Dopo le disavventure dell’ultima volta, patite solo ed esclusivamente per causa della mia distrazione, abbiamo rifatto la pace con le trattorie di Siena.
Ma torniamo un attimo indietro; l’ultima volta a Siena c’era anche il Sciur Peppino. Nella fretta di partire avevo dimenticato la fidata guida Slow Food.
Avevo vicariato temerariamente con una guida Routard da Feltrinelli e mal me ne incolse. In tre successivi locali avevo rimediato due fregature e un battibecco.
Quindi questa volta, buttata al macero la guida Routard con la speranza che nel riciclo si salvino almeno due pioppi, sono tornato alla gialla e fidata guida Slow Food.
Così siamo finiti nella Grotta di S. Caterina a Siena, da “Bagoga”, al secolo Pierino Fagnani, che era un fantino del Palio.
La cena è simpatica e di ottimo livello. Il collo ripieno e il “tonno” dei colli senesi sono un antipasto superbo. La qualità scende un po’ con la ribollita, un po’ troppo classica, come di chi è troppo sicuro di sé, ma la bandiera viene tenuta alta dai tortelli di patate in salsa rosa. Onesti secondi di carne, come ci si attende dovunque in Toscana e dolci da manuale.
Dovendo guidare al ritorno nessuno ha esagerato sui vini, eccellenti e a prezzi onesti, a patto di non chiedere la luna, che c’è pure quella, come il Brunello, e viene fatta giustamente pagare.
Bagoga sta in cucina; a metà della cena fa capolino in sala e saluta; dopo il secondo fa un altro giro e passa a salutare tavolo per tavolo, evitando con sapiente tatto le coppiette in trattativa per il dopocena.
Ce lo ritroviamo sulla porta che saluta cordialmente e a testa alta perché il conto è stato onestissimo in rapporto alla qualità e all’atmosfera.
Voto: Cucina 8, ambiente 9, vini 9. Media 9/10 circa.
1 commento:
E' sempre piacevole leggere i suoi 'appunti di viaggio' da questi posti meravigliosi, che piacciono tanto anche a noi!
Anche questa volta prendo nota dei suggerimenti per vitto e alloggio...
A presto, saluti a tutti Liliana
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