Indubitabilmente sono invecchiato.
Fino a due giorni fa avevo sessant'anni
e ora ne ho sessantuno.
Qualcuno contraddice, e afferma: ma
come? Sei il più tecnologico dei medici di quasi tutto l'ospedale,
viaggi con Ipad e smartphone, usi dropbox e hai messo un gps anche
sulla bicicletta, consulti e aggiorni le linee-guida su internet, usi
l'apple probe per l'ecografia dell'addome...
Non è vero, sto invecchiando.
Mi offendono troppe cose che scorrono
come acqua dai rubinetti. Io sono dei tempi che l'acqua corrente non
c'era in tutte le case.
Così mi offende se nessuno cede il
passo a una porta, se nessuno si alza quando entra una donna, se
nessuno parla sottovoce quando parlo al telefono, se nessuno bussa
entrando in sala medica o nelle camere.
Eppure tutte queste cose le faccio per
primo, cerco di usare l'esempio, visto che la fisica dei vasi
comunicanti è stata sovvertita.
E al mio compleanno? Ho ricevuto gli
auguri da tutti, ma proprio da tutti, soprattutto dalle persone a cui
ho dato poco e che avrebbero meritato di più. Chi presto e chi
tardi, chi in anticipo e chi in ritardo, ma mi hanno commosso...
E quelli che mi chiamano solo quando ne
hanno bisogno? Quelli che hanno giurato amore e fedeltà? Forse sono alla
selezione per la trasmissione “Chi l'ha visto?” e non hanno
trovato il tempo per mandare gli auguri.
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