12 settembre 2009

Mykonos povera





Sono incontentabile. Sono arrivato a questa conclusione dopo aver riconosciuto che mi lamento sempre.
Eppure anche quest’isola, come molte mète del turismo di massa, mi sembra rovinata.
Il paesaggio è distrutto da una speculazione edilizia capillare il cui unico merito è stato quello di rispettare, per ora, l’architettura tradizionale, almeno nella forma. Certo va un po’ meglio che in Sardegna, ma qui gli interessi verosimilmente sono minori.
Il capoluogo Cora, oppure Hora, è irrimediabilmente segnato. Sopravvivono la chiesa di Paraportiani e la fila dei mulini a vento sopra il porto; poi c’è un piccolo museo archeologico.
Tutto il resto sono negozi di paccottiglia, di finte taverne, di pub e locali notturni. La città si è piegata al turismo chiassoso di chi ha fatto della trasgressione e dello sballo legalizzato le mète delle proprie vacanze.
Del mercato del pesce sopravvivono due banchi di marmo che si vivacizzano due volte alla settimana. Sul porto si aprono bar dove il caffè costa come in Piazza Duomo però lo spettacolo è diverso.
Al posto dei piccioni sudici di Milano ci sono i passeggeri delle navi da crociera che scendono per le poche ore consentite dal turismo “mordi e fuggi”.
La vera essenza di Mykonos sopravvive nelle spiagge del nord battute dal vento, ma anche lì sta arrivando la costruzione a tappeto di case da affittare.
Il bilancio della mia vacanza non è comunque negativo. Abbiamo girato l’sola in lungo e in largo, la scorta di libri non mancava, e il paesaggio merita alla fin fine una settimana di vacanza.
Lo scaletta della giornata non è stata complicata. Dopo la scoperta di alcune spiagge a nord, suggestiva quella di Agios Sostis, ci siamo buttati a Kalo Livadi, complice il clima accattivante, per un bagno nella baia.
L’errore è stato quella di fermarsi a mangiare in uno dei ristoranti della spiaggia, il Sol y Mar, gestito da Frankestein e suo fratello, almeno a giudicare dai sorrisi di benvenuto.

Qui per quarantuno euro abbiamo assaggiato quattro fiocchi di zucca ripieni e due sfogliatine bevendo due birre!
Pomeriggio in spiaggia, da diligenti Milanesi in vacanza e finalmente cena simpatica all’Atlantida di Platis Yalos dove Alexandros ci ha deliziato con abbondanza di verdure alla griglia, zaziki, calamari fritti, cartoccio al forno di agnello, feta, patate e pomodori, chiudendo con un dolce offerto dalla casa. Due birre elleniche e la stessa cifra di mezzogiorno.
Una dimostrazione che la legge della relatività di Einstein si applica anche all’onestà degli osti.
Abbiamo evitato accuratamente la serata di Cora, dove le ragazze, in attesa della discoteca, non si truccano come da noi ma si dipingono letteralmente; manca solo il cartello “vernice fresca” sul reggiseno. Del resto è praticamente impossibile muoversi con il quad senza rischiare di travolgere qualcuno degli ossessi vocianti che spuntano da ogni angolo di strada.
Ora sono quasi le sei del mattino. Gli autobus hanno ripreso a girare; gli unici passeggeri sono i camerieri che vanno al lavoro. Durante la notte ha piovuto; nuvole basse non fanno presagire niente di buono. Ci dedicheremo al museo archeologico.

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