Immagini catturate con lo scanner, con la fotocamera, con la sonda dell'ecografo, con il pensiero. Immagini che quasi sempre sono frutto della casualità e dell'intuizione.
30 dicembre 2008
Arrivederci Stefy e buon anno
Ieri sera festa di arrivederci per la Stefy, al secolo la Dr.ssa Stefania Ferrari che ci lascia per qualche mese con destinazione il mitico Ospedale San Raffaele a Milano.
Per l’occasione si sono riuniti un po’ di pediatri, un po’ di ginecologi, un po’ di urologi, qualche infermiera, un'ostetrica, il Direttore Sanitario, alcuni infiltrati e infiltrate e, last but not least, un internista di cattivo carattere.
Lo Sporting, teatro consueto di queste zingarate, era chiuso. A nulla sono valse le preghiere di ben due primari.
Le ragazze dello Sporting considerano il giorno di riposo più sacro di quanto i Ciellini considerino sacro il Potere.
S’è dovuto ripiegare su un ristorante-pizzeria di cui è meglio tacere il nome, che sembra uscito da un romanzo di Loriano Macchiavelli.
La prenotazione era per le 21 e alle 21.45 le cucine sono state inesorabilmente chiuse. L’ultimo arrivato, che si era attardato in Ospedale a chiudere le danze, ha dovuto accontentarsi di un calzone mezzo crudo farcito fra le altre schifezze anche con peperone crudo per intero. L'inibitore di pompa non c'era fra i contorni.
A parte questo è stata una bella festa.
Poche sono le fotografie pubblicabili, di cui mostriamo uno scelta galleria.
Fra gli ospiti si è notato l’uomo dell’anno 2008, il giovane di studio di Cusano Milanino, che per l’occasione era particolarmente disinibito.
Le ragazze erano al massimo dello splendore, con mises particolarmente audaci cui le fotografie non hanno saputo rendere giustizia.
Vabbè, è stata una specie di festa di Buon Anno…. Il 2009 non dovrebbe essere bisestile.
28 dicembre 2008
Auguri 2
Buon Natale, buon anno e tanti auguri.
Mi sembrano di rito e li contraccambio di cuore a tuti quelli che me li hanno inviati, scusandomi di non poterlo sempre fare personalmente e tempestivamente, ma ci proverò.
Sarebbe tempo di bilanci e, come ha fatto l’amico Antonio, mi piace rivolgere un pensiero a tutti gli amici.
Purtroppo, essendo molto polemico, so di non essere capace di controllare le mia natura. Ma è anche bene che chi mi è vicino sappia quello che provo. Spedirò un’email semi-privata e multipla agli amici.
Ma passiamo oltre.
Per me la primavera ha inizio il giorno dopo il solstizio d’inverno. In effetti iniziamo a contare i giorni che ci separano dall’equinozio e ogni giorno ci regala qualche minuto di luce in più.
Così questa mattina, prima che iniziasse a cadere la neve, ho fatto la prima uscita primaverile a piedi.
La destinazione, neanche a dubitarne, il Sentiero del Viandante, la mulattiera che unisce a mezza costa i paesi della costa orientale del Lago.
Abbiamo camminato da Corenno a Dervio, poi siamo tornati, ancora a piedi.
La natura non dorme mai e il vento del sud dei giorni scorsi ha fatto fiorire i calicantus e uscire le gemme delle ortensie.
Le quercie non hanno ancora perso le foglie, anzi, qualcuna è ancora verde…
Sulla sponda occidentale il Bregagno coperto di neve un po’protegge i paesi della costa e un po’ si ricorda di specchiarsi nel lago.
23 dicembre 2008
14 dicembre 2008
Mese pesante
Già, tutti mi dicono che è più di un mese che non mi faccio vivo. Ma, ragazzi, qua si lavora!
Nell’ultimo mese sono riuscito a combinare un viaggetto a Roma, dove ho incontrato Franca, un amica di Anobii e ho scovato alcune trattorie “de Roma” su cui torneremo.
Poi ho lavorato abbastanza tanto; poi ho contribuito a mettere in piedi un piccolo incontro con i medici del territorio assieme ai nostri cugini ricchi, i ginecologi.
Mi sto dedicando a proseguire, peraltro molto lentamente, il rifacimento dell’impianto elettrico di casa. Insomma, ce n’è stato per tutti.
17 novembre 2008
Viva Slow Food e il bel tempo.
15 novembre - Il tempo è stato alterno; per tutto il giorno le nuvole si sono rincorse e noi abbiamo rincorso gli sprazzi di sole per fotografare questi paesaggi toscani in Val d'Orcia.
Quando proprio la pioggia ci ha costretto a riporre le fotocamere ci siamo rassegnati a comprar vini e formaggi in fattorie e cantine fra Pienza e S. Quirico d'Orcia.
La sera, quando la luce se n' è andata, il tempo ha deciso di diventare decisamente sereno.
Siamo approdati a Follonica per dormire all'aria di mare.
Le osterie che hanno segnato il nostro cammino sono state "La Porta" a Monticchiello, a sud di Montepulciano e "La Pacianca" a Follonica stessa.
16 novembre - Finalmente il cielo sereno sin dal mattino!
Laura ha deciso che la fotografia sarà l'hobby della sua vita, convinzione nata proprio in questi giorni, e imperversa fra alte luci, profondità di campo e rischiosi contro-luce fra la spiaggia del Tirreno e i colli che salgono verso Massa Marittima.
Prosegue la ferrea dieta d'osteria e la tappa di mezzogiorno, fra i soffioni boraciferi, è "Le Logge" a Monterotondo Marittimo, in bilico su un poggio e altrettanto in bilico fra le province di Grosseto, Pisa e Livorno.
Il pomeriggio lo passiamo nell'avvicinamento a Volterra, dove arriviamo giusto per fotografare il sole che scende giù verso Orbetello.
Alla sera scopriamo, se ce ne fosse conferma, il valore di Slow Food: la trattoria consigliata ci sembra lontana e ripieghiamo su una suggerita dalla Guida Touring.
Cena rigorosamente riscaldata a micro-onde all'Osteria dei Poeti; l'unica eccezione sono gli affettati toscani, belli, spessi e stantii.
Gli unici versi che mi risuonano sono "Cancheri, e beccafichi magri arrosto...", tanto per restare nella Toscana del Poliziano.
Ho deciso che non farò più le corna a Slow Food che mi definisce un "socio sapiente".
15 novembre 2008
Toscana
Quale miglior antidoto al logorìo della vita quotidiana che un rapido week end in Toscana?
La partenza non è delle migliori; il tempo è orribile e io mi attardo come sempre fra ospedale, ecografo e ambulatorio.
Finalmente alle 18 si parte! Mentre si discute animatamente come consueto dove si finirà per cena, verso Fidenza mi accorgo con raccapriccio di aver dimenticato il portafoglio a casa con carte di credito, documenti, qualche spicciolo e tutto quello che potrebbe servire nei prossimi tre giorni.
Vivace battibecco come si usa e poi la decisione stoica: lascio la Laura dentro un Motel e me ne torno a casa a recuperare il dimenticato.
Siccome soffro di colpi di sonno alla guida e l’unico antidoto è il digiuno rigoroso per questa volta si salta la cena.
Sonnellino a casa di tre ore poi di nuovo sul Doblò, che non è proprio né agile né a suo agio sotto la pioggia, e per le 7 del mattino sono davanti al Motel.
Laura ha dormito male, ma comunque sempre meglio e più di me, quindi riprendiamo il viaggio come niente fosse.
Parma, Reggio, Modena e Bologna sfilano sotto la pioggia.
Valicato l’Appennino sembra ci sia una schiarita, ma è un’illusione.
Dopo Firenze il tempo torna ad essere pessimo; le biciclette giacciono inutilizzate dentro il fragoroso Doblò.
La prima tappa sarà a Montepulciano, a casa di Valentina.
In attesa di tempo migliore ci dedichiamo con passione alla dieta d'osteria.
A mezzogiorno la Solita Zuppa a Chiusi ci mette l’animo in pace, ma l’osteria dell' Acquacheta di Montepulciano conclude superbamente la serata; per noi è già la seconda visita.
09 novembre 2008
27 anni!
02 novembre 2008
Le navigazioni del Lusitania
Domenica scorsa la barca da pesca del Sciur Peppino è scesa di nuovo in acqua.
GPS alla mano, giusto perché la giornata era molto limpida, e prua su Gravedona. A metà del lago, con un vento da sud appena appena fastidioso abbiamo deviato passando al traverso di Domaso per una foto di repertorio.
Altra foto di palazzo Gallio, costeggiando lentamente Gravedona, poi decisa prua su Cremia per il pranzo al Lumin.
Dopo un approdo piuttosto ingarbugliato da veri marinai d’acqua dolce (mancavano solo gli applausi ironici degli astanti) abbiamo scoperto che nel ristorante in riva al lago avevano predisposto un menu tutto valtellinese.
E infatti una coppia di domenicali stava mangiando, parte con le posate e parte con le mani, un succulento brasato con polenta, sorseggiando cocacola, e chiamando invano un piccolo lord con i capelli a paggetto, verosimile frutto del loro amore, che preferiva, imperturbabile, gettare ciottoli nel lago.
Dopo la memorabile bresaola affumicata, pizzoccheri e polenta con gorgonzola, abbiamo ripreso il largo rientrando dalla sponda orientale e bordeggiando per Dervio, Corenno e Dorio prima di rientrare nel porto sicuro di Colico.
Piccolo dramma: si era in bicicletta e avevamo dimenticato l’ora legale, quindi il rientro è stato nelle tenebre rischiarate dai miserevoli fanali della bici. Che però ci hanno resi visibile a un imbecille che percorreva la ciclabile in motocicletta in senso contrario.
19 ottobre 2008
Matera, Lucania e Basilicata
Su Matera non ci sono dubbi: è uno dei posti più belli d’Italia, anche se chi ci abita non è dello stesso parere.
Sbucando dal bordo della gravina, di fronte alla città, in tarda mattinata, lo spettacolo dei Sassi toglie il fiato.
Lo sapevo, l’ho provato, l’ho sperimentato e ha funzionato ancora.
Poi però Matera non è più quella di cinque anni fa.
Il doppio delle automobili e il triplo degli abitanti sono tornati a vivere nei Sassi per spingere questa città magica verso la globalizzazione e l’omologazione.
Ci sono ancora trattorie sincere e locali tipici, ma sono salvati solo dall’innata gentilezza e dal congenito senso dell’ospitalità dei Lucani.
Costantino, amico sincero e recente, passeggiando nel Cimitero alle Malve mi esprimeva il terrore che i Sassi diventassero come i trulli di Alberobello dove il ciarpame e la paccottiglia vengono sdoganati come souvenir.
Ma tant’è: Matera rimane sempre una città magica e non è stato ancora possibile rovinarla irreparabilmente.
Poi basta uscire qualche chilometro e il turismo di massa si stempera nel paesaggio incontaminato… o almeno poco contaminato… o no?
01 ottobre 2008
Senza marinaio di prua
Sul Lusitania, la leggendaria barca da pesca del Sciur Peppino sono sempre stato al timone.
Nessuno pescava, ma in prua, appollaiato a prendere il primo vento, il primo sole e tutte le onde, c'è sempre stato Marco.
E infatti in uno storico sms si è definito il mio "marinaio di prua".
Ieri ha terminato il suo primo stage presso la Pediatria di Gravedona e se n'è tornato a Milano.
Io sono sempre al timone, spero per qualche tempo ancora, ma da oggi navigo senza il mio marinaio di prua.
Marco è sempre stato così anche in reparto. Pronto a prendere il primo vento, il primo sole e tutte le onde.
L'abbiamo festeggiato la scorsa settimana, eccome, ma oggi c'è un po' meno sole: è il primo di ottobre.
25 settembre 2008
Treni e cani
In un Italia con mille problemi, dei quali il più importante al popolo e all'inclita appare quello di Alitalia, su cui è meglio stendere un velo pietoso, compare la nuova norma che vieta il tasporto sui treni dei cani con peso superiore a 6 kg.
La prima reazione mi sembrerebbe quella di provare a far salire su un treno un gatto di almeno 7 kg; però forse sarebbe più simpatico un maialetto di kg 20.
In buona sostanza sui luridi convogli di Trenitalia possono viaggiare impunemente cimici, pulci e pidocchi, oltre a portoghesi abituali, puttane sieropositive e vandali dichiarati che vanno allo stadio.
