La Coruna - Lungomare |
Il mio albergo è giusto dietro il porto, in un vicolo che pullula di taverne e piccoli ristoranti che questa mattina sono rigorosamente chiusi.
Mi avvio a piedi, come si deve, sperando segretamente di trovare un bus. Niente da fare, ma tutto sommato la stazione delle corriere non è per nulla lontana, chissà che strada avrò percorso ieri sera.
C'è da aspettare mezz'ora per Ferrol e ne approfitto per una colazione, visto che ieri sera ho voluto saltare la cena. Chiedo un caffè e mi arriva un cappuccino; chiedo un sandwich e mi arriva un toast.
E poi Ferrol. Ci arrivo verso le 10 del mattino. La stazione delle corriere è vicina a quella ferroviaria, ma entrambe distano un bel pezzetto dal porto e quindi la mia camminata, un'oretta in più, inizia da qui.
Usando un po' il naso, un po' il senso dell'orientamento e un vigile urbano per gli ultimi duecento metri arrivo al porto.
La signorina dell'ufficio turistico è gentile e mi parla in un discreto italiano. Mi porta a vedere la pietra dove inizia il Camino Ingles e mi augura buona fortuna.
Naturalmente avevo dimenticato a casa la credenziale, ma me ne hanno data una spagnola fiammante per un euro e venti centesimi.
Un po' emozionato e vergognoso, mi sembra che tutti mi osservino, mi incammino. Sono le 11.39, non farò molta strada.
Costeggio l'Atlantico per oltre un'ora, passando davanti all'arsenale, al centro sportivo della marina, alle caserme dei marines spagnoli e al museo navale.
Poi iniziano cantieri navali e finalmente esco da Ferrol.
Lo zaino, con la borraccia piena d'acqua, pesa sui dieci chili. Sembravano pochi invece mi strappano le spalle.
Sarà la linea non perfetta che mi impedisce di tirare le cinghie e aiutarmi con il cingolo pelvico, fatto sta che se spalline mi strappano a terra e mi costringono a camminare gobbo.
Bassa marea verso Neda |
C'è bassa marea e dal mare sale un misto di salmastro, alghe e putredine. La barche dei pescatori sono in secca nella melma nerastra.
Ogni salita è un'ascensione oggi, speriamo di migliorare domani. Decido di proseguire senza mangiare e finalmente al pomeriggio riesco a tirare le cinghie e dare un po' di sollievo alla spalle.
Solo due signori anziani mi augurano "buen camino, peregrino", poi penso che forse sono più giovani di me.
E' strano e buffo, ma mentre cammino mi sento ancora giovane, anche se le articolazioni ogni tanto mi sussurrano la mia età anagrafica.
Il tempo, come atteso, è variabile e mi regala una spruzzata di pioggia, poi rimane sostanzialmente clemente.
Il paese è di case multicolori che anche oggi mi sembrano vagamente scandinave o baltiche.
L'"Albergue" è su un bel prato, sulle due rive di questo incrocio fra un fiordo e un estuario, tutti in miniatura.
L'albergue è pittoresco, 24 posti in un'unica camerata di letti a castello, per la modica cifra di 6 euro con coprimaterasso, federa e uso di cucina.
l'albergue di Neda |
Rapido bucato e mi butto sul letto. Mi rotolo nel dormiveglia fino alle 18.30.
Al risveglio i capi "tecnici" sono già asciutti; bisogna dire che il prezzo non è ingiustificato.
Ora sono quasi le 20, fame e sete stanno diventando una cosa seria. Ho visto una trattoria economica non lontana dall'albergue e ho scoperto che ha il wi-fi, così potrò mettere on line queste note di viaggio.
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