Immagini catturate con lo scanner, con la fotocamera, con la sonda dell'ecografo, con il pensiero. Immagini che quasi sempre sono frutto della casualità e dell'intuizione.
10 settembre 2009
Mykonos, varie ed eventuali
Il tempo non sente ragioni. Nuvole basse corrono e nascondono il sole che appare pochi istanti per volta.
Scendiamo al porto alla ricerca del mercato del pesce, ma sono le 8 del mattino ed è già tutto bell’ e finito; qualche pescatore si attarda sulla barca a riparare le reti.
Se quello del pesce è finito quello della verdura è molto vivace: poche bancarelle ma molto frequentate.
Torniamo a Platis Yalos, prepariamo una borsa capiente con l’indispensabile per la spiaggia, un buon libro, le macchine fotografiche e lanciamo, si fa per dire, il trabiccolo scoppiettante alla scoperta delle spiagge del nord di Mykonos.
Sono poche, fredde, sferzate dal vento e quindi sdegnosamente disprezzate da gay e nudisti.
Ad Ano Merà scendiamo a sinistra e ci inoltriamo per una vallata brulla, abbastanza scoscesa che dovrebbe scendere al mare. Costeggiamo un laghetto artificiale, di acqua dolce, dal nome impronunciabile e finalmente, dopo quattro chilometri di sterrato, arriviamo alla baia di Fokos.
La spiaggia è stretta, delimitata da due rocce scoscese da entrambi i lati; quella a destra forma un arco sull’acqua all’uscita dalla baia.
Per fortuna c’è un ristorante, la Taverna Fokos, dove ci servono tre ragazze molto gentili; ci sono diversi piatti tipici e pesce fresco; scegliamo un tris di insalate, zaziki, formaggio fresco e lenticchie e non abbiamo motivo di pentirci. Non è proprio a buon mercato ma la qualità del cibo è notevole.
Le nuvole continuano a rincorrersi ma con molta meno convinzione e infatti verso le quattro del pomeriggio il sole trionfa.
Ripieghiamo sulla solitaria, riparata e calda spiaggia di Kalo Livadi, nella parte meridionale dell’isola e mi ributto in acqua fino alle 6.
Rientriamo a Cora giusto per fotografare il tramonto e riempire di benzina il rumoroso mostriciattolo a quattro ruote.
Cena vegetariana a casa con una bottiglia di Assyrtico di Santorini, naturalmente bianco.
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2 commenti:
Com è l'Assyrtico? Come l'Uzo? o è un pò più buono e meno all'anice? chissà.... bella definizione "rumoroso mostriciattolo a quattro ruote"...ahahahah
baci by Co
No no no no; non confondiamo: l'Ouso è un'acquavite insaporita all'anice o di anice o non so cosa.
L'Assyrtico è un uvaggio cicladico nobilissimo da cui si ottiene un vino bianco fruttato e profumato...
Quanto al quad, beh, nelle Cicladi è molto utile; qui credo sia molto pericoloso; una cosa che non ho mai capito è perchè non ci mettano su un bel silenziatore; mah...
Buona serata ragazza!
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