Io, munito di biglietto pagato con valuta in corso legale, non potrò far viaggiare la mia educatissima bull-mastiff con guinzaglio, museruola e certificato di vaccinazione, almeno per difesa personale?
Beh, forse è meglio così; eviterò che il cane si infesti con le zecche.
La prima reazione mi sembrerebbe quella di provare a far salire su un treno un gatto di almeno 7 kg; però forse sarebbe più simpatico un maialetto di kg 20.
In buona sostanza sui luridi convogli di Trenitalia possono viaggiare impunemente cimici, pulci e pidocchi, oltre a portoghesi abituali, puttane sieropositive e vandali dichiarati che vanno allo stadio.
Io, munito di biglietto pagato con valuta in corso legale, non potrò far viaggiare la mia educatissima bull-mastiff con guinzaglio, museruola e certificato di vaccinazione, almeno per difesa personale?
Beh, forse è meglio così; eviterò che il cane si infesti con le zecche.
23 settembre 2008
Auguri nonno Cesare
16 settembre 2008
Viaggio a Frascati - 2
12 settembre. Bel convegno, vivace e interessante, alla faccia di chi pensa che i medici camuffino sempre le vacanze con i congressi.
Siamo in una villa molto in alto, isolata sopra Frascati. Dal terrazzo si vede Roma ma non c’è anima viva nel raggio di qualche chilometro e poi piove.
Cena a Rocca di Papa, in un bel ristorante con ampio terrazzo che sovrasta una sala da pranzo vetrata a picco sul lago di Castelgandolfo.
L’antipasto viene servito in terrazza presso a quattro grandi gazebos.
Nel primo le tartine, nel secondo i fritti, nel terzo verdure; nel quarto, finalmente cozze, capesante, salmone e altre golosità.
Passo con nonchalance per i primi tre e mi tengo l’appetito gagliardo per il quarto.
E infatti arrivo ai tavoli imbanditi di pesce con un bicchiere di prosecco.
E’ un attimo: il cielo diventa livido; arriva un colpo di vento, poi uno scroscio d’acqua di traverso e infine, nel parapiglia, una tromba d’aria solleva il gazebo e le cozze iniziano a turbinare nell’aria assieme al ghiaccio tritato.
Tutti si buttano verso lo scalone che scende in sala da pranzo.
Io e uno sfortunato con il piatto di salmone affumicato gocciolante ci rifugiamo in un incavo accogliente del muro… che fortunatamente è la porta di un ascensore.
Raggiungiamo la sala da pranzo in anticipo e quasi asciutti.
Ne approfitto per occupare una bella e grande tavola rotonda per tutti gli amici bagnati che sbucano in quel momento dallo scalone.
Il seguito è senza storia.
Il 13 settembre il programma del congresso non è così avvincente e fuggo alla mattina presto sul treno per Roma a incontrare un’amica di aNnobii: Franca.
Simpatica e colta mi fa conoscere la chiesa gotica di Santa Maria Sopra Minerva che ospita un Michelangelo, due Venusti, un Duccio di Boninsegna e un Benozzo Gozzoli.
Caffè veloce, treno e ritorno alla villa sopra Frascati per le ultime battute del congresso.
Al ritorno c’è stato un fuggi-fuggi generale nel timore che all’Alitalia qualcuno pensasse di sospendere i voli.
Io ero abbastanza tranquillo: troppi parlamentari tornano a casa al sabato sera e la casta avrà preso i suoi provvedimenti per non restare a piedi.
Siamo in una villa molto in alto, isolata sopra Frascati. Dal terrazzo si vede Roma ma non c’è anima viva nel raggio di qualche chilometro e poi piove.
Cena a Rocca di Papa, in un bel ristorante con ampio terrazzo che sovrasta una sala da pranzo vetrata a picco sul lago di Castelgandolfo.
L’antipasto viene servito in terrazza presso a quattro grandi gazebos.
Nel primo le tartine, nel secondo i fritti, nel terzo verdure; nel quarto, finalmente cozze, capesante, salmone e altre golosità.
Passo con nonchalance per i primi tre e mi tengo l’appetito gagliardo per il quarto.
E infatti arrivo ai tavoli imbanditi di pesce con un bicchiere di prosecco.
E’ un attimo: il cielo diventa livido; arriva un colpo di vento, poi uno scroscio d’acqua di traverso e infine, nel parapiglia, una tromba d’aria solleva il gazebo e le cozze iniziano a turbinare nell’aria assieme al ghiaccio tritato.
Tutti si buttano verso lo scalone che scende in sala da pranzo.
Io e uno sfortunato con il piatto di salmone affumicato gocciolante ci rifugiamo in un incavo accogliente del muro… che fortunatamente è la porta di un ascensore.
Raggiungiamo la sala da pranzo in anticipo e quasi asciutti.
Ne approfitto per occupare una bella e grande tavola rotonda per tutti gli amici bagnati che sbucano in quel momento dallo scalone.
Il seguito è senza storia.
Il 13 settembre il programma del congresso non è così avvincente e fuggo alla mattina presto sul treno per Roma a incontrare un’amica di aNnobii: Franca.
Simpatica e colta mi fa conoscere la chiesa gotica di Santa Maria Sopra Minerva che ospita un Michelangelo, due Venusti, un Duccio di Boninsegna e un Benozzo Gozzoli.
Caffè veloce, treno e ritorno alla villa sopra Frascati per le ultime battute del congresso.
Al ritorno c’è stato un fuggi-fuggi generale nel timore che all’Alitalia qualcuno pensasse di sospendere i voli.
Io ero abbastanza tranquillo: troppi parlamentari tornano a casa al sabato sera e la casta avrà preso i suoi provvedimenti per non restare a piedi.
14 settembre 2008
Viaggio a Frascati - 1
Giovedì 11 settembre partenza per Frascati, come da post precedente.
Alla mattina non posso sottrarmi al lavoro ed arrivo in ospedale verso le 9. I giovani stanno lavorando alacremente e do solo qualche aggiustatina alla montagna di cartelle che giace sulla scrivania in attesa di registrazione, controllo e firma, nell'ordine.
Dovrei partire verdo le dieci del mattino e infatti avvio il motore alle 13 senza pranzo.
La macchina fotografica bella, per distinguerla dalla piccola che comunque non è brutta, è rimasta in auto.
Che fare? Lasciarla in aeroporto nel bagagliaio al sole dell'automobile nera per 3 giorni? Il giovane Marco si offre di portarla a Colico dal Sciur Peppino. Capitolo e gliela affido.
Invece resta a Gravedona mentre Marco va a Milano e pace.
Parto per Linate. Durante il viaggio ne approfitto per parlare al telefono con le mie molte donne.
Mentre saluto l'ultima, la mitica Valeria da Firenze, amica di libri, mi accorgo di aver macchiato irrimediabilmente la polo.
Chiudo il cellulare e mi precipito in aeroporto, meglio essere in anticipo con i venti che tirano in Alitalia.
La Donna, quella non virtuale, è rimasta a casa quindi viaggio con il solo bagaglio a mano.
Check-in rapido con preghiera, esaudita, di posto al finestrino, poi mi fiondo nei bagni maschili e, come in un film di sponaggio, cambio la polo con una bella camicia a maniche corte.
Aziono lo sciacquone per dare maggior credibilità alla mia sosta prolungata nel cesso, poi via di corsa e guadagno un posto sul volo che parte un'ora prima.
Grande e insperata fortuna! Dopo il mio volo Alitalia blocca tutti i successivi per Roma e forse non solo quelli.
E infatti a Fiumicino nessuno capisce nulla. La hostess che mi accoglie mi confonde con un professore ordinario che dovrebbe arrivare da Cagliari e mi carica su un lussuoso pullmino-con-autista che mi lascia davanti all'Hotel.
Non è proprio Frascati, è Monteporzio Catone, ma fa lo stesso.
La cena è meritata, anche se la doppia razione di pasta alla gricia con cui mi sono abbuffato mi farà sentire meno solo durante la notte.
Alla mattina non posso sottrarmi al lavoro ed arrivo in ospedale verso le 9. I giovani stanno lavorando alacremente e do solo qualche aggiustatina alla montagna di cartelle che giace sulla scrivania in attesa di registrazione, controllo e firma, nell'ordine.
Dovrei partire verdo le dieci del mattino e infatti avvio il motore alle 13 senza pranzo.
La macchina fotografica bella, per distinguerla dalla piccola che comunque non è brutta, è rimasta in auto.
Che fare? Lasciarla in aeroporto nel bagagliaio al sole dell'automobile nera per 3 giorni? Il giovane Marco si offre di portarla a Colico dal Sciur Peppino. Capitolo e gliela affido.
Invece resta a Gravedona mentre Marco va a Milano e pace.
Parto per Linate. Durante il viaggio ne approfitto per parlare al telefono con le mie molte donne.
Mentre saluto l'ultima, la mitica Valeria da Firenze, amica di libri, mi accorgo di aver macchiato irrimediabilmente la polo.
Chiudo il cellulare e mi precipito in aeroporto, meglio essere in anticipo con i venti che tirano in Alitalia.
La Donna, quella non virtuale, è rimasta a casa quindi viaggio con il solo bagaglio a mano.
Check-in rapido con preghiera, esaudita, di posto al finestrino, poi mi fiondo nei bagni maschili e, come in un film di sponaggio, cambio la polo con una bella camicia a maniche corte.
Aziono lo sciacquone per dare maggior credibilità alla mia sosta prolungata nel cesso, poi via di corsa e guadagno un posto sul volo che parte un'ora prima.
Grande e insperata fortuna! Dopo il mio volo Alitalia blocca tutti i successivi per Roma e forse non solo quelli.
E infatti a Fiumicino nessuno capisce nulla. La hostess che mi accoglie mi confonde con un professore ordinario che dovrebbe arrivare da Cagliari e mi carica su un lussuoso pullmino-con-autista che mi lascia davanti all'Hotel.
Non è proprio Frascati, è Monteporzio Catone, ma fa lo stesso.
La cena è meritata, anche se la doppia razione di pasta alla gricia con cui mi sono abbuffato mi farà sentire meno solo durante la notte.
11 settembre 2008
Monteporzio Catone
Dopo il secondo viaggio del Lusitania e dopo una memorabile cena di compleanno del suo marinaio di prua eccomi oggi a Monteporzio Catone, vicino a Frascati, dove domani e posdomani avremo un piccolo congresso sul virus respiratorio sinciziale (brutta bestia, garantito al limone...).
I prossimi post saranno dedicati agli avvenimenti degli ultimi giorni, per ora non ho le attrezzature per postare delle foto decenti.
Un'amica, non di blog, mi ha scritto accusandomi di essere troppo enfatico e ironico nel mio scrivere.
Sarà vero?
Spero di non aver tediato nessuno e di essere abbastanza comprensibile; accetto e aspetto commmenti sarcastici e sardonici. Ma dove sono finiti i miei 15 lettori?
I prossimi post saranno dedicati agli avvenimenti degli ultimi giorni, per ora non ho le attrezzature per postare delle foto decenti.
Un'amica, non di blog, mi ha scritto accusandomi di essere troppo enfatico e ironico nel mio scrivere.
Sarà vero?
Spero di non aver tediato nessuno e di essere abbastanza comprensibile; accetto e aspetto commmenti sarcastici e sardonici. Ma dove sono finiti i miei 15 lettori?
06 settembre 2008
Engadina, terme e monasteri
Dopo lo sfortunato viaggio in Tunisia a fine agosto abbiamo deciso di provare una vacanza di due giorni.
Dopo mesi di lavoro e problemi di ogni genere non mi è sembrato vero di varcare nuovamente la frontiera, anche se era solo per la vicina Svizzera.
Ci siamo incaponiti per le Terme di Scuol, senza pensare che fino alla fine d'agosto per gli Svizzeri è alta stagione.
Nessuno dei nostri alberghetti di Scuol si è mosso a compassione e quando stavo per rinunciare mi è venuta l'illuminazione: Sent.
Questo paesino, romancio tutto d'un pezzo, si staglia sul versante nord della Bassa Engadina a pochi chilometri da Scuol.
Intuizione e prodigi di internet hanno fatto uscire dal cilindro una camera libera all'Hotel Retia di Sent.
Qui il tempo si è fermato a metà degli anni '60 del secolo scorso; sala da pranzo in cembro, musica soffusa all'ora di cena, decorazioni svizzere retrò.
