Le case con le ringhiere si affacciano su strade dissestate; gli anziani guardano la vita scorrere dalla finestra; i cartelli annunciano vendite e affitti di appartamenti improbabili che sfidano ogni criterio di abitabilità.
Davanti a ogni scuola una babele di automobili, quai ammaccate, quali tirate a lucido, l'importante è non far camminare il frutto del remoto concepimento per più di duecento metri.
E dovunque automobili che guizzano che sterzano, che si accordano sulla precedenza con sguardi d'intesa incuranti del codice stradale e dei vigili assorti e impassibili.
I quartieri residenziali hanno portoni che si aprono su cortili ordinati dove poche automobili parcheggiano silenziose e privilegiate.
Motociclette, scooter e motorini, una volta liberati dai doppi lucchetti durante la sosta, sciamano e si insinuano sorpassando da tutti i lati per svicolare all'ultimo momento in un incrocio.
Seri professionisti una volta raggiunto il timone del suv si trasformano e assumono l'arroganza al volante dei taxisti serbi.
Nei ristoranti anche lo straniero viene accolto con la cordialità del cliente abituale a Milano, mentre il cliente abituale viene trattato come uno di famiglia.
Nei caffè e nei bar, che traboccano di arancini,cipollina, cornetti e brioches si ha spesso l'impressione di essere attesi e mai sopportati.
Ma dove siamo? A Catania! (2 - continua)
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