Il coperchio di
ferro brunito dal calore e dagli anni si apre cigolando. La caldera
mostra il suo contenuto di pietre roventi.
Un grosso ramaiolo, con scricchiolii sinistri, spinto da un braccio meccanico rovente, si solleva
lentamente e sfrigola litri d’acqua sulle pietre.
Per due volte
assistiamo attoniti al rituale infernale, poi sempre cigolando tutto si
richiude e torna la penombra.
Non siamo alla porta
di servizio dell’inferno, ma solo alla penultima sauna delle terme
di Baden Baden e ci stiamo crogiolando a 85 gradi contando il tempo
che ci separa, dopo almeno dieci canonici minuti, dall'ebbrezza di
buttarci nudi sotto l’acqua di una doccia gelida.
Il percorso è
cominciato due piani sotto.
E’ cominciato con
le terme tiepide e accattivanti che dispensano benessere e sollievo
su cinque vasche, tre al coperto e due all’aperto, fumiganti di
vapori nell’inverno decembrino del Baden Wurtemberg.
Coppie giovani e
mature, singles d’ambo i sessi in cerca di consolazione galleggiano
beati oppure si torcono in smorfie tragicomiche sotto i getti d’acqua
termale, o ancora gemono nel bagno turco sognando docce tiepide.
Poi si sale al piano
superiore. Si devono gettare costumi e accappatoi per officiare,
nudi, il mistero della sauna.
Qui di gente ce n’è
molta di meno. L’esposizione degli attributi con le varianti
glabre, pelose o fifty fifty richiede una scanzonata elasticità
mentale.
Superato il disagio
dell’introibo tutto appare abbastanza semplice e si veleggia da una
sauna all’acqua di rose attorno ai sessanta gradi a soste ragionate
nelle vere saune a 85 e 90 gradi per finire nell’inferno dei 95
gradi centigradi.
Fra una stazione e
l’altra sarebbe d’uopo un doccia scozzese, o almeno tiepida, e
qualche minuto nelle vasche dell’acqua fredda, ma a qualcuno
difetta il coraggio.
Per chi ha superato
in qualche modo la sequenza delle saune rimane l’ultima prova.
Si esce all’aperto
e si attraversa, preferibilmente nudi, un boschetto di tigli e
betulle,salendo verso le due ultime stazioni.
E qui siamo arrivati
alla temibile caldera che ogni mezz’ora si apre per mostrare le sue
pietre roventi a chi l'ha meritato.
Guardo l’orologio
sulla parete. Son passati quindici minuti. Mi butto con sollievo
sotto la doccia gelida.
Sono solo sessanta
secondi. Quando le mani gelate del getto iniziano a dolere la doccia
termina con altrettanto sollievo.
Con passo deciso mi
avvio verso l’ultima stazione: sauna con fuoco di pino finlandese
a 95 gradi per almeno dieci minuti.
All’interno alcuni
temerari stanno gemendo e sognando l’ultima doccia gelida.
Poi pausa di qualche
minuto nella Jacuzzi a 38 gradi e si ricomincia.
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