Concerto con Haendel e Mozart nella chiesa evangelica alle 8 di sera, poi la tranquillità e il silenzio di una cameretta mansardata al terzo piano senza ascensore.
La mattina colazione a buffet con pane alle noci, marmellate fatte in casa, formaggi e salumi in abbondanza.
Scambi di sorrisi, cortesia svizzera, servizio inappuntabile.
Prima di scendere alle Terme il conto, naturalmente in euro, e gli anni '60 del secolo scorso sono diventati la bella cornice della carta di credito.
Fortunatamente le terme rilassano.
Il ritorno al pomeriggio è stato allietato dalla ricorrenza del 25° anniversario del patronato UNESCO del convento benedettino di Mustair, dove per l'occasione venivano offerti dolci e vino da attempate mascottes in costume tradizionale.
02 settembre 2008
Il varo del Lusitania
Molto tempo che non scrivo, è vero, sono diventato un po' selvatico.
Finalmente qualcosa da raccontare il 29 agosto: il varo della nuova barca da pesca del Sciur Peppino.
Ritrovo alle 7 a Colico per raggiungere il porto di Bellano dove ormeggiato dorme sornione il nostro natante.
All'equipaggio si è unito Marco il fedele scudiero della Pediatria di Gravedona che per qualche ora ha provato a gettare alle ortiche camice e fonendo.
Le manovre per uscire dal porto, prima a remi, poi con l'apparato motore recalcitrante, ricordano vagamente il varo del Lusitania.
Lo pensiamo in silenzio perchè porta male cambiare nome alle barche, ammesso che questa ne avesse avuto uno in passato.
Il timoniere porta la barca al largo giusto il tempo per decidere che attraverseremo il lago.
E mentre le case di S. Maria Rezzonico accolgono il primo sole sulla sponda occidentale puntiamo decisamente la prua a ovest.
Basta un quarto d'ora di navigazione per trovarci in balia di un Tivano vivace che alza le onde a dritta inzuppandoci in pochi minuti.
Tetragoni al freddo e agli spruzzi proseguiamo sin sotto le case di S. Maria mentre il Peppino comincia a invocare un caffè caldo e Marco a prua ride felice come un Milanese in vacanza.
Dopo qualche giro sotto le case decidiamo di assecondare il capitano e approdiamo a Cremia davanti al ristorante Lumin.
Caffè caldo rapido e poi via sulle onde del ritorno doppiando la punta di Dervio ma ormai il Tivano è cessato.
Rientriamo giusti in tempo per evitare la Breva.
La manovra di attracco non è delle più limpide: vorrei ormeggiare di poppa mentre il padrone ha deciso di entrare di prua.
Nel parapiglia spegniamo il motore mentre i pescatori dall'alto ridacchiano delle nostre manovre con i remi.
Sarà meglio tornare in ospedale.
24 agosto 2008
Le mie foto
Se avessi potuto cambiare lavoro mi sarebbe piaciuto fare il fotografo.
E infatti per molto tempo, anni or sono, ho cercato di trasformarmi.
Foto di natura, arte, ferrovie, paesaggi, viaggi, incontri.
Ore di anticamera nelle redazioni di molte riviste: Airone, Oasis, Qui Touring, Treni Oggi e Orobie.
Invariabilmente la risposta era sì, le sue foto sono belle, ma manca un racconto, oppure manca il seguito, oppure abbiamo appena pubblicato un servizio così, oppure ce le lasci da vedere, oppure guardi ne prendiamo qualcuna poi se mai gliele restituiamo.
Sempre traspariva un po' di diffidenza, di insofferenza, di sufficienza, di cosa vuoi tu che noi siamo più bravi.
Poi ho gettato la spugna e sono tornato a fare il medico a tempo pieno. Certo viaggio, fotografo, raccolgo e regalo le mie foto.
Adesso che non mi interessa più fare il fotografo, adesso mi cercano le fotografie, qualcuno me le pubblica senza neppure chiedere il consenso.
Mah... va a finire che mi metto davvero a fare il fotografo e getto il camice alle ortiche...
O no?
04 agosto 2008
Mare, monti & maremoti
Figli tutti al mare. Sono partite: prima l'Infermiera mancata poi la Suffragetta; la Toscana aspettava la sorella vicino a Palermo.
L'Informatico è rimasto a Milano, però si è lamentato che si cuoce (nel suo brodo).
Io sono rimasto a casa: una lunga e piacevole domenica di lavori domestici e non-lavori.
Fra le cose buone ho pulito tutta la cucina e cucinato passabilmente.
Fra le cose cattive ho scoperto che Falciatrice è stata alimentata a gasolio e non ha gradito.
Ora è bloccata e l'erba cresce inesorabilmente.
Tutto il resto va da cani, cani compresi.
La vita continua, forse.
L'Informatico è rimasto a Milano, però si è lamentato che si cuoce (nel suo brodo).
Io sono rimasto a casa: una lunga e piacevole domenica di lavori domestici e non-lavori.
Fra le cose buone ho pulito tutta la cucina e cucinato passabilmente.
Fra le cose cattive ho scoperto che Falciatrice è stata alimentata a gasolio e non ha gradito.
Ora è bloccata e l'erba cresce inesorabilmente.
Tutto il resto va da cani, cani compresi.
La vita continua, forse.
15 luglio 2008
A volte ritornano
Fra venerdì e sabato ritorno in patria dalla Tunisia.
Un “overbooking” ci costringe una notte a Napoli.
Non sarebbe spiacevole se Laura non avesse fratturato la nona vertebra dorsale sulle scale umide del villaggio Valtur.
Nessuno ci aspetta all’aeroporto di Napoli, ma no, non è vero, ci attende un sollecito signore in camicia bianca a maniche lunghe che gentilmente ci libera del carrello portabagagli e dell’€uro di cauzione poco prima della partenza del taxi per l’hotel.
Poi, dopo una corsa dissennata sul porfido ineguale, veniamo sbarcati davanti all’Hotel 5 stelle che la compagnia aerea ha dovuto offrire.
La notte si chiude tragicamente sulla nona. Peccato che si tratti della dorsale di Laura e non della sinfonia di Beethoven.
Dopo circa otto ore la ragazza si riprende ed è in grado di raggiungere la terrazza al sesto piano per la colazione mentre io mi precipito sui taxi in attesa implorando un tragitto più lungo ma senza porfido verso Capodichino.
Arriviamo e mamma Alitalia si occupa finalmente di un imbarco adeguato, riservato e protetto mentre un altro signore indigeno si occupa del carrello portabagagli e dell’€uro incluso.
Il fatturato della “cauzione” dei carrelli portabagagli all’aeroporto di Napoli non è trascurabile; peccato non versarne una tangente ad Alitalia: uscirebbe dalla crisi.
Volo interno, quindi senza birra, verso Milano Linate.
All’arrivo la terra trema e sussurra: “a volte ritornano…” … decisamente siamo di bocca buona.
07 luglio 2008
Vacanze in scatola e congresso
Sono sempre più convinto che questo villaggio offra solo vacanze in scatola. Poco importa; avevo bisogno di staccare e ricaricare un po' le batterie e quindi tanto basta.
Un bel po' di libri, spiaggia, molto nuoto, il congresso in sordina.
Ieri cena a base di pesce, ovviamente con pagamento di supplemento; finalmente serviti a tavola e non più al self service: disastro.
Qui non sanno cos'è un ristorante e mettono a dirigerlo un animatore o un'animatrice: molta cordialità ma quanto a organizzazione siamo molto lontani.
La cena è trascorsa inesorabilmente lenta, con menù fisso e cadenzato; il nostro tavolo era un po' defilato quindi si sono dimenticati il vino, poi il contorno, poi ancora il vino. Però al momento del commiato ci hanno portato la nuova bottiglia di acqua fresca, che la precedente era terminata all'epoca delle tagliatelle.
I relatori girano un po' tristi. Siccome questo è un villaggio turistico nessuno li ossequia a sufficienza, anche se girano ostentando mocassini, calze lunghe e pantaloni stirati mentre noi peones giriamo in sandali e sotto i pantaloni il costume è sempre pronto per una nuotata.
So che manca qualche fotografia ma, a parte che i villaggi sono tutti uguali da Bali a Malindi, questa specie di internet point non permette di inserire la chiave USB nè altri supporti.
06 luglio 2008
Vacanze in scatola
Eccomi a Tabarka, villaggio Valtur, Tunisia.
Siamo qui per un congresso, ma è inevitabile essere immersi nella vita di questo villaggio.
Il villaggio è italiano e quindi la cucina è quella italiana omologata che si trova in tutti i ristoranti italiani da Copenaghen a Istambul, passando per le trattorie dei camionisti e le mense degli ospedali. Cambiano solo i frequentatori e il prezzo.
Qui il valore aggiunto sono le signore abbronzata e i mariti pallidi e flaccidi (come me) che si rincorrono ciabattando nelle infradito firmate, arraffando sempre il doppio di quello che si potrebbe mangiare al self-service, l'importante è non trovare il piatto di portata vuoto, derubato da quei maleducati che sono arrivati prima.
Il sonoro è un sottofondo rock deja vu e canzone italiana nostalgica, una sera c'è stata pure musica etnica sicula, che inizia verso le 9 del mattino e prosegue senza grandi variazioni sino alle 23.
Gli animatori non disdegnano l'occhiolino alle tardone, così come le animatrici ancheggiano gratuitamente per i loro mariti, però ci mettono anche un po' d'ironia.
In piscina si fa di tutto, ma proprio di tutto, tranne che nuotare.
Alla fine della serata si arriva con il rammarico di non aver partecipato alla visita al mercato del paese, alla gita in quad (squallido cammello motorizzato che puzza più del suo antenato), al corso di diving, a quello di golf e al torneo di bocce.
Tutti crollano stremati sul lettone nella camera climatizzata, domani è un altro giorno.
Però quando dico che faccio le vacanze in bicicletta o in trekking mi dicono: ma lei è pazzo, dottore!
Alla prossima vi racconto dei medici che frequentano il congresso. A presto.
Siamo qui per un congresso, ma è inevitabile essere immersi nella vita di questo villaggio.
Il villaggio è italiano e quindi la cucina è quella italiana omologata che si trova in tutti i ristoranti italiani da Copenaghen a Istambul, passando per le trattorie dei camionisti e le mense degli ospedali. Cambiano solo i frequentatori e il prezzo.
Qui il valore aggiunto sono le signore abbronzata e i mariti pallidi e flaccidi (come me) che si rincorrono ciabattando nelle infradito firmate, arraffando sempre il doppio di quello che si potrebbe mangiare al self-service, l'importante è non trovare il piatto di portata vuoto, derubato da quei maleducati che sono arrivati prima.
Il sonoro è un sottofondo rock deja vu e canzone italiana nostalgica, una sera c'è stata pure musica etnica sicula, che inizia verso le 9 del mattino e prosegue senza grandi variazioni sino alle 23.
Gli animatori non disdegnano l'occhiolino alle tardone, così come le animatrici ancheggiano gratuitamente per i loro mariti, però ci mettono anche un po' d'ironia.
In piscina si fa di tutto, ma proprio di tutto, tranne che nuotare.
Alla fine della serata si arriva con il rammarico di non aver partecipato alla visita al mercato del paese, alla gita in quad (squallido cammello motorizzato che puzza più del suo antenato), al corso di diving, a quello di golf e al torneo di bocce.
Tutti crollano stremati sul lettone nella camera climatizzata, domani è un altro giorno.
Però quando dico che faccio le vacanze in bicicletta o in trekking mi dicono: ma lei è pazzo, dottore!
Alla prossima vi racconto dei medici che frequentano il congresso. A presto.
30 giugno 2008
Onomastico felice
29 giugno 2008, giorno dei Santi Pietro e Paolo.
Scandito dagli sms di auguri di buon onomastico, potenza della multimedialità, abbiamo completato un piccolo ma significativo itinerario a piedi: dall’Ospizio Bernina all’Alp Grum.
Avevamo tentato con le ciaspole in gennaio ma una tormenta di neve e la mancanza di una traccia ci aveva portato vicini a una tragedia.
Oggi GPS, mappe, segnali e Google Hearth ci hanno permesso di tracciare il percorso che rifaremo con le ciaspole e con la neve del prossimo inverno.
Il percorso è banale d’estate, ma è stata la nostra prima uscita dopo mesi di lavoro quasi frustrante.
