Settembre finalmente! Ho deciso di prendermi un’egea settimana di vacanza su un’isola greca.
Ma che isola? Mah.. vedremo; seguite il blog e ve ne accorgerete.
La cosa tragica è stata cercare notizie.
Mi sono messo di buona volontà su Google e ho digitato: Mykonos, diario di viaggio.
Mi sono uscite una ventina di pagine di diari di viaggio. Tutti descrivono le spiagge, l’affollamento, le occasioni di avventura etero e omo, il tipo di musica che si ascolta, i locali più in, le peculiarità di questo dj e di quel bagnino, il costo esorbitante di lettini e ombrelloni, i prezzi di ristoranti e pizzerie, le conquiste fatte (poche), le fregature prese (tante) e le sbornie smaltite (troppe).
Non c’è rigorosamente alcuna descrizione del paesaggio, della gente, dell’arte e del clima e dei colori.
Insomma l’atmosfera di Myconos non è poi così diversa da Colico by night.
Credo che potrei scrivere questi diari di viaggio comodamente seduto in poltrona, anzi ci porverò, affacciato al mio lago, con qualche sapiente copia/incolla. E magari in un italiano più scorrevole.
Sembra che le vacanze nell’Egeo debbano per forza essere passaggi a tappe forzata da una discoteca a un pub per sette brevi giorni e sette lunghe notti.
Con un bel berretto negligentemente portato con la visiera storta all’indietro, torvi su bicchieri di beveroni colorati, ben alcoolici, facendosi due canne e attenti all’espressione delle pollastre che entrano in cerca di avventura.
Bon Dieu ma perché rischiare la vita su un volo Aegean, Alitalia, Olympic o su un charter dalle ali instabili, spellandosi le mani all’atterraggio nell’ italico e becero applauso di chi non ha mai volato?
Tutto quello che si trova a Myconos è a portata di mano a Domaso e Nobiallo, forse con qualche fregatura di meno in pizzeria; se proprio ci vuole il sapore della trasgressione si può arrivare a Cesenatico in qualche ora.
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