23 luglio 2012

Palle ferroviarie e mobilità federale


Negli anni dopo la seconda guerra mondiale in Italia sono state fatte alcune scelte politiche e alcune scelte strategiche nel campo dei trasporti.
In Germania e in Francia ma anche in altri paesi dell'Europa occidentale si sono ricostruite le ferrovie e si è dato grande incentivo al trasporto fluviale.
L'America non fa testo; noi copiamo solo se scemenze; per il resto è di moda disprezzare l'America, soprattutto gli USA, il Canada è già più tollerabile.
Il trasporto delle merci su ferro e attraverso fiumi e canali è molto conveniente.
In Italia invece, lungimiranti, abbiamo privilegiato il trasporto su gomma a partire dagli anni '50 del secolo scorso.
Il gruppo Fiat ha incassato tutto senza ringraziare e ha creato un bel po' di posti di lavoro, concordati naturalmente con i sindacati, che ogni tanto facevano finta di giocare alla guerra.
Chiatta sul Danubio
Operai, studenti, pendolari in genere e qualche impiegato, hanno viaggiato sino agli anni ottanta del ventesimo secolo su convogli ferroviari la cui età media era di mezzo secolo, e anche di più.
Quasi tutte le merci viaggiavano su gomma, su una rete di autostrade comunque inadeguata allo sviluppo selvaggio del mercato automobilistico.
Nel ventunesimo secolo, epoca multimediale in cui le balle teletrasmesse vengono regolarmente smentite su internet, abbiamo scoperto che la nostra politica dei trasporti non è al passo, anzi è divergente, rispetto al resto dell'Europa e dei paesi occidentali.
Ora si cerca di correre ai ripari ristrutturando la rete ferroviaria, creando quache centinaio di metri di piste ciclabili, investendo in “mobilità sostenibile”, concetto che riempie la bocca di amministratori avveduti e politicamente corretti.
Poi leggo che si contesta la Tav perchè sarebbe meglio investire nelle ferrovie locali.
E tutta questa gente dov'era quando si favoriva sfacciatamente il trasporto su gomma? Forse la politica dei trasporti, soprattutto da “sinistra” la si sarebbe dovuta contestare nel secolo scorso.
Mi sembra la storia di quei marinai che avversavano le navi a vapore temendo che l'abbandono della navigazione a vela avrebbe ridotto i posti di avoro dei marittimi.
Era una leggenda metropolitana? Può darsi, ma qui c'è gente disposta a contestare tutto e tutti aprioristicamente. Siamo un popolo che vive di mode: no alla guerra, sì la federalismo, no alla Tav, sì alla cura Di Bella, no a Berlusconi, sì a Bossi, evviva Grillo, abbasso Craxi. E un momento dopo l'esatto contrario, dietro a un'altra bandiera. Conosco un pirla in una provincia confinante che vent'anni fa era un sindaco comunista; oggi è ancora sindaco, ma leghista. Accorperà due comuni e riuscirà a farsi eleggere borgomastro "grillino" per altre due legislature.
E qui ci fermiamo, sennò un giorno o l'altro mi sparano perchè sono un qualunquista.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Paolo, mi sembra che si tratta di uno scorcio dal Bogenberg presso Straubing verso Sud. Magari tu fossi stato lì per conoscere il santuario più vecchio della Baviera. Ciao, servus, Ulrich