Grazie degli auguri a Giovi, Gabri, Marco, Concettina, Angela, Costy, Chris, Va’, Ve’, Paolone, Mauro e la sua tribù, Maddy, Peppino, e tutti quelli che mi hanno fatto sentire la loro presenza.
Nelle ultime settimane ho anche conosciuto altri lettori del blog: Chiara e Valeria. La multimedialità non è poi così alienante.
26 giugno 2008
Giornata bestiale, ma non più di altre
Dovrebbe essere la fine di giugno. Domenica è il mio onomastico. La Pediatria dovrebbe essere semivuota con medici e infermiere e mamme in partenza per le ferie.
Infatti la giornata comincia nella sarabanda infernale di una notte con quattro ricoveri e cartelle ancora da fare per l'andirivieni continuo dal Pronto Soccorso.
La mattina prosegue fra bambini che salgono dal PS, genitori che sbagliano l'orario e si presentano con due ore d'anticipo e intanto siedono in corridoio e altri che arrivano sperando in una fibroscopia che arriverà solo a mezzogiorno ma non sarà diagnostica e un day hospital che arriva da lontano ma la mamma, che è Colombiana, non sa perchè è dovuta venire a fare il day hospital e quindi non è passata dall'accettazione e non sa cosa fare dell'impegnativa.
Le dottoresse trottano come a S. Siro. Stefy sorride e le riesce bene; Concetta è arrivata ieri dalla Sicilia, sperava di offrire i dolci che ha portato e invece viene buttata subito a far cartelle, ma il sorriso non muore, beata lei.
Il primario ha da fare ecografie, rispondere al telefono, difendersi dal telefono, non ha timbrato perchè ha perso il badge ma tanto ha 2000 ore (duemila sì, non è un modo di dire) di plus orario e non gli interessa. Tanti e tante lo cercano e non può farsi negare come sostiene quell'altra dottoressa che domani si sposa a Messina e lui ha detto che non andrà, ma lei non ci crede e si è offesa.
Un altro medico arriva con la figlia e deve partire per le vacanze e non vorrebbe disturbare ma la bambina deve essere vista anche lei e la Direzione Sanitaria vuole che due cartelle siano chiuse entro mezzogiorno vabbè che non sono trascorsi i termini ma servono le fotocopie per una consulenza decisa in un altro ospedale dove abbiamo trasferito un bambino.
Arriva un altro bimbo che era già arrivato due giorni fa e aveva mangiato una sigaretta e gli abbiamo fatto una lavanda gastrica ma adesso respira male e la mamma non è convinta.
Alle undici arriva un amico e Collega, era il mio primario tanto tempo fa; adesso è in pensione e vorrebbe che uscissimo a pranzo, ma è arrivato alle undici e cosa deve fare?
La caposala mi ricorda che alle sedici c'è una riunione di budget con il direttore amministrativo che prima era un bancario e vuole occuparsi di spesa sanitaria ma non può decidere.
Vincenzo ha vinto il concorso e arriva mentre io vorrei uscire a pranzo con Gilberto ma non vuole venire a pranzo con noi.
Deve ripartire per Lamezia Terme in serata vabbè ti accompagno io al treno a Colico ma solo alle quindici, poi vedrai che arrivi a Linate.
Mentre tento di uscire arrivano due informatori del farmaco; ho appena chiuso le cartelle che la Direzione Sanitaria voleva, ho fatto due ecografie e andiamo finalmente a pranzo a Dongo.
Torno in reparto dopo pranzo, faccio un'ecografia e via a Colico ad accompagnare Vincenzo al treno poi di nuovo indietro per la riunione con il Direttore Amministrativo.
Sono in ritardo di un quarto d'ora e mi infilo in un ingorgo sulla statale mentre la fida SLK mi annuncia di essere in riserva di carburante.
Arrivo in ritardo alla riunione mentre Laura mi telefona che la Dottoressa di Messina ha telefonato inviperita da Messina perchè non andremo al matrimonio mentre la segretaria dello studio mi chiede se sono disposto a fare un visita alle 18.30.
Finisco la riunione e arriva una mamma a mostarmi un elettroencefalogramma mentre dal Pronto Soccorso vorrebbero un'ecografia all'addome di una bambina che una volta aveva un'appendicite e io l'avevo diagnosticata ma il chirurgo diceva di no e allora la mamma era partita per il mare invece l'appendicite c'era e l'avevano operata a Savona e adesso ha mal di pancia e l'ecografia devo farla io.
Faccio quasi tutto e riparto per lo studio che sono già le 18.30 ma la SLK è in riserva e devo trovare un distributore.
Lo trovo e arrivo allo studio con solo mezz'ora di ritardo ma la segretaria non mi sorride: sono in ritardo di mezz'ora.
Riparto alla 19.30 e mi fiondo in stazione a prendere Laura che arriva da Lecco; naturalmente il treno oggi è in orario.
Cena e finalmente quasi a letto. Sono le 23 e ho ancora voglia di scrivere un post.
Adesso finalmente potrò leggere qualche pagina del romanzo che ho acquistato ieri al supermercato.
Infatti la giornata comincia nella sarabanda infernale di una notte con quattro ricoveri e cartelle ancora da fare per l'andirivieni continuo dal Pronto Soccorso.
La mattina prosegue fra bambini che salgono dal PS, genitori che sbagliano l'orario e si presentano con due ore d'anticipo e intanto siedono in corridoio e altri che arrivano sperando in una fibroscopia che arriverà solo a mezzogiorno ma non sarà diagnostica e un day hospital che arriva da lontano ma la mamma, che è Colombiana, non sa perchè è dovuta venire a fare il day hospital e quindi non è passata dall'accettazione e non sa cosa fare dell'impegnativa.
Le dottoresse trottano come a S. Siro. Stefy sorride e le riesce bene; Concetta è arrivata ieri dalla Sicilia, sperava di offrire i dolci che ha portato e invece viene buttata subito a far cartelle, ma il sorriso non muore, beata lei.
Il primario ha da fare ecografie, rispondere al telefono, difendersi dal telefono, non ha timbrato perchè ha perso il badge ma tanto ha 2000 ore (duemila sì, non è un modo di dire) di plus orario e non gli interessa. Tanti e tante lo cercano e non può farsi negare come sostiene quell'altra dottoressa che domani si sposa a Messina e lui ha detto che non andrà, ma lei non ci crede e si è offesa.
Un altro medico arriva con la figlia e deve partire per le vacanze e non vorrebbe disturbare ma la bambina deve essere vista anche lei e la Direzione Sanitaria vuole che due cartelle siano chiuse entro mezzogiorno vabbè che non sono trascorsi i termini ma servono le fotocopie per una consulenza decisa in un altro ospedale dove abbiamo trasferito un bambino.
Arriva un altro bimbo che era già arrivato due giorni fa e aveva mangiato una sigaretta e gli abbiamo fatto una lavanda gastrica ma adesso respira male e la mamma non è convinta.
Alle undici arriva un amico e Collega, era il mio primario tanto tempo fa; adesso è in pensione e vorrebbe che uscissimo a pranzo, ma è arrivato alle undici e cosa deve fare?
La caposala mi ricorda che alle sedici c'è una riunione di budget con il direttore amministrativo che prima era un bancario e vuole occuparsi di spesa sanitaria ma non può decidere.
Vincenzo ha vinto il concorso e arriva mentre io vorrei uscire a pranzo con Gilberto ma non vuole venire a pranzo con noi.
Deve ripartire per Lamezia Terme in serata vabbè ti accompagno io al treno a Colico ma solo alle quindici, poi vedrai che arrivi a Linate.
Mentre tento di uscire arrivano due informatori del farmaco; ho appena chiuso le cartelle che la Direzione Sanitaria voleva, ho fatto due ecografie e andiamo finalmente a pranzo a Dongo.
Torno in reparto dopo pranzo, faccio un'ecografia e via a Colico ad accompagnare Vincenzo al treno poi di nuovo indietro per la riunione con il Direttore Amministrativo.
Sono in ritardo di un quarto d'ora e mi infilo in un ingorgo sulla statale mentre la fida SLK mi annuncia di essere in riserva di carburante.
Arrivo in ritardo alla riunione mentre Laura mi telefona che la Dottoressa di Messina ha telefonato inviperita da Messina perchè non andremo al matrimonio mentre la segretaria dello studio mi chiede se sono disposto a fare un visita alle 18.30.
Finisco la riunione e arriva una mamma a mostarmi un elettroencefalogramma mentre dal Pronto Soccorso vorrebbero un'ecografia all'addome di una bambina che una volta aveva un'appendicite e io l'avevo diagnosticata ma il chirurgo diceva di no e allora la mamma era partita per il mare invece l'appendicite c'era e l'avevano operata a Savona e adesso ha mal di pancia e l'ecografia devo farla io.
Faccio quasi tutto e riparto per lo studio che sono già le 18.30 ma la SLK è in riserva e devo trovare un distributore.
Lo trovo e arrivo allo studio con solo mezz'ora di ritardo ma la segretaria non mi sorride: sono in ritardo di mezz'ora.
Riparto alla 19.30 e mi fiondo in stazione a prendere Laura che arriva da Lecco; naturalmente il treno oggi è in orario.
Cena e finalmente quasi a letto. Sono le 23 e ho ancora voglia di scrivere un post.
Adesso finalmente potrò leggere qualche pagina del romanzo che ho acquistato ieri al supermercato.
20 giugno 2008
Pinturicchio
Ieri partenza per il primo viaggetto dell'anno; la mèta sarebbe Perugia con la mostra del Pinturicchio.
Le settimane di pioggia e la stanchezza delle ultime settimane ci hanno suggerito un approccio soffice al viaggio.
E infatti abbiamo fatto tappa a Trevi nella valle del Tevere.
Questa valle è uno dei posti più rilassanti, anche se chi ci abita forse la pensa diversamente.
Qualche vigneto e gli uliveti a perdita d'occhio sugeriscono che nei torchi e nei frantoi la tradizione cerchi di coesistere con il progresso.
La tentazione di cedere alla suggestione commerciale per turisti di bocca buona è tangibile.
Oggi vederemo Trevi, Spello ed Assisi per arrivare alla Galleria dell'Umbria a metà pomeriggio.
09 giugno 2008
La crisi del medico di famiglia
Due pazienti su tre lo evitano: meglio il pronto soccorso.
Questo titolo un po’ provocatorio è in prima pagina su “La Stampa” di oggi.
Pronta la risposta di un Medico di Famiglia all’intervista a pagina 11: “E’ vero, non possiamo farci nulla. Colpa dei pazienti troppo ansiosi."
Fin qui tutto bene.
Non mi schiero; faccio l’ospedaliero e sono felice; l’unico periodo infelice della mia vita è stato quando ho tentato di fare il Pediatra di Libera Scelta (si fa per dire: è un eufemismo).
Il problema è un altro.
Da anni il Ministro della Sanità, qualunque sia la sua bandiera, il suo nome e la sua età, però mi viene in mente un nome a caso, da anni, dicevo, il Ministro della Sanità Italiana riduce il numero degli Ospedali e degli ospedalieri sostenendo che la Medicina si fa e si deve fare sul territorio.
Infatti sul territorio si guadagna di più e non c’è un primario lazzarone, di nomina politica, a rompere i santissimi.
Bene.
Venisse il Ministro in Pronto Soccorso una mattina qualsiasi!
Mi verrebbe da auguragli di capitare, magari picchiato da una banda di balordi, senza essere riconosciuto, un sabato e in ora di discoteca, ma non posso: ai miei tempi si insegnava ancora la buona educazione.
Questo titolo un po’ provocatorio è in prima pagina su “La Stampa” di oggi.
Pronta la risposta di un Medico di Famiglia all’intervista a pagina 11: “E’ vero, non possiamo farci nulla. Colpa dei pazienti troppo ansiosi."
Fin qui tutto bene.
Non mi schiero; faccio l’ospedaliero e sono felice; l’unico periodo infelice della mia vita è stato quando ho tentato di fare il Pediatra di Libera Scelta (si fa per dire: è un eufemismo).
Il problema è un altro.
Da anni il Ministro della Sanità, qualunque sia la sua bandiera, il suo nome e la sua età, però mi viene in mente un nome a caso, da anni, dicevo, il Ministro della Sanità Italiana riduce il numero degli Ospedali e degli ospedalieri sostenendo che la Medicina si fa e si deve fare sul territorio.
