Il ponte nuovo (Nový Most) |
10 luglio
2003 – Mancano venti chilometri circa a Bratislava. Pedaliamo da Regensburg e
siamo partiti da Vienna con gli occhi saziati da Dürer e Bruegel der Alte.
Alba a Bratislava - 2003 |
Sono ansioso
di vedere questa città che finora per me era solo il nome di una stazione che
compariva sulla radio della mia infanzia dopo che i pentodi e i triodi si
scaldavano faticosamente.
I comunisti sono scomparsi come neve al sole da una decina di anni ma le guardie di frontiera ci controllano minuziosamente i documenti come all’aeroporto di Budapest in piena guerra fredda.
A noi, turisti in bicicletta, chiedono pure se abbiamo qualcosa da dichiarare.
Fa caldo e i campi biondi di grano si stendono fino all’orizzonte della pianura pannonica e in fondo, in fondo si vede un castello.
La bicicletta ancora una volta permette di assaporare i luoghi lentamente, con ritmi che accarezzano la mente e permettono ai nostri occhi di imprimere nella memoria immagini che dureranno.
Ci avviciniamo.
I comunisti sono scomparsi come neve al sole da una decina di anni ma le guardie di frontiera ci controllano minuziosamente i documenti come all’aeroporto di Budapest in piena guerra fredda.
A noi, turisti in bicicletta, chiedono pure se abbiamo qualcosa da dichiarare.
Fa caldo e i campi biondi di grano si stendono fino all’orizzonte della pianura pannonica e in fondo, in fondo si vede un castello.
La bicicletta ancora una volta permette di assaporare i luoghi lentamente, con ritmi che accarezzano la mente e permettono ai nostri occhi di imprimere nella memoria immagini che dureranno.
Ci avviciniamo.
Il quartiere d'epoca socialista Petržalka |
Autocarri
fragorosi passano sulla statale discosto rombando nell’aria greve di gasolio.
Il castello prende forma e scopro che Bratislava non una città nebbiosa stesa nella piana danubiana, ma un borgo che si raccoglie sotto il castello e si propaga pigro su qualche collina.
Dalla riva sinistra del grande fiume emergono innumeri, grigie, polverose e anonime case popolari divise da prati spelacchiati e unite da strade punteggiate da buche profonde.
Anziani e bambini si aggirano nella tristezza dei quartieri dormitorio dove si torna solo alla sera.
Il castello prende forma e scopro che Bratislava non una città nebbiosa stesa nella piana danubiana, ma un borgo che si raccoglie sotto il castello e si propaga pigro su qualche collina.
Dalla riva sinistra del grande fiume emergono innumeri, grigie, polverose e anonime case popolari divise da prati spelacchiati e unite da strade punteggiate da buche profonde.
Anziani e bambini si aggirano nella tristezza dei quartieri dormitorio dove si torna solo alla sera.
Michalska ulica - 2003 |
Un ponte
quasi post-moderno scavalca il Danubio sostenuto da cavi possenti è percorso da
tram scoloriti e sferraglianti che uniscono la città vecchia a quella del
popolo.
A destra, sotto il ponte, prati incolti sono punteggiati dai carrozzoni del luna-park abbandonato.
La città vecchia è splendida anche se i negozi sono polverosi ed espongono ancora povera e rara mercanzia.
Lungo la Michalska ulica innumerevoli ristoranti, caffè e trattorie celebrano la nuova abbondanza invitando i turisti alla saporita cucina locale, vivace di infernali peperoncini colorati.
Dentro l’hotel Kijev la moquette si stacca dalle pareti rivelando impietosa chiazze di muffa e fuori, sulla spianata retrostante, vecchie contadine tristi vendono ciliege dolcissime.
A destra, sotto il ponte, prati incolti sono punteggiati dai carrozzoni del luna-park abbandonato.
La città vecchia è splendida anche se i negozi sono polverosi ed espongono ancora povera e rara mercanzia.
