Ora Van Loon si sta preparando
piano al suo ultimo viaggio:
i bagagli già pronti da tempo
come ogni uomo prudente,
o meglio, il bagaglio, quello consueto
di un semplice o un saggio,
cioè poco o niente,
(Francesco Guccini, Van Loon)
piano al suo ultimo viaggio:
i bagagli già pronti da tempo
come ogni uomo prudente,
o meglio, il bagaglio, quello consueto
di un semplice o un saggio,
cioè poco o niente,
(Francesco Guccini, Van Loon)
Adesso è
ufficiale. A meno di colpi di sfortuna dell’ultimo minuto domani, domenica 25
agosto partirò per una viaggio complesso.
Cercherò di arrivare a Santiago di Compostela attraverso il percorso inglese, partendo dalle rive dell’Atlantico.
E’ uno dei percorsi più antichi, praticato da pellegrini che venivano dal nord, dall’Islanda, dalla Scandinavia, dall’Irlanda e, ovviamente, da Canterbury.
In realtà l’ho scelto perchè è sostanzialmente breve e dovrei riuscire a terminarlo in una settimana o poco più.
La lunga inattività, l’allenamento sommario e l’età mi costringono a usare per ora il condizionale.
Poi le domande; io, laico da sempre, perchè ho deciso di intraprendere un cammino che viene percorso alla ricerca della fede?
Non ho la presunzione di affermare di credere nell’uomo e non in Dio, come qualche mio collega più famoso.
Per intanto il mio cammino ha lo scopo di confrontarmi con me stesso.
Spero di avere il tempo, valicando i monti della Galizia, per ripercorrere l’altro cammino, quello professionale, che volge al termine e che ha segnato tutta la mia vita.
Le domande sono tante. Lungo il mio cammino precedente ho perso qualcosa? Il senso etico, quello della famiglia, l’altruismo che dovrebbe essere alla base della professione del medico?
Mi sembra già un buon numero di domande, senza bisogno di aggiungerne altre.
Viaggerò e camminerò da solo.
Cercherò di arrivare a Santiago di Compostela attraverso il percorso inglese, partendo dalle rive dell’Atlantico.
E’ uno dei percorsi più antichi, praticato da pellegrini che venivano dal nord, dall’Islanda, dalla Scandinavia, dall’Irlanda e, ovviamente, da Canterbury.
In realtà l’ho scelto perchè è sostanzialmente breve e dovrei riuscire a terminarlo in una settimana o poco più.
La lunga inattività, l’allenamento sommario e l’età mi costringono a usare per ora il condizionale.
Poi le domande; io, laico da sempre, perchè ho deciso di intraprendere un cammino che viene percorso alla ricerca della fede?
Non ho la presunzione di affermare di credere nell’uomo e non in Dio, come qualche mio collega più famoso.
Per intanto il mio cammino ha lo scopo di confrontarmi con me stesso.
Spero di avere il tempo, valicando i monti della Galizia, per ripercorrere l’altro cammino, quello professionale, che volge al termine e che ha segnato tutta la mia vita.
Le domande sono tante. Lungo il mio cammino precedente ho perso qualcosa? Il senso etico, quello della famiglia, l’altruismo che dovrebbe essere alla base della professione del medico?
Mi sembra già un buon numero di domande, senza bisogno di aggiungerne altre.
Viaggerò e camminerò da solo.
Sto
scoprendo, ma è una conferma, che ogni viaggio importante si fa in solitudine.
L’unica
differenza è fra la solitudine interiore e quella
esteriore. La scoprirò.
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