Infatti sul territorio si guadagna di più e non c’è un primario lazzarone, di nomina politica, a rompere i santissimi.
Bene.
Venisse il Ministro in Pronto Soccorso una mattina qualsiasi!
Mi verrebbe da auguragli di capitare, magari picchiato da una banda di balordi, senza essere riconosciuto, un sabato e in ora di discoteca, ma non posso: ai miei tempi si insegnava ancora la buona educazione.
29 maggio 2008
Bergamo e l'Accademia Carrara
Oggi gita a Bergamo. No non credeteci. In realtà dovevo andare a discutere alcuni casi clinici ai Riuniti.
Poi però ce ne siamo andati all'Accademia Carrara.
L'Accademia Carrara è una delle più belle pinacoteche del nord Italia.
Se facciamo una proporzione con le dimensioni di Bergamo, che sostanzialmente non è una grande città, questa è una delle pinacoteche più grandi e importanti, paragonabile a Dijon e superiore alla Tosio Martinengo di Brescia.
C'è quasi tutto, Raffaello, Durer, Bellini, Mantegna, Bergognone, i due Ferrari, Luini, Crivelli, Signorelli...
Ora l'Accademia Carrara chiuderà per restauri per almeno due anni e mi è sembrato giusto andare a rivedermela.
Chissà dove saremo, se ci saremo e cosa useremo fra due anni...
24 maggio 2008
Rimini
16 maggio 2008
Il Museo Egizio (e gli psicologi)
E’ una della mete obbligate di Torino, come la Mole Antonelliana.
Ieri sono stato a visitare la Galleria Sabauda, ricca raccolta di pittura sistemata al piano superiore al Museo Egizio.
Nell’atrio del museo, nella strada antistante e nel raggio die due-trecento metri si accalcavano decine di scolaresche, perlopiù di scuole elementare o media.
Questi bambini e ragazzi correvano, disturbavano, imprecavano, importunavano più o meno inconsciamente chiunque si trovasse suo malgrado nelle vicinanze.
Gli insegnanti assistevano indifferenti; solo una giovane maestra a un certo punto ha urlato il suo disappunto.
Al ristorante cerco sempre di mettermi piuttosto lontano dai tavoli con bambini.
Mangiano con le mani, ruttano, corrono fra i tavoli, giocano e disturbano fra l’ammirazione o l’indifferenza dei genitori.
Qualcuno raggiunge vertici insuperati di fantasia quali infilare il cellulare del padre nella caraffa dell’acqua, nella costernazione vera o finta dei commensali.
Qundo diventano adolescenti leggiamo sempre più spesso sui giornali quello che fanno quando i genitori non li vedono.
Quando faccio notare questi comportamenti in ambulatorio, perché evidentemente si comportano così anche in ambulatorio, i genitori sono unanimi: la colpa è della scuola che non insegna più nulla, né l’educazione né alcunché.
Ma dottore non si potrebbe sentire uno psicologo?
Mi permetto una breve considerazione: la giornata è di 24 ore, minuto più, minuto meno; la durata delle lezioni è al massimo di cinque ore, minuto più minuto meno.
Chi è quindi responsabile del comportamento idiota di buona parte dei nostri figli? ovviamente la scuola!
E allora rassegnamoci a leggere sui giornali quando l’inciviltà passa la misura.
Anche Tutankamon, appena uscito dall'adolescenza, pare non sia morto nel suo letto.
La colpa è della scuola. Per una volta non è colpa della malasanità, ma non si sa mai.
Ieri sono stato a visitare la Galleria Sabauda, ricca raccolta di pittura sistemata al piano superiore al Museo Egizio.
Nell’atrio del museo, nella strada antistante e nel raggio die due-trecento metri si accalcavano decine di scolaresche, perlopiù di scuole elementare o media.
Questi bambini e ragazzi correvano, disturbavano, imprecavano, importunavano più o meno inconsciamente chiunque si trovasse suo malgrado nelle vicinanze.
Gli insegnanti assistevano indifferenti; solo una giovane maestra a un certo punto ha urlato il suo disappunto.
Al ristorante cerco sempre di mettermi piuttosto lontano dai tavoli con bambini.
Mangiano con le mani, ruttano, corrono fra i tavoli, giocano e disturbano fra l’ammirazione o l’indifferenza dei genitori.
Qualcuno raggiunge vertici insuperati di fantasia quali infilare il cellulare del padre nella caraffa dell’acqua, nella costernazione vera o finta dei commensali.
Qundo diventano adolescenti leggiamo sempre più spesso sui giornali quello che fanno quando i genitori non li vedono.
Quando faccio notare questi comportamenti in ambulatorio, perché evidentemente si comportano così anche in ambulatorio, i genitori sono unanimi: la colpa è della scuola che non insegna più nulla, né l’educazione né alcunché.
Ma dottore non si potrebbe sentire uno psicologo?
Mi permetto una breve considerazione: la giornata è di 24 ore, minuto più, minuto meno; la durata delle lezioni è al massimo di cinque ore, minuto più minuto meno.
Chi è quindi responsabile del comportamento idiota di buona parte dei nostri figli? ovviamente la scuola!
E allora rassegnamoci a leggere sui giornali quando l’inciviltà passa la misura.
Anche Tutankamon, appena uscito dall'adolescenza, pare non sia morto nel suo letto.
La colpa è della scuola. Per una volta non è colpa della malasanità, ma non si sa mai.
15 maggio 2008
Ancora Torino
Torino, Congresso della Società Nazionale di Neonatologia
Aggiungi immagine, cioè io che ci faccio qui? Forse ho lavorato troppo, ma non reggo più certi colleghi.
Questa mattina in albergo ai tavoli vicini si sentiva parlare solo di soldi e lavoro…
Comunque ho incontrato qualche amico, ho visto qualche persona antipatica; per fortuna di nemici qui non dovrei averne.
Mattina dedicata al convegno, poi sono fuggito in bicicletta.
Torino è un po’ tutta l’Italia; è vero che anche questo è un luogo comune, ma qui si percepisce che si è fatto almeno un pezzo di questo paese che affonda.
Le fisionomie sono quelle piemontesi e quelle di tutte le province del sud.
Le Olimpiadi sono state una buona occasione per fare quell’ordine e quella pulizia che Torino non ricordava più negli ultimi trent’anni.
Sono alloggiato in un albergo lussuoso dentro al Lingotto, lo storico stabilimento Fiat con la pista di collaudo sul tetto.
Ed è stato proprio nel ristorante sul tetto che ho rivisto questa sera un vecchio amico dei tempi di Verona.
Se la giornata mi ha fatto rivedere Torino e il suo sapore dalla posizione forse scomoda, ma privilegiata, del sellino della mia fidata bicicletta, la serata è stata l’occasione per fare un po’ di pace con l’ambiente medico.
14 maggio 2008
Torino
Finalmente lontano da quell’ospedale.
Viaggio da tregenda. Avevo sempre pensato che la strada più breve per andare da casa mia a Torino fosse l’autostrada Milano-Torino.
Invece no. La solerte Chiara, voce del temibile navigatore Tom-Tom mi ha informato che avrei fatto prima a imboccare la Milano-Genova, poi Alessandri-Asti e Torino.
E infatti così sarebbe stato se l’autostrada non fosse stata chiusa a Groppello Cairoli.
Mi è toccato attraversare la Lomellina dopo le 22, seguendo il fido navigatore, poi, a Casale Monferrato, ho ripreso l’autostrada.
Avevo fame; dopo aver scartato i vari banali e plastificati autogrill finalmente Torino.
Alla prima rotonda, vicino a un distributore Agip sfolgorava il furgone di Nico.
7-8 tipi di panini caldi, 2-3 tipi di birra mentre due o tre puttane battevano il marciapiede lì vicino.
Mi sono sfamato con un sontuoso panino caldo con porchetta calda e birra gelida attorniato da strani tipi in cerca di una scusa per tirare mattino.
Questa è vita!!
Viaggio da tregenda. Avevo sempre pensato che la strada più breve per andare da casa mia a Torino fosse l’autostrada Milano-Torino.
Invece no. La solerte Chiara, voce del temibile navigatore Tom-Tom mi ha informato che avrei fatto prima a imboccare la Milano-Genova, poi Alessandri-Asti e Torino.
E infatti così sarebbe stato se l’autostrada non fosse stata chiusa a Groppello Cairoli.
Mi è toccato attraversare la Lomellina dopo le 22, seguendo il fido navigatore, poi, a Casale Monferrato, ho ripreso l’autostrada.
Avevo fame; dopo aver scartato i vari banali e plastificati autogrill finalmente Torino.
Alla prima rotonda, vicino a un distributore Agip sfolgorava il furgone di Nico.
7-8 tipi di panini caldi, 2-3 tipi di birra mentre due o tre puttane battevano il marciapiede lì vicino.
Mi sono sfamato con un sontuoso panino caldo con porchetta calda e birra gelida attorniato da strani tipi in cerca di una scusa per tirare mattino.
Questa è vita!!
08 maggio 2008
Flikr? Flikr!
Da qualche tempo ho scoperto Flikr. Penso sappiate tutti che è una specie di Anobii delle fotografie.
Cioè noi ci mettiamo le nostre fotografie, poi gli altri magari le guardano.
In realtà la cosa non è così peregrina.
Da quando esiste la fotografia digitale, e quasi tutti la usano, il problema è diventato: che ne sarà delle nostre foto?
Inesorabilmente i supporti ottici e magnetici si deteriorano quindi metter le foto on line è uno dei tanti (o pochi?) sistemi per salvare le nostre immagini.
E infatti ho cominciato e alcune foto sono pubbliche, altre private, forse a futura memoria.
Poi ho visto che alcune immagini, che mi sono costate tempo, fatica e risorse, non interessano a nessuno.
Altre esercitazioni di elaborazione, qualcuna in bianco e nero, qualcuna proprio banale, hanno avuto invece un grande successo.
Che ne dicono i 20 lettori? Provate a guardare questa strana galleria e vediamo se l’impressione è proprio questa.
Poi tornerò a raccontarvi le mia giornate demenziali di ospedale, le uniche che suscitano interesse. Almeno a giudicare dai commenti.
Cioè noi ci mettiamo le nostre fotografie, poi gli altri magari le guardano.
In realtà la cosa non è così peregrina.
Da quando esiste la fotografia digitale, e quasi tutti la usano, il problema è diventato: che ne sarà delle nostre foto?
Inesorabilmente i supporti ottici e magnetici si deteriorano quindi metter le foto on line è uno dei tanti (o pochi?) sistemi per salvare le nostre immagini.
E infatti ho cominciato e alcune foto sono pubbliche, altre private, forse a futura memoria.
Poi ho visto che alcune immagini, che mi sono costate tempo, fatica e risorse, non interessano a nessuno.
Altre esercitazioni di elaborazione, qualcuna in bianco e nero, qualcuna proprio banale, hanno avuto invece un grande successo.
Che ne dicono i 20 lettori? Provate a guardare questa strana galleria e vediamo se l’impressione è proprio questa.
Poi tornerò a raccontarvi le mia giornate demenziali di ospedale, le uniche che suscitano interesse. Almeno a giudicare dai commenti.
01 maggio 2008
S. Croce a Naro
Non ci credevo. Dopo due mesi giusti di lavoro senza sosta, senza respiro e senza requie sono riuscito a ritagliarmi un paio d’ore.
No, niente Mar Baltico, niente bicicletta sulla pista dell’Adda, neanche alla libreria Cattaneo a Lecco.
Sono salito parte in auto, parte a piedi, sino alla frazione di Naro; non sono neppure uscito dal Comune di Gravedona.
C’era la festa di S. Croce e sono riuscito a vedere gli affreschi della chiesa omonima, dopo quattro anni di attesa.
L’Ospedale era sempre a portata di voce e di vista…
Pensare che avrei voluto cambiare l’automobile… ma per fare? Per salire fino a Livo; poi no, da Livo l’Ospedale non si vede, meglio stare più vicini.
28 aprile 2008
Nico e Maddy
Giornata cominciata male.
Strano, il lunedì solitamente sono di buon umore, invece oggi va tutto storto.
Il Pronto Soccorso manda su in reparto solo scemenze. Una varicella, un bambino che ha un foruncolo “sottopelle” e uno che ha vomitato il latte.
