prendere sotto gamba.
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Buongiorno, che succede signori?
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Ah, dottore, il bambino piange da alcune ore e
ha la lingua bianca.
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Ah sì? Ha
febbre?
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No, non ha febbre ma piange da molte ore…
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Ma ora non piange!
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Eh, dottore avrà paura.
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Ok, lo spogli pure.
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Ma è freddo!
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Veda lei, ve vuole glielo visito, altrimenti
rimanga pure qui, l’infermiera ha da fare e io scendo a bere un caffè.
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No, no, glielo spoglio.
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Il papà inizia
togliersi il pastrano, la mamma si tiene il parka.
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Apri la bocca!
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Aprilabboccaedescilalligua, hai sentito il
dottore?
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Piano, adesso prendo l’abbassalingua.
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Hai sentito? Aprilabboccaedescilalligua a papà,
altrimenti prende il bastoncino!
Il papà afferra la testa del piccolo e abbassa la mandibola,
poi si china a guardare, trionfante. Io rimango con l’abbassalinga e la torcia
in mano. Aspetto e trascorrono trenta secondi, lentamente.
Il papà solleva lo sguardo, mi guarda e mi chiede con gli
occhi.
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Beh, guardi lei, a questo punto, poi mi
racconta…
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Ah, scusi dottore, prego…
Il bimbo ha la gola rosea e la lingua bianca di chi mangia
solo trojate.
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La cacca la fa regolarmente?
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Si, una/due volte alla settimana; di più non
vuole.
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Bene, adesso vada pure un po’ in sala giochi,
così magari riprende a piangere e ci ragioniamo.
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Ma non facciamo gli esami del sangue?
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Ma a chi?
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Al bambino…
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E perché?
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Perché piange e ha la lingua bianca.
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Beh, sì, va bene, però se avesse la polmonite
facciamo anche l’emodialisi.
Finalmente il papà sorride; la mamma stringe il parka sulle
sue forme ubertose e guarda di sottecchi, seria.
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Lei dottore dice che siamo un po’ ansiosi?