Ancora una volta mi è capitato un vicino di letto che russa. E' una situazione che sconvolge ogni principio di carità cristiana. Vorrei scendere a scuoterlo, fargli esplodere raudi sotto il letto, schiaffeggiarlo; cerco solidarietà nella camerata ma sembra che tutti riescano a dormire come angioletti.
Alla fine, rassegnato, mi rifugio in soggiorno aspettando che il sonno venga a prendermi, poi, improvviso, ecco il pensiero laterale.
Il mio cellulare è anche un ricevitore radio fm. Mi metto d'impegno, trovo una stazione che trasmette musica classica, infilo gli auricolari e risolvo (quasi) finalmente il problema.
Infine la quinta tappa, dovrebbe essere la penultima.
Ci alziamo tutti abbastanza presto. La prima a partire è la ragazza graziosa di Regensburg che ieri sera mi ha regalato il vino rosso di cui aveva improvvidamente ordinato mezzo litro.
Poi parte l'avanguardia dei Bretoni, poi io; gli altri Francesi partiranno più tardi.
Alle 7.30 sono già in cammino.
La tappa non è terribile, circa venticinque chilometri.
Il pezzo forte dovrebbe essere un rettilineo di cinque chilometri alla fine della giornata.
Inizio una serie di falsopiani e brevi salite; il problema è che c'è molto asfalto e i talloni non lo amano.
Dopo due ore prima sosta per un caffè, consueto doppio, forte e un po' zuccherato, ed ecco che anche gli ultimi partiti mi superano.
Pulpo a la gallega |
Dopo la sosta della quarta ora resisto stoicamente sino alla sesta sordo ai richiami dei talloni che supplicano qualche minuto di requie.
Ed ecco improvviso il rettilineo, verso le 14. L'avevo previsto più tardi, si vede che il ritmo di marcia è migliorato, ad onta della notte "brava".Però è un rettilineo sterrato per almeno 4 dei 5 chilometri, quindi è percorribile, al costo di non guardare mai l'orizzonte davanti.
L'arrivo a Sigueiro è tranquillo. il tempo è splendido.
Mentre cerco l'albergue mi chiamano i Bretoni dai tavolini di un bar. Hanno trovato un piccolo albergo e mi propongono di dormire con loro. Dividerò la camera con Marcel, speriamo che non russi.
La serata fnisce al ristorante con un pulpo a la gallega che è ancora più buono di quello della scorsa sera a Mino.
Domani, sabato, arriverò a Santiago di Compostela.
2 commenti:
La leggo dall'inizio in religioso silenzio e la ammiro.... un abbraccio dall'ex marinaio di prua
Un po mi spiace ke il Suo viaggio sia alla fine...i suoi racconti mi hanno catturato ormai era un rito l'aspettare là nuova Tappa..grazie.
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