Complice un corso dell’Università di Firenze, iniziato ieri e che proseguirà sino a domani, da qualche giorno sono in Toscana.
All’inizio è stata Siena, dopo un sonno ristoratore al Ceppo. Ma non è il caso di dire dove si trova.
Non so come definirla, forse locanda con alloggio sui colli a pochi chilometri da Siena; mi sembra che a parlarne e a farla conoscere meglio possa rovinarsi la sua atmosfera fuori dal tempo.
Le sue ore sono quelle del secolo scorso; apre presto al mattino e chiude presto alla sera.
A guardia di un bivio, dalle prime ore del mattino è tappa e sosta per caffè, panini robusti, brioches calde e tabacco per postini, autisti, soldati, fattorini, cacciatori e perditempo.
Le segretarie e le impiegate che ti guarderanno impassibili e lo sguardo ostentatamente fisso per tutto il giorno per le strade di Siena qui incrociano gli occhi con gli altri avventori e con gli ospiti occasionali.
Dalla prima volta mi sono sentito a casa e la prima notte in Toscana la passo qui.
La domenica il tempo è grigio; vaghiamo inquieti fra Duccio e Lorenzetti; poi ci avviamo verso Firenze attraversando il Chianti.
Ci si ferma allo spoglio monastero di S. Lucchese e poi alla volta di S. Gimignano alla ricerca del Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo.
Ma è inutile; c’è la sfilata di carnevale ed è l’unico giorno dell’anno che il duomo chiude inesorabilmente i battenti.
Nelle strade a raggiera che salgono al centro del borgo i carri hanno iniziato a diffondere musica riprodotta e amplificata da impianti nutriti con gruppi elettrogeni a rimorchio dei trattori. Aspettarsi invano le bande musicali dei paesi è come distillare nostalgia nell’indifferenza.
Ci attardiamo per i vicoli in attesa che carri di cartapesta sciamino rumorosamente verso il centro, con il loro corteo di genitori in maschera e nonni ringalluzziti che trascinano bambini tristi, capricciosi e stralunati in costumi improbabili.
All’uscita dal paese è rimasto un caldarrostaio che mi sconta due sacchetti di caldarroste profumate in attesa che ritorni la folla dal centro.
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