19 maggio 2011

Chiedimi se sono felice


Cesare Adamoli - 1916-1990
Da tre generazioni la mia famiglia si è schierata a sinistra; senza mai cadere nella sciagura del comunismo.
Mio padre, di cui oggi ricorre il ventunesimo anniversario, aveva a suo tempo fondato una cooperativa di muratori in pieno boom economico, rinunciando a una facile ricchezza ma insegnandoci i valori della solidarietà e dell’innovazione che noi figli non abbiamo mai più dimenticato: hanno segnato la mia strada.
A me sono in seguito sorti dei dubbi.
Nella sinistra manichea, becera, verbosa e anti-occidentale degli anni ’70 non mi sono più riconosciuto.
Nella sinistra rissosa, sterilmente polemica, nostalgica e frustrata di questo inizio di secolo continuo a non riconoscermi.
Per questo non sono particolarmente felice dell’esito di queste elezioni.
Non ha vinto la sinistra.
Gli Italiani finalmente si sono stufati, ed era ora, del sudiciume, della corruzione, dell’arroganza di chi dovrebbe guidarci.
Sudiciume imperante e infettivo.
Ai congressi medici ho iniziato a vedere irreprensibili colleghe concedersi avventure estemporanee; docenti associati azzuffarsi per scomodi sgabelli, altro che poltrone di potere.
A tutto questo buona parte degli Italiani spero abbia detto: basta!
Cambiare è ancora possibile.
Non importa da dove arrivi il rinnovamento, da destra o da sinistra; da molto tempo sono parole prive di senso compiuto.
Continuità e rinnovamento sono sinonimi di liberalismo e riformismo: le uniche cose che ci servano oggi.

1 commento:

meli nino ha detto...

il rinnovamento dovrebbe essere il
buon senso ed iniziare a capire che senza sobrieta' di pensiero noi
gente non capiremo mai. un esempio
un ospedale pedemontano che da servizio a 5 paesi viene azzoppato di posti letto e servizi.