Parto per un convegno Simeup inaspettato; fino a 2 settimane fa non ci contavo.
La partenza da Linate è una follia.
Per arrivare a Linate alle 10 si deve partire da Gravedona prima delle 7.
L'ingresso a Milano è allucinante quindi decido di attraversare Monza per raggiungere la tangenziale est.
Non è una buona idea.
Al traffico solito di chi corre in ufficio, non è più orario di fabbrica, si aggiungono le mammine che portano i figli a scuola.
Verosimilmente si sentono giustificate a non rispettare alcuna precedenza e in prepotenza e malducazione superano nettamente i mariti in Suv, oltre a insegnare la buona creanza corrente ai loro blasonati discendenti.
Rimpiango, orrore leghista, il traffico di Catania dove ti tagliano la strada chiedendo con un cenno e ti cedono il passo con uno sguardo.
Con l'aiuto di Dio raggiungo il parcheggio di Novegro e mi fiondo in aeroporto con uno shuttle malandato e maleodorante.
Naturalmente il web check-in è stato impossibile ieri e oggi vengo sballottato in due o tre banchi; arrivo trafelato ai varchi e scopro con raccapriccio una coda biblica.
Mi rassegno a osservare un inglese allampanato e vestito da bancario provinciale che si sbraccia e gesticola come se il suo interlocutore lo guardasse dal Blakberry.
Lo guardano perplessi e preoccupati due funzionari tedeschi mentre invece due signore dietro di me si confidano problemi mestruali intercorrenti.
Naturalmente sono l'ultimo al gate e mi hanno già chiamato.
Ho implorato un posto al finestrino e l'ho rimediato in fila 28.
Naturalmente ho un intera fila a disposizione e posso dedicarmi a scrivere questi appunti di viaggio.
Passiamo alti sopra al Trasimeno; ricordi di viaggi e di amori che si sperava durassero una vita e ormai sono tutti dietro le spalle si sciolgono nel dormiveglia cullato dalle turbolenze.
In Calabria sembra che il tempo sia nuvoloso; una schiarita squarcia il pavimento di nuvole sopra Napoli e ci mostra il Vesuvio.
Poi inizia la discesa.
La partenza da Linate è una follia.
Per arrivare a Linate alle 10 si deve partire da Gravedona prima delle 7.
L'ingresso a Milano è allucinante quindi decido di attraversare Monza per raggiungere la tangenziale est.
Non è una buona idea.
Al traffico solito di chi corre in ufficio, non è più orario di fabbrica, si aggiungono le mammine che portano i figli a scuola.
Verosimilmente si sentono giustificate a non rispettare alcuna precedenza e in prepotenza e malducazione superano nettamente i mariti in Suv, oltre a insegnare la buona creanza corrente ai loro blasonati discendenti.
Rimpiango, orrore leghista, il traffico di Catania dove ti tagliano la strada chiedendo con un cenno e ti cedono il passo con uno sguardo.
Con l'aiuto di Dio raggiungo il parcheggio di Novegro e mi fiondo in aeroporto con uno shuttle malandato e maleodorante.
Naturalmente il web check-in è stato impossibile ieri e oggi vengo sballottato in due o tre banchi; arrivo trafelato ai varchi