Lungo la Michalska ulica innumerevoli ristoranti, caffè e trattorie celebrano la nuova abbondanza invitando i turisti alla saporita cucina locale, vivace di infernali peperoncini colorati.
Dentro l’hotel Kijev la moquette si stacca dalle pareti rivelando impietosa chiazze di muffa e fuori, sulla spianata retrostante, vecchie contadine tristi vendono ciliege dolcissime.
Panorama dall'Hotel Kyjev - 2004 |
25 dicembre
2015 – Mancano venti chilometri circa a Bratislava. Sull’autostrada si stende
una nebbia non fitta ma già fastidiosa che restringe l’orizzonte a trecento
metri.
Scivola sornione il Mercedes a nove posti noleggiato per l’occasione; la famiglia si è ingrandita ; sono diventato nonno e ora Agata sonnecchia cullata dal motore e dalla serenità dei suoi cinque anni mentre Tommaso dal basso dei suoi tre mesi ridacchia fra una poppata e l’altra.
E’ Natale e siamo partiti da Vienna con gli occhi saziati da Dürer, da Bruegel e da Klimt.
Scivola sornione il Mercedes a nove posti noleggiato per l’occasione; la famiglia si è ingrandita ; sono diventato nonno e ora Agata sonnecchia cullata dal motore e dalla serenità dei suoi cinque anni mentre Tommaso dal basso dei suoi tre mesi ridacchia fra una poppata e l’altra.
E’ Natale e siamo partiti da Vienna con gli occhi saziati da Dürer, da Bruegel e da Klimt.
Souvenirs a Michalska ulica - 2015 |
La guardie
di frontiera sono state pensionate da Schengen; davanti alla caserma disabitata
c’è solo una guardiola che vende il contrassegno dell’autostrada.
Il benvenuto di un esattore scortese è di 10 euro contro gli 8.80 della meravigliosa rete autostradale austriaca.
Bratislava è una città nebbiosa stesa sulla piana danubiana.
Il benvenuto di un esattore scortese è di 10 euro contro gli 8.80 della meravigliosa rete autostradale austriaca.
Bratislava è una città nebbiosa stesa sulla piana danubiana.
Usciamo
dall’autostrada e ci inoltriamo sul ponte
post-moderno, vanto del regime sepolto, che unisce la città nuova dalla vecchia.
post-moderno, vanto del regime sepolto, che unisce la città nuova dalla vecchia.
Michalska ulica - 2015 |
Sul ponte e
a sinistra, sotto al castello, sfrecciano tram silenziosi alternati a qualche
residuo sferragliante, ultimo ricordo della repubblica popolare che sfuma nella
nebbia dei ricordi.
I negozi del centro, rutilanti dei brand più famosi, competono con i centri commerciali che sorgono su entrambe le rive del fiume.
Quasi tutti i negozi sono chiusi: qui il Natale è ancora una cosa seria, non come a Milano.
In centro sono aperti alcuni ristoranti dove il liberty trascolora nel kitch ma camerieri in livrea servono inappuntabili le specialità infuocate dal peperoncino.
Qualche caffè è rimasto fastoso e austero: i prezzi sono quelli di Vienna ma la pasticceria no.
Saliamo lungo la Michalska ulica dove le trattorie hanno lasciato il posto a negozi sgargianti di led che espongono equamente ciarpame e souvenirs come a Roma.
I negozi del centro, rutilanti dei brand più famosi, competono con i centri commerciali che sorgono su entrambe le rive del fiume.
Quasi tutti i negozi sono chiusi: qui il Natale è ancora una cosa seria, non come a Milano.
In centro sono aperti alcuni ristoranti dove il liberty trascolora nel kitch ma camerieri in livrea servono inappuntabili le specialità infuocate dal peperoncino.
Qualche caffè è rimasto fastoso e austero: i prezzi sono quelli di Vienna ma la pasticceria no.
Saliamo lungo la Michalska ulica dove le trattorie hanno lasciato il posto a negozi sgargianti di led che espongono equamente ciarpame e souvenirs come a Roma.
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