Cosa c’entra una varicella, un foruncolo e un vomito episodico? Non lo so; oggi si demanda tutto e tutto merita una visita in Pronto Soccorso ma soprattutto una valutazione specialistica.
Forse una varicella vista dal pediatra diventa una Varicella altrimenti sarebbe solo una varicella.
In amministrazione al terzo piano me la sbrigo più in fretta del previsto.
Poi mi ricordo che in reparto c’è Nicola con la sciura Roberta e il papà.
Sì, l’umore sta decisamente migliorando. Difficile resistere al sorriso della mamma Roberta e alla tranquillità rassicurante del papà di Nico.
Poi arriva anche Maddy, al secolo Maddalena Mamoli.
La sala giochi ha finalmente una padrona e anche il mio malumore si scioglie definitivamente.
Massì, non è poi male neanche questa Pediatria zoppicante.
26 aprile 2008
Odio e amo
Sulla maggior parte dei blog impazzano gli Odi et Amo. Bellissimi: tutti amano la sincerità e l’onestà; quasi tutti odiano la falsità e la disonestà.
Infatti le elezioni di 53 anni e due repubbliche l’hanno sempre dimostrato.
Allora provo a mia volta.
Odio:
Il processo stocastico.
L’approccio euristico.
Le meringhe.
Amo:
La decussazione piramidale.
La Golf.
Le aringhe.
E con questa mi sono allineato: anche il mio blog ha un Odi et Amo.
Infatti le elezioni di 53 anni e due repubbliche l’hanno sempre dimostrato.
Allora provo a mia volta.
Odio:
Il processo stocastico.
L’approccio euristico.
Le meringhe.
Amo:
La decussazione piramidale.
La Golf.
Le aringhe.
E con questa mi sono allineato: anche il mio blog ha un Odi et Amo.
20 aprile 2008
Elogio delle scale, ma solo in ospedale
Sabato, come sempre, un sabato in Pediatria.
Inizia la solita processione dal Pronto Soccorso, una bronchite, due bronchiti, una polmonite vista ieri che ho tentato di curare a casa, una gastroenterite.
Una piccola lattante con serie difficoltà respiratorie che avrebbe potuto arrivare in ospedale uno o due giorni prima con grande beneficio per tutti, e infatti sono ancora qui alle due di notte a scrivere quello che è successo ieri mattina.
Non si fa in tempo e compilare le cartelle cliniche, terapia e via; le mamme per lo più sorridono, va ancora bene.
Per ora nessun malcontento che si lamenta che aspetta mezz’ora in quanto nel frattempo nasce un prematuro, facciamo un’ecografia e visitiamo il bambino che era arrivato prima e poi mi chiamano al telefono perché ne sono arrivati altri due in Pronto Soccorso e un’altra mamma vuole un consiglio telefonico perché il bambino ha mangiato cinquanta pastiglie di fluoro per la carie; ma dove le teneva?
E allora venga in Pronto Soccorso che intanto telefoniamo al Centro Antiveleni, tanto lo so che la dose non è tossica, ma la mamma che lascia in giro le pastiglie potrebbe anche aver sbagliato i conti, ma non può portarlo perché ne ha un altro di bambino e a chi lo lascia, ma non ci sono più le suocere?
E allora potrei richiamarla io dopo aver sentito il Centro Antiveleni?
Ma come? Cercano su internet come si cura la dermatite del culetto e non trovano il numero di un Centro Antiveleni? Io non li invidio quelli che devono rispondere al loro telefono… garantito al limone.
Rimango della mia idea che non dovrebbe essere obbligatorio mettere al modo figli e le automobili dovrebbero costruirle con i sedili non ribaltabili.
Eppure dalla pubblicità ammiccano bambini paffuti con madri sorridenti e padri disponibili, sempre in giro fra mulini bianchi, automobili tirate a lucido, biberon sterili e cielo sempre sereno.
Per fortuna ogni tanto piove e non mi rammarico troppo perchè ho pedalato solo quattro ore e camminato altre due dall’inizio dell’anno.
Forse dovrei fare le scale e non prendere sempre l’ascensore in ospedale.
Inizia la solita processione dal Pronto Soccorso, una bronchite, due bronchiti, una polmonite vista ieri che ho tentato di curare a casa, una gastroenterite.
Una piccola lattante con serie difficoltà respiratorie che avrebbe potuto arrivare in ospedale uno o due giorni prima con grande beneficio per tutti, e infatti sono ancora qui alle due di notte a scrivere quello che è successo ieri mattina.
Non si fa in tempo e compilare le cartelle cliniche, terapia e via; le mamme per lo più sorridono, va ancora bene.
Per ora nessun malcontento che si lamenta che aspetta mezz’ora in quanto nel frattempo nasce un prematuro, facciamo un’ecografia e visitiamo il bambino che era arrivato prima e poi mi chiamano al telefono perché ne sono arrivati altri due in Pronto Soccorso e un’altra mamma vuole un consiglio telefonico perché il bambino ha mangiato cinquanta pastiglie di fluoro per la carie; ma dove le teneva?
E allora venga in Pronto Soccorso che intanto telefoniamo al Centro Antiveleni, tanto lo so che la dose non è tossica, ma la mamma che lascia in giro le pastiglie potrebbe anche aver sbagliato i conti, ma non può portarlo perché ne ha un altro di bambino e a chi lo lascia, ma non ci sono più le suocere?
E allora potrei richiamarla io dopo aver sentito il Centro Antiveleni?
Ma come? Cercano su internet come si cura la dermatite del culetto e non trovano il numero di un Centro Antiveleni? Io non li invidio quelli che devono rispondere al loro telefono… garantito al limone.
Rimango della mia idea che non dovrebbe essere obbligatorio mettere al modo figli e le automobili dovrebbero costruirle con i sedili non ribaltabili.
Eppure dalla pubblicità ammiccano bambini paffuti con madri sorridenti e padri disponibili, sempre in giro fra mulini bianchi, automobili tirate a lucido, biberon sterili e cielo sempre sereno.
Per fortuna ogni tanto piove e non mi rammarico troppo perchè ho pedalato solo quattro ore e camminato altre due dall’inizio dell’anno.
Forse dovrei fare le scale e non prendere sempre l’ascensore in ospedale.
12 aprile 2008
More solito
Solito week end in ospedale; speriamo sia uno degli ultimi.
E se non lo fosse lo diventerà per causa di forza maggiore.
Solito giro in reparto, dimissioni, processione dal Pronto Soccorso come se fosse il Corpus Domini; anzi siccome le processioni non le organizza più nessuno ecco che il Pronto Soccorso ne è diventato un buon sostituto.
Ieri è arrivata Sara, la famosa e piccola Sara che scrive sul blog!
Beh, è proprio come la immaginavo sostanzialmente.
Dovrebbe essere rimasta impressionata. Nel giro di dieci minuti ha conosciuto tre primari assortiti oltre a un urologo e due pediatri giovani, poi svariate infermiere, alcuni tentativi di fare il caffè, di cui solo il quarto è riuscito…
Noi abbiamo conosciuto solo suo marito.
Bene, buona domenica!
E se non lo fosse lo diventerà per causa di forza maggiore.
Solito giro in reparto, dimissioni, processione dal Pronto Soccorso come se fosse il Corpus Domini; anzi siccome le processioni non le organizza più nessuno ecco che il Pronto Soccorso ne è diventato un buon sostituto.
Ieri è arrivata Sara, la famosa e piccola Sara che scrive sul blog!
Beh, è proprio come la immaginavo sostanzialmente.
Dovrebbe essere rimasta impressionata. Nel giro di dieci minuti ha conosciuto tre primari assortiti oltre a un urologo e due pediatri giovani, poi svariate infermiere, alcuni tentativi di fare il caffè, di cui solo il quarto è riuscito…
Noi abbiamo conosciuto solo suo marito.
Bene, buona domenica!
07 aprile 2008
Addio, sciura Bruna
Pensò: che confusione! Ma era già, eterno e ineffabile, il pensiero della mente in cui la sua si era sciolta.
(L. Sciascia)
Addio, sciura Bruna,
non so piangere al momento giusto, scusami.
Anche tu non sapevi piangere e ridere al momento giusto.
Per questo eravamo amici, di un'amicizia che non è quella fra genero e suocera.
Adesso non puoi più attaccare briga con il sciur Peppino e neppure con Laura.
Io continuerò in sordina a prenderti in giro perchè non so piangere al momento giusto ma ti ho voluto sempre bene.
Aspettavamo il momento per un nuovo viaggio; avevo scelto la Camargue. Tu ora puoi andarci quando vuoi.
E so quale è stato il tuo ultimo pensiero: che confusione!
31 marzo 2008
Il politometro e voi siete qui
In questa convulsa campagna elettorale impazzano in rete alcuni giochini.
I più divertenti sono “Voi siete qui” e “Il politometro”.
Tu rispondi a rispettivamente 25 e 15 domande e questi ti indicano quale sarà probabilmente il tuo voto.
“Voi siete qui” dice che io sono equidistante e vicino a Socialisti, Italia dei Valori e PD; ovviamente molto lontano dalla Lega e da tutti gli integralisti cattolici e/o marxisti per i quali non vale sprecare nemmeno le maiuscole.
“Il polimetro” invece dice che sono un laico moderato e progressista e mi mette vicino ai Socialisti, ma fra me e il PD ci stanno i comunisti.
Mah… Pensare che mi è simpatico Fini…
Come avrai capito “Mei ramà scià cagneui!” (per chi non fosse lombardo: i cani danno molta più soddisfazione).
Che domenica bestiale!
Primo giorno del'ora legale, quindi risveglio travagliato con le sveglie, però Oregon Scientific nell'ultima ora che avrebbe dovuto essere di sonno recupera l'ora legale e irride Nokia che non recupererà più.
Colazione con caffè, toast, un po' di yoghurt alla ciliegia da discount e telefonata della Marcella infermiera.
Da un ospedale vicino ci trasferiscono una bronchiolite, dovrebbero trasferirla alla loro casa madre ma non gli piace, non gli interessa e poi l'erba e il primario del vicino sono sempre più verdi, specie un primario che lavora di domenica per risparmiare la forza lavoro che sennò non fa i recuperi e poi è simpatico (la forza lavoro sarebbe un maschio nella fattispecie).
Comunque finisco la colazione e mi fiondo sulla rossa Golf che tanto sono reperibile anche se mi fermano.
Non c'è Wanda (il primario rianimatore) quindi posso occupare il suo posto nel parcheggio che almeno al mattino è all'ombra.
Giornata eccezionale, direbbe Sara, in Pronto Soccorso il grande senologo e me in Pediatria.
Arrivano in rapida sequenza una faringite, due gemelli lattanti senegalesi che evacuano con dolore e grugniti nonchè un bambino della montagna che tossisce, poi un' altra lattantona con l'asma.
Poi arriva la bronchiolite ed è pallida, ha due mesi, una mamma piccola, giovane e spaventata, ma la sistemeremo.
Il radiologo non c'è, in laboratorio c'è una persona che crede che lavorare di domenica sia una persecuzione personale nei suoi confronti nonchè una scellerataggine suprema.
Bene o male facciamo il giro dei ricoverati, ma ve ne risparmio la descrizione.
Giorgio continua a mandarmi visite dal Pronto Soccorso. Pranzo in mensa con un internista che si chiama Rusco, ed è un bel nome, poi due neurochirurghi simpatici, maschio e femmina, con lasagne vegetariane e bresaola senza condimento; siamo sempre a dieta e i parenti di due ricoverati dal tavolo vicino spengono il televisore della mensa per ascoltare i nostri discorsi del c.... Non mi sono mai sentito Ippocrate come in mensa oggi.
Pomeriggio noioso; sempre da Pronto Soccorso per scemenze. Ma perchè li mettono al mondo se non sano affronatre nemmeno un conato di vomito?
Telefonate dello stesso tenore: è caduto dal letto, ha un bernoccolo e gli fa male, che facciamo? Veda lei, se vuol portarmelo sono sempre qui. Se non gli facesse male sarebbe peggio ma non ha alcun senso dell'umorismo.
Arriviamo all'ora di cena.
Finalmente mi tolgo il camice e pregusto la cena dai suoceri ma arrivano altri due fratellini dal Pronto Soccorso.
Lui ha diarrea, no, cioè ha scaricato una volta sola ma molle e tre giorni fa ha vomitato, però mangia di gusto e sta sostanzialmente bene. E allora? Però la sorella ha diarrea, febbre e vomito e non mangia nulla da cinque giorni.
