Due cose
sono necessarie al medico: la prima, che possieda la scienza; la seconda, che
abbia quella disposizione di genio che gli è indispensabile per esercitarla in
modo affabile.
(Hermann
Boerhaave, 1668–1738)
Dirigo, mio
malgrado e senza merito, una divisione di Pediatria ospedaliera.
Per questo
ho spesso problemi etici da affrontare.
Ci sono
genitori che vengono a propormi visite per i loro figli in alternativa al Pediatra
di famiglia, di cui non mi sono mai sentito più esperto.
Credevo di
aver trovato una soluzione con l’ecografo. Mi ero riproposto di eseguire
ecografie, proposte in genere dai Pediatri di famiglia, per rispondere ai loro
quesiti clinici senza mettermi in imbarazzante e impropria concorrenza.
Ma avevo
fatto i conti senza l’oste, senza il desiderio inconfessato di molti genitori
di passare da un pediatra all’altro non per meglio curare il bambino ma per
sfamare l’insaziabile ansia di genitori casuali o frequentatori incorreggibili
di internet.
E infatti
ricevo le classiche telefonate dei Pediatri di famiglia.
-
- Ciao Paolo, ricordi che mi hai fatto un’ecografia
al figlio della signora Romperti?
-
- Certo, era sabato mattina, ho aperto apposta lo
studio; c’è un piccolo nodulo tiroideo, le ho detto di non preoccuparsi...
-
- Sì, ma io questa signora non la tengo più, vuole
andare da un endocrinologo.
-
- Va bene, ti mando il nuemero di Andrea, vedrai
che la tranquillizzerà.
- - Ma non si potrebbe mandare al professor Dell’Orto
del San Gabriele?
-
- Mah... costa un patrimonio, teniamolo per riserva,
in fin della fiera è solo un innocuo nodulo tiroideo.
-
- Sì, ma ti ricordi quella diagnosi di
duplicazione cistica del testicolo?
-
- Certamente, ma era una variante anatomica!
-
- Ma la mamma è andata, attraverso il consultorio,
dal Prof. Coglini, gli ha dato 350 euro e le ha detto la stessa cosa...
-
- Senti Norberto, che me le mandi a fare certe
mammme?
Così,
pensando di risolvere qualche problema, ponedomi un piccolo gradino discosto
dal Pediatra di famiglia, mi sono trovato ad aver costruito una scala mobile
che porta sempre più in alto genitori ed ansie, bisogni inevasi e pretese di
certezza, smanie di perfezione ed aneliti di genitorialità sublimata.
Poi, la
realtà è sconsolante: genitori che non
usano il forno a micro-onde sospettandolo cancerogeno però si mostrano a
fumare; genitori che acquistano carne biologica assieme a sacchetti di patatine
fritte in olio di semi vari, che rifiutano gli omogeneizzati ma frullano la
pizza margherita nel’ottica dell’autosvezzamento.
Rimango
sempre più dell’idea che sia il momento che io tiri i remi in barca e mi
dedichi alla storia patria: un angolo culturale che ho molto trascurato negli ultimi
decenni.