Gravedona - S. Maria del Tiglio |
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Ieri sera alle 22 telefona in Pediatria una mamma, è un’impiegata, la conosciamo, sostiene che il suo piccolo abbia una laringite. L’infermiera suggerisce un aerosol come da schema conosciuto ma la mamma sostiene che il bambino, 21 mesi, “non vuole” e che quindi preferisce dare un po’ di cortisone per bocca.
L’infermiera si rassegna e mette giù la cornetta.
Naturalmente dopo un’ ora la mamma arriva in Pronto Soccorso.
Il medico di guardia valuta, medita, riflette e mi consulta.
Il letto è appena caldo, il libro appena aperto.
Suggerisco di fare comunque l’aerosol, come logica vorrebbe.
L’infermiera mi ritelefona dopo un’ora. Il nonno (ma che c’entra) del bambino è infuriato per le torture inflitte.
Nel frattempo in Pronto Soccorso è arrivato un bambino di tre anni con “pianto inconsolabile”.
Mi rassegno, spengo il lettore di e-book e mi avvio verso l’ospedale, chiedendo scusa all’automobile trascinata in fretta e furia, senza un attimo di riscaldamento.
Naturalmente il pianto inconsolabile sta distruggendo allegramente la sala giochi, si vede che non aveva più lacrime.
Mi accerto che l’infermiera abbia fatto solo l’aerosol e non altre più raffinate torture, ma nel frattempo il bambino sta meglio.
La mamma è della serie eletta di quelle, per intenderci, che hanno un ottimo Pediatra di Base, ma siccome è gratuito preferiscono portarlo a pagamento da un pediatra privato, che naturalmente ha passato la manzoniana età sinodale e usa terapie d’anteguerra.
Risolto quindi il caso di tortura, dispnea e tosse mi occupo del pianto inconsolabile.
La mamma rifiuta di misurare la febbre perché il bambino è “fresco” e non l’ha voluto pesare perché il peso già lo conosce.
Lo visito e scopro un’otite moderata a sinistra.
Suggerisco la terapia ma la mamma mi interrompe sostenendo che con la figlia maggiore usa un’altra terapia che è sempre stata efficace.
E allora perchè diavolo sono venuti in Pronto Soccorso a mezzanotte?
E allora perchè diavolo sono venuti in Pronto Soccorso a mezzanotte?
Li rinvio con un sorriso smagliante e vado a vedere un altro caso in reparto.
Dov’è il problema?
Se mi scappasse un “vaffa” finirei denunciato ed esposto al pubblico ludibrio per “Malasanità”.
Se dopo quaranta visite come queste a un mio collaboratore scappasse un “vaffa” e magari dietro la quarantesima visita ci fosse una polmonite finirei denunciato ed esposto al pubblico ludibrio per “Malasanità”.
Ecco perché preferisco l’ecografo: non ha la mamma, non ha il nonno, non ha la suocera e se sbaglio diagnosi almeno dal Procuratore ci vado per un buon motivo.
2 commenti:
quasi quasi ho vergogna di far parte della categoria "mamme".......le auguro di poter riprendere stasera, stavolta in pace, il libro abbandonato ieri!!!
Dottore se dovessi essere o diventare così me lo dica subito e se con me le scappa un "vaffa" capirò..Elisabetta
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