Sul gruppo Anobii Italia di Facebook da qualche giorno impazza la polemica.
Il motivo del contendere è se sia preferibile leggere un libro cartaceo o abbracciare l’e-book e i suoi parafernali.
Personalmente leggo indifferentemente su carta ed e-book.
Da tempo ho deciso che il contenuto è decisamente più importante del contenitore. E in questo sono sostenuto dal mio lavoro, al termine del quale non mi sognerei mai di battere un referto con la macchina da scrivere per poi spedirlo in busta affrancata, al prezzo oltretutto di passare per psicotico.
Ma un altro problema inizia ad emergere e forse merita qualche riflessione.
Per procurarci un libro cartaceo possiamo scegliere fra una smagliante libreria, una bottega da rigattiere, un’edicola, una scansìa del supermercato, una bancarella di libri usati o un mercatino delle pulci.
Tutti posti dove chi ama leggere si muove agevolmente e nel suo ambiente, anche se un po’ come pipistrelli al crepuscolo.
Ed emergono da qualche anno le librerie on line, ibride rompighiaccio verso la globalità multimediale.
Ma con gli e-book è tutta un’altra musica.
Scaffali profumati addio; addio scansìe di supermercato fra le quali aggirarsi in attesa di mogli o mariti alle prese con pescivendoli, salumieri e giovani promotrici di bagnoschiuma compra tre e paghi due.
Gli incontri eterei sono su Anobii, su Facebook, su Amazon, ambienti nei quali si aggira con destrezza e consumata nonchalance solo chi è nato nell’ultimo decennio del ventesimo secolo, ad esclusione dei pionieri della rete e degli addetti ai lavori.
Qui è più difficile scegliere, è più difficile sfogliare, è più arduo leggere i risvolti delle sovracoperte, ma succede anche altro: si legge ad ampio raggio; si allargano gli orizzonti.
Sugli scaffali delle librerie l’occhio corre agli autori conosciuti, ai generi consueti, alle case editrici che hanno conquistato gli spazi più in vista.
Sui “siti” siamo più aperti ai generi di consumo, ma anche alle case editrici di nicchia, ai libri pubblicati in proprio, a quello che leggono gli amici.
E quale sarà il futuro? Come scaricheremo i libri della biblioteca comunale? Come presteremo gli e-book agli amici? Come incarteremo i libri degli anni a venire? Come scriveremo le digitali dediche alla donna del cuore con la stilografica e l’inchiostro verde gettati alle ortiche?
Il motivo del contendere è se sia preferibile leggere un libro cartaceo o abbracciare l’e-book e i suoi parafernali.
Personalmente leggo indifferentemente su carta ed e-book.
Da tempo ho deciso che il contenuto è decisamente più importante del contenitore. E in questo sono sostenuto dal mio lavoro, al termine del quale non mi sognerei mai di battere un referto con la macchina da scrivere per poi spedirlo in busta affrancata, al prezzo oltretutto di passare per psicotico.
Ma un altro problema inizia ad emergere e forse merita qualche riflessione.
Per procurarci un libro cartaceo possiamo scegliere fra una smagliante libreria, una bottega da rigattiere, un’edicola, una scansìa del supermercato, una bancarella di libri usati o un mercatino delle pulci.
Tutti posti dove chi ama leggere si muove agevolmente e nel suo ambiente, anche se un po’ come pipistrelli al crepuscolo.
Ed emergono da qualche anno le librerie on line, ibride rompighiaccio verso la globalità multimediale.
Ma con gli e-book è tutta un’altra musica.
Scaffali profumati addio; addio scansìe di supermercato fra le quali aggirarsi in attesa di mogli o mariti alle prese con pescivendoli, salumieri e giovani promotrici di bagnoschiuma compra tre e paghi due.
Gli incontri eterei sono su Anobii, su Facebook, su Amazon, ambienti nei quali si aggira con destrezza e consumata nonchalance solo chi è nato nell’ultimo decennio del ventesimo secolo, ad esclusione dei pionieri della rete e degli addetti ai lavori.
Qui è più difficile scegliere, è più difficile sfogliare, è più arduo leggere i risvolti delle sovracoperte, ma succede anche altro: si legge ad ampio raggio; si allargano gli orizzonti.
Sugli scaffali delle librerie l’occhio corre agli autori conosciuti, ai generi consueti, alle case editrici che hanno conquistato gli spazi più in vista.
Sui “siti” siamo più aperti ai generi di consumo, ma anche alle case editrici di nicchia, ai libri pubblicati in proprio, a quello che leggono gli amici.
E quale sarà il futuro? Come scaricheremo i libri della biblioteca comunale? Come presteremo gli e-book agli amici? Come incarteremo i libri degli anni a venire? Come scriveremo le digitali dediche alla donna del cuore con la stilografica e l’inchiostro verde gettati alle ortiche?
2 commenti:
ma libri puoi portarti quando viaggi in bicicletta? così però non puoi più condividere la scelta col maritino:"io porto questo. e tu? poi ce li scambiamo?"
Basta avere due lettori, ormai costano come tre bei libri rilegati; e poi in bicicletta riduci ancora il peso...
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