Il medico è giovane, abbronzato, palestrato, pettinato,
profumato, pulito, il camice immacolato, il fonendo Littmann negligentemente al
collo, tre penne e una matita (temperata) nel taschino.
L’infermiera ha lunghi capelli neri, ma ce n’è in turno anche
una uguale con i capelli biondi, bella, truccata, profumata, depilata (forse
anche rasata), mai sudata.
Spinge un lettino su cui esanime giace un signore anziano,
intubato, con due fleboclisi, un catetere vescicale che non si vede; dal torace
spunta un drenaggio collegato a un Bulau.
E’ gravissimo.
Sopra il lenzuolino sta una lastra.
Il dottore corre in senso contrario e incrocia gli occhi
dell’infermiera, si salutano, lei sorride, lui no, è accigliato, prende la
lastra, la guarda controluce e sentenzia: c’è una lesione del tricipite celiaco
nella tasca di Morrison, presto! In sala operatoria!
Credevate fosse un radiologo? invece no!
Entra in sala operatoria, non si lava, non ne ha bisogno,
infila i guanti, quelli sì sterili, poi la mascherina, no, quella la infila
prima e il cappellino se l’era già calcato sulle orecchie.
Tutti l’aspettano, l’anestesista sorride (ma dove siamo?) e
solleva il pollice.
Il dottore afferra il bisturi. Niente klemmer, niente
kocker, niente pean, niente di niente, solo il bisturi!
Dopo sei ore l’intervento è terminato.
Il dottore è affaticato, ma non è sudato, toglie il lungo
grembiule e infila il camice immacolato.
I medico più giovane, invariabilmente con i capelli rossi,
le lentiggini e l’aria del giovane calciatore brianzolo, finisce gli ultimi
punti di sutura.
Il paziente dopo molte ore di intervento non passa dalla
rianimazione, viene portato in una linda cameretta, profumata e con l’aria
condizionata; dopo pochi minuti apre gli occhi e sorride.
Il dottore, il primo, quello bello, entra in camera si
congratula, gli dà una pacca sulla pancia, che ovviamente non duole più, e si
allontana.
L’infermiera, quella dei lunghi capelli neri, lo aspetta.
Insieme escono e salgono su un’automobile scoperta, già decapottata e con le
chiavi nel cruscotto, il cambio automatico a lasciare maggior libertà alla mano
destra, notoriamente esperta; lei lo accarezza (ma cosa?) con la sinistra.
Entrambi sono puliti, profumati, già rasati, palestrati, mai
sudati, l’alito delicato anche dopo ore di sala operatoria. Eh, bella la vita
del dottore!
Poi si dileguano e il finale è tutto da immaginare:
ristorante? casa di lei? casa di lui?
1 commento:
Eh si'...........peccato non essere dottore!
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