Anche se la Società Italiana di Medicina d’Urgenza ed Emergenza Pediatrica è giovane e dinamica questo convegno non di discosta molto dai classici convegni medici “nazionali”.
Alcune belle relazioni, alcune buone idee, indiscutibilmente, ma anche molti bisbigli di corridoio, abili incontri “casuali” e altrettanto abili diversioni per evitarne.
I relatori non sempre si confrontano e durante il pomeriggio capita di sentir declinare gli stessi concetti con l’accento di quattro differenti regioni italiane; sarebbe il paradiso dei filologi, se non toccasse parlare di pediatria d’urgenza.
Alla fine si arriva alla serata tanto attesa; sulle prime non ho alcun invito e mi si prospetta una serata al ristorante della fattoria, poi arriva il primo invito, visto che nel frattempo sono diventato uno dei moderatori; poi arriva Catania.
Raffaele, poi Francesco, poi Toni, poi Annette, poi gli altri, equanimi nel distribuirsi fra il Vittorio, il Cannizzaro e il Garibaldi, gli ospedali all’ombra dell’Etna, mi trascinano a Grosseto.
Mi strappano alla Lombardia e mi nominano Siciliano onorario fra brindisi goliardici.
La cosa divertente è che ci crede pure la moglie dell’oste che mi augura buon viaggio e mi fa notare che ho uno strano accento per essere un isolano.
Beh, per ora ho perso l’occasione di cambiare accento, magari si vedrà dopo qualche mese di ecografia all’ombra dell’Etna, come vorrebbe Raffaele.
La serata si conclude in allegria: questa sera non devo guidare…
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