Allora la ricoveriamo, no la mamma non vuole, si mette a piangere e vuole tornare a casa, la mamma e anche i due bambini, che non sono stati lavati da qualche giorno perchè sono ammalati, capirà dottore, ma come no? La mamma si è lavata? mah... nel casino non si capisce, ma propenderei per il no.
Prescrivo una bella terapia, a volte ne prescrivo anche di brutte però scrivo sempre in stampatello perchè i medici scrivono da cane; mi lavo, almeno io e almeno le mani, e via sulla Golf a vedere se i suoceri mi hanno tenuto in caldo qualcosa, sono solo le 22.
Colazione con caffè, toast, un po' di yoghurt alla ciliegia da discount e telefonata della Marcella infermiera.
Da un ospedale vicino ci trasferiscono una bronchiolite, dovrebbero trasferirla alla loro casa madre ma non gli piace, non gli interessa e poi l'erba e il primario del vicino sono sempre più verdi, specie un primario che lavora di domenica per risparmiare la forza lavoro che sennò non fa i recuperi e poi è simpatico (la forza lavoro sarebbe un maschio nella fattispecie).
Comunque finisco la colazione e mi fiondo sulla rossa Golf che tanto sono reperibile anche se mi fermano.
Non c'è Wanda (il primario rianimatore) quindi posso occupare il suo posto nel parcheggio che almeno al mattino è all'ombra.
Giornata eccezionale, direbbe Sara, in Pronto Soccorso il grande senologo e me in Pediatria.
Arrivano in rapida sequenza una faringite, due gemelli lattanti senegalesi che evacuano con dolore e grugniti nonchè un bambino della montagna che tossisce, poi un' altra lattantona con l'asma.
Poi arriva la bronchiolite ed è pallida, ha due mesi, una mamma piccola, giovane e spaventata, ma la sistemeremo.
Il radiologo non c'è, in laboratorio c'è una persona che crede che lavorare di domenica sia una persecuzione personale nei suoi confronti nonchè una scellerataggine suprema.
Bene o male facciamo il giro dei ricoverati, ma ve ne risparmio la descrizione.
Giorgio continua a mandarmi visite dal Pronto Soccorso. Pranzo in mensa con un internista che si chiama Rusco, ed è un bel nome, poi due neurochirurghi simpatici, maschio e femmina, con lasagne vegetariane e bresaola senza condimento; siamo sempre a dieta e i parenti di due ricoverati dal tavolo vicino spengono il televisore della mensa per ascoltare i nostri discorsi del c.... Non mi sono mai sentito Ippocrate come in mensa oggi.
Pomeriggio noioso; sempre da Pronto Soccorso per scemenze. Ma perchè li mettono al mondo se non sano affronatre nemmeno un conato di vomito?
Telefonate dello stesso tenore: è caduto dal letto, ha un bernoccolo e gli fa male, che facciamo? Veda lei, se vuol portarmelo sono sempre qui. Se non gli facesse male sarebbe peggio ma non ha alcun senso dell'umorismo.
Arriviamo all'ora di cena.
Finalmente mi tolgo il camice e pregusto la cena dai suoceri ma arrivano altri due fratellini dal Pronto Soccorso.
Lui ha diarrea, no, cioè ha scaricato una volta sola ma molle e tre giorni fa ha vomitato, però mangia di gusto e sta sostanzialmente bene. E allora? Però la sorella ha diarrea, febbre e vomito e non mangia nulla da cinque giorni.
Allora la ricoveriamo, no la mamma non vuole, si mette a piangere e vuole tornare a casa, la mamma e anche i due bambini, che non sono stati lavati da qualche giorno perchè sono ammalati, capirà dottore, ma come no? La mamma si è lavata? mah... nel casino non si capisce, ma propenderei per il no.
Prescrivo una bella terapia, a volte ne prescrivo anche di brutte però scrivo sempre in stampatello perchè i medici scrivono da cane; mi lavo, almeno io e almeno le mani, e via sulla Golf a vedere se i suoceri mi hanno tenuto in caldo qualcosa, sono solo le 22.
27 marzo 2008
Ah, giornata leggera...
Mattina di corsa perchè mi sono alzato in ritardo e Laura ha la tosse ma non ha più la febbre quindi toccava comunque a me fare uscire i cani ma non preparare la colazione e infatti non l'ho consumata.
In ospedale il mio posto al parcheggio me l'ha occupato il primario ginecologo; allora io ho occupato quello dell'uomo che riempie le macchinette del caffè, e infatti me l'ha fatta spostare, ma io non l'ho fatta spostare all'Enzo (il ginecologo).
Marco si è svegliato tardi quindi il Pronto Soccorso l'ha chiamato a casa e lui s'è inc..to, però nel frattempo sono arrivato io e stavo per cominciare a vedere la prima visita del pronto Soccorso ma poi è arrivato lui, però gli ho detto di iniziare il giro con l'infermiera che con il Pronto Soccorso me la sbrigavo io.
Poi sono salito in amministrazione ed è toccato a me incazzarmi perchè non hanno firmato l'ordine d'acquisto dell'ecografo nuovo perchè chi ha detto che bisogna cambiarlo? Ah... il Direttore Generale, ma non mi ricordo, possiamo aggiornarci a questo pomeriggio?
A mezzogiorno vorremmo uscire a comprare la legna per il camino di Marco che è la prima volta che ha un camino, non è colpa mia se è di Cusano Milanino, però arriva la rappresentante della Plasmon e noi la invitiamo ad unirsi a noi per mangiare un kebab.
Lei per unirsi si unisce però in macchina ha il cane e poi ha già mangiato.
Sul telefono ci sono tre chiamate non risposte, quello che vende la legna non è in casa o comunque non apre e noi mangiamo il kebab e il cane della rappresentante abbaia tutto il tempo, però all'Egiziano non interessa molto e il kebab è buono.
Torniamo all'ospedale per le 13.30 e io salgo in direzione ma mi propongono di aggiornarci alle 17.30 sia per l'ecografo sia per quelle altre cose che poi ne parliamo.
Vorrei scrivere una relazione clinica ma continua a squillare il telefono e allora vado in studio che ci son due visite private.
Torno per le 17.30 e salgo in amministrazione.
Va bene l'ecografo me lo acquistano ma per le altre cose possiamo aggiornarci a domani mattina?
Alle 18.30 convinco Marco ad andare a cercare la legna per il suo camino che le dimissioni le faccio io, poi tanto arriva il reperibile.
Infatti ale 18.30 arriva Antonio e io dopo un po' di batti e ribatti me ne vado a casa dopo aver salutato l'ostetrica che mi chiede se faccio una ricetta per la pillola a una signora che il ginecologo se n'è dimenticato. No, non posso, non voglio e non credo tocchi a me, se proprio vuole... ma il ginecologo ci ha ripensato, si è ricordato ed è tornato indietro.
Arrivo a casa. Laura dice di aver preparato una tagliata invece è una minestra d'orzo, ma va bene lo stesso, siamo a dieta.
Vado a dormire entro le 21.30, non è poi così male.
In ospedale il mio posto al parcheggio me l'ha occupato il primario ginecologo; allora io ho occupato quello dell'uomo che riempie le macchinette del caffè, e infatti me l'ha fatta spostare, ma io non l'ho fatta spostare all'Enzo (il ginecologo).
Marco si è svegliato tardi quindi il Pronto Soccorso l'ha chiamato a casa e lui s'è inc..to, però nel frattempo sono arrivato io e stavo per cominciare a vedere la prima visita del pronto Soccorso ma poi è arrivato lui, però gli ho detto di iniziare il giro con l'infermiera che con il Pronto Soccorso me la sbrigavo io.
Poi sono salito in amministrazione ed è toccato a me incazzarmi perchè non hanno firmato l'ordine d'acquisto dell'ecografo nuovo perchè chi ha detto che bisogna cambiarlo? Ah... il Direttore Generale, ma non mi ricordo, possiamo aggiornarci a questo pomeriggio?
A mezzogiorno vorremmo uscire a comprare la legna per il camino di Marco che è la prima volta che ha un camino, non è colpa mia se è di Cusano Milanino, però arriva la rappresentante della Plasmon e noi la invitiamo ad unirsi a noi per mangiare un kebab.
Lei per unirsi si unisce però in macchina ha il cane e poi ha già mangiato.
Sul telefono ci sono tre chiamate non risposte, quello che vende la legna non è in casa o comunque non apre e noi mangiamo il kebab e il cane della rappresentante abbaia tutto il tempo, però all'Egiziano non interessa molto e il kebab è buono.
Torniamo all'ospedale per le 13.30 e io salgo in direzione ma mi propongono di aggiornarci alle 17.30 sia per l'ecografo sia per quelle altre cose che poi ne parliamo.
Vorrei scrivere una relazione clinica ma continua a squillare il telefono e allora vado in studio che ci son due visite private.
Torno per le 17.30 e salgo in amministrazione.
Va bene l'ecografo me lo acquistano ma per le altre cose possiamo aggiornarci a domani mattina?
Alle 18.30 convinco Marco ad andare a cercare la legna per il suo camino che le dimissioni le faccio io, poi tanto arriva il reperibile.
Infatti ale 18.30 arriva Antonio e io dopo un po' di batti e ribatti me ne vado a casa dopo aver salutato l'ostetrica che mi chiede se faccio una ricetta per la pillola a una signora che il ginecologo se n'è dimenticato. No, non posso, non voglio e non credo tocchi a me, se proprio vuole... ma il ginecologo ci ha ripensato, si è ricordato ed è tornato indietro.
Arrivo a casa. Laura dice di aver preparato una tagliata invece è una minestra d'orzo, ma va bene lo stesso, siamo a dieta.
Vado a dormire entro le 21.30, non è poi così male.
24 marzo 2008
Buona pasquetta
C’è un giorno durante l’anno in cui non mi pesa molto stare in ospedale: il lunedì dell'Angelo.
Nel giorno in cui tutti cercano disperatamente una méta fuoriporta, le strade sono invivibili, l’aria irrespirabile per i barbecue, il lungolago invaso da una folla chiassosa alla ricerca dell’allegria forzata, le trattorie piene di avventori della domenica: come si sta bene in ospedale!
Non fosse per i bambini con la crisi d’acetone e il mal di pancia per le schifezze mangiate il giorno prima.
Cioè le schifezze gliele danno tutti i giorni, ma a Natale e Pasqua raggiungono vette insospettabili.
Per consolarmi, sto mettendo on line le fotografie di alcuni dei miei viaggi.
Nel giorno in cui tutti cercano disperatamente una méta fuoriporta, le strade sono invivibili, l’aria irrespirabile per i barbecue, il lungolago invaso da una folla chiassosa alla ricerca dell’allegria forzata, le trattorie piene di avventori della domenica: come si sta bene in ospedale!
Non fosse per i bambini con la crisi d’acetone e il mal di pancia per le schifezze mangiate il giorno prima.
Cioè le schifezze gliele danno tutti i giorni, ma a Natale e Pasqua raggiungono vette insospettabili.
Per consolarmi, sto mettendo on line le fotografie di alcuni dei miei viaggi.
23 marzo 2008
Buona Pasqua
Insomma è come a Natale; a qualcuno ho mandato gli auguri per sms, a qualcuno per e-mail, qualcuno non l’ho trovato al telefono.
Allora non mi resta che il blog.
Buona Pasqua di pace e resurrezione a tutti, con la foto di Maddy, di solito la più sorridente delle nostre mascottes, ma questa volta seria per l’occasione.
16 marzo 2008
30 anni
Oggi sono trent’anni che faccio il pediatra. Mi sento un po' patetico, un po' retorico; che ci volete fare?
Dicembre 1992; Bali; Nusa Dua; Congresso di Chemioterapia del Pacifico.
Noleggio un’automobile per scoprire Bali.
Viaggio verso le risaie dell’interno; la strada non è agevole; si viaggia a sinistra.
Dopo le risaie incontro un villaggio.
Quando arrivo escono in tanti e cercano di vendermi tante cose.
C’è anche questa bambina che mi mostra tre anatroccoli in legno di balsa.
Non mi interessano; voglio fare fotografie; voglio portare a casa immagini di Bali; ma lei si lascia fotografare.
Non è quello che vuole, ma soprattutto non è quello che si vuole da lei.
Infatti la fotografo, la ringrazio con un sorriso, poi salgo in auto. Ci ripenso; scendo, ritorno e le allungo una banconota da cinque dollari.
Finalmente sorride, ma per poco; da una casa spunta un padre o uno zio e le strappa la banconota di mano. Rimane a guardarmi partire con i suoi tre anatroccoli di balsa.
Oggi sono trent’anni che faccio il pediatra.
Nei suoi occhi c’è tutta la mia vita da medico; c’è tutto quello che non ho saputo dare.
Negli occhi della bambina di Bali ci sono gli occhi dei bambini che ho visto morire, gli occhi di Alessandro, di Alessandra, di Amela, di Mauro, di Massimiliano, di Silvia di Cesare, di Ivano e di tutti gli altri di cui ho perso i nomi ma non il sorriso.
Anche di quelli che ho deciso di non rianimare.
11 marzo 2008
Quando va male
Prima della seconda guerra mondiale le gonne delle donne si erano accorciate in modo preoccupante.
I sociologi dell'epoca, dilettanti agli occhi d'oggi, si erano preoccupati, e con ragione e con il senno di poi.
Quando la minigonna ritornò, a metà degli anni '60 dello scorso secolo, i sociologi dell'epoca, coglioni agli occhi d'oggi, non si preoccuparono e inneggiarono alla rivoluzione dei costumi, alla riconquistata libertà e ad altre amenità.
Poi giunsero gli anni di piombo a livellare in basso la sociologia.
Ma che succede quando va male alla gente di tutti i giorni?
Le donne si deprimono e cercano amori alternativi; i maschi cambiano l'automobile, almeno dopo un certa età.
Non l'avete mai notato?
Io infatti domani mattina vado a vedere se trovo un'auto nuova.
Le cose vanno proprio male.
Chissà, se invece della tuta le infermiere usassero ancora la gonna... forse l'accorcerebbero o sbottonerebbero negligentemente un bottone.
Tempi duri nella sanità.
I sociologi dell'epoca, dilettanti agli occhi d'oggi, si erano preoccupati, e con ragione e con il senno di poi.
Quando la minigonna ritornò, a metà degli anni '60 dello scorso secolo, i sociologi dell'epoca, coglioni agli occhi d'oggi, non si preoccuparono e inneggiarono alla rivoluzione dei costumi, alla riconquistata libertà e ad altre amenità.
Poi giunsero gli anni di piombo a livellare in basso la sociologia.
Ma che succede quando va male alla gente di tutti i giorni?
Le donne si deprimono e cercano amori alternativi; i maschi cambiano l'automobile, almeno dopo un certa età.
Non l'avete mai notato?
Io infatti domani mattina vado a vedere se trovo un'auto nuova.
Le cose vanno proprio male.
Chissà, se invece della tuta le infermiere usassero ancora la gonna... forse l'accorcerebbero o sbottonerebbero negligentemente un bottone.
Tempi duri nella sanità.
08 marzo 2008
Basta messaggi. Da 20 lettori a 0.
02 marzo 2008
Elogio di Onan
Domenica; naturalmente anche in ospedale; si sa, siamo rimasti in pochi.
La giornata è molto bella e decido di andarmene a pranzo in trattoria, in alto, sopra il lago.
Porterò con me il giovane Marco, un ragazzo veramente promettente, che oggi è reperibile.
Si aggrega anche Franco, primo reperibile ginecologo e naturalmente Laura.
Un tavolata con due pediatri, un ginecologo e una logopedista rischia di essere una cosa allegra.
Dopo un'ora circa telefona il medico di guardia del Pronto Soccorso: cè un bambino con la congiuntivite.
Che problema c'è? Gli metta un collirio e tanti saluti.
No, il problema non è quello: la mamma vorrebbe che il bambino venisse visto da un pediatra.
Per una congiuntivite?
Sì ma la mamma è un'infermiera professionale e sarebbe più tranquilla...
Cioè un'infermiera professionale porta il bambino in Pronto Soccorso alle 14 di domenica per una congiuntivite? E pretende il pediatra?
Già.
Va bene, Marco torna in ospedale.
Ma la mamma, cioè l'infermiera, non c'è: se ne è andata infuriata perchè non c'era il pediatra.
La mia domanda è: avrà messo il collirio? Altrimenti a qesut'ora avrà ancora la congiuntivite, oltre a una mamma adirata.
Con il peccato di Onan si rischia la cecità, ma almeno non si mettono al mondo degli infelici con la congiuntivite della domenica.
La giornata è molto bella e decido di andarmene a pranzo in trattoria, in alto, sopra il lago.
Porterò con me il giovane Marco, un ragazzo veramente promettente, che oggi è reperibile.
Si aggrega anche Franco, primo reperibile ginecologo e naturalmente Laura.
Un tavolata con due pediatri, un ginecologo e una logopedista rischia di essere una cosa allegra.
Dopo un'ora circa telefona il medico di guardia del Pronto Soccorso: cè un bambino con la congiuntivite.
Che problema c'è? Gli metta un collirio e tanti saluti.
No, il problema non è quello: la mamma vorrebbe che il bambino venisse visto da un pediatra.
Per una congiuntivite?
Sì ma la mamma è un'infermiera professionale e sarebbe più tranquilla...
Cioè un'infermiera professionale porta il bambino in Pronto Soccorso alle 14 di domenica per una congiuntivite? E pretende il pediatra?
Già.
Va bene, Marco torna in ospedale.
Ma la mamma, cioè l'infermiera, non c'è: se ne è andata infuriata perchè non c'era il pediatra.
La mia domanda è: avrà messo il collirio? Altrimenti a qesut'ora avrà ancora la congiuntivite, oltre a una mamma adirata.
Con il peccato di Onan si rischia la cecità, ma almeno non si mettono al mondo degli infelici con la congiuntivite della domenica.
01 marzo 2008
Sono un povero ecografista
Telefona un signora al venerdì mattina chiedendo un ecografia di routine per il bambino di due anni.
Gliela fisso per mercoledì pomeriggio alle 16.
Non le va bene.
Sono di buonumore e le propongo il lunedì mattina, al di fuori dall’orario delle sedute ecografiche.
Non le va bene.
Chiede il sabato mattina.
Mentre penso cosa rispondere (educatamente, si capisce, perché sono un po’ coglione), chiude la telefonata inveendo che andrà da un’altra parte.
Sorrido maligno pensando alle implacabili impiegate dell’ufficio prenotazioni. E poi penso:
ma avete mai provato a discutere l’orario dell’appuntamento con un avvocato, un commercialista, un architetto?
Eppure ho studiato lo stesso, forse un po’ più a lungo, ma ho una laurea uguale.
Poi mi sovviene: io non sono un medico normale, sono solo un povero ecografista.
Gliela fisso per mercoledì pomeriggio alle 16.
Non le va bene.
Sono di buonumore e le propongo il lunedì mattina, al di fuori dall’orario delle sedute ecografiche.
Non le va bene.
Chiede il sabato mattina.
Mentre penso cosa rispondere (educatamente, si capisce, perché sono un po’ coglione), chiude la telefonata inveendo che andrà da un’altra parte.
Sorrido maligno pensando alle implacabili impiegate dell’ufficio prenotazioni. E poi penso:
ma avete mai provato a discutere l’orario dell’appuntamento con un avvocato, un commercialista, un architetto?
Eppure ho studiato lo stesso, forse un po’ più a lungo, ma ho una laurea uguale.
Poi mi sovviene: io non sono un medico normale, sono solo un povero ecografista.
29 febbraio 2008
Siamo assediati
Sì, capisco; da un po' non scrivo e i fedeli 15 (o sono diventati 20?) lettori inviano messaggi subliminali ed email sibilline.
In realtà sto chiuso in ospedale.
L'organico è ridotto all'osso e resistiamo in due, non so se sulle barricate o in trincea.
Alla fine piuttosto che rimanere a casa con l'incubo del cellulare-che-suona rimango qui, alla mia finestra vista-lago, con sporadiche puntate in Pronto Soccorso o dal fidato ecografo.
Un cosa che mi meraviglia è quanto la grande industria farmaceutica stia investendo nei farmaci contro la diarrea.
L’ultimo nato, il Racecadotril, sembra faccia miracoli.
Poi questa mattina mi sono illuminato leggendo questa notizia (Nex/Opr/Adnkronos, Sanremo, 29 febbraio): “Nuova lite in diretta al calor bianco al Dopofestival. Tra Frankie Hi Nrg e Tiromancino volano parole grosse: il primo, ospite di Elio & C., richiesto di un parere sul brano 'Il rubacuori' di Tiromancino, sostiene che il brano, di cui si e' parlato molto prima del festival per via della rottura del gruppo con la propria discografica, e' stato "sopravvalutato", rispetto alla reale resa alla prova dell'esecuzione al festival.”
Si rischia il sovradosaggio di Racecadotril; ci sarà un antidoto?
I media sono molto preoccupati del calo di popolarità del Festival di Sanremo.
Sono sempre più convinto di essere sulla buona strada: in casa mia la televisione è bandita da circa 10 anni.
20 febbraio 2008
Mantova 9 febbraio 2008
Eccomi di nuovo.
Periodaccio, niente da dire. L'ospedale va a rotoli, il reparto quasi.
Non è un cosa nuova; la Sanità in Italia, e in Lombardia in particolare, va piuttosto male.
Tornerò su questo argomento.
Per ora vi racconto con qualche immagine i miei ultimi giorni sereni, il 9 e il 10 febbraio, a Mantova e lungo la ciclabile Mantova-Peschiera del Garda.
A presto.
Periodaccio, niente da dire. L'ospedale va a rotoli, il reparto quasi.
Non è un cosa nuova; la Sanità in Italia, e in Lombardia in particolare, va piuttosto male.
Tornerò su questo argomento.
Per ora vi racconto con qualche immagine i miei ultimi giorni sereni, il 9 e il 10 febbraio, a Mantova e lungo la ciclabile Mantova-Peschiera del Garda.
A presto.
03 febbraio 2008
Vercelli e Novara
Va bene, non credo che ai 15 lettori, forse 20, interessi molto la pittura, ma a me un pochino sì e quindi vi racconto il mio sabato.
Mattinata a Vercelli, al Museo Borgogna, la seconda galleria piemontese dopo la Sabauda di Torino.
Opere un po’ desuete per noi, orientati sempre fra Firenze, Roma e Venezia, mentre Defendente e Gaudenzio Ferrari hanno conosciuto anche i pittori del nord, oltre le Alpi.
Pranzo a Vercelli, Trattoria La Vecchia Brenta.
Difficile descrivere un pranzo piemontese ancién règime in pieno 2008, comunque vale il viaggio.
Pomeriggio a Novara a rivedere il polittico di Gaudenzio Ferrari nella chiesa di S. Gaudenzio, indi a nanna, ovviamente senza cena.
26 gennaio 2008
Yuki e Veronica
Veronica, Vè per gli amici, mi accusa di non parlare mai di lei e ho messo il link al suo blog di infermiera mancata, così potrà parlarvi di lei.
Insomma su questo mio blog si parlerebbe solo, in rigoroso ordine alfabetico, di Paolone, Sara e Ulrich.
Ma che ci posso fare se gli altri leggono, perché leggono, ormai lo so, e non scrivono nulla?
E poi non è vero, hanno scritto Salvia e prima anche Lethiz.
Ieri invece sono arrivati a casa gli auguri e un regalo da Yuki.
Yuki è un’amica di Valentina, sorella di Veronica. Vive a Tokio ed è stata a casa nostra due anni fa in occasione di un suo viaggio in Italia.
Yuki è molto bella e gentile. L’anno scorso si è sposata ed è felice.
Ci chiamava mamma e papà.
Così dopo Costanza e Cristiano, Valentina e Veronica, sono quasi padre di un’altra figlia giapponese.
Buona domenica.
25 gennaio 2008
Il ghiaccio è rotto, la bicicletta no.
Ieri primo giorno libero del 2008 e quindi prima uscita in bicicletta; dove se non a Milano?
Giornata splendida e dopo un panzerotto da Luini siamo arrivati all’Ambrosiana per rivedere la pinacoteca (qui a fianco un dipinto di Longoni che ci è piaciuto molto) e una mostra estemporanea delle stampe di Durer.
Poi breve giro delle bancarelle di libri usati a Porta Venezia e rientro al parcheggio sotto casa degli zii di Milano a Piazza Novelli.
Non sono stati tanti chilometri ma il ghiaccio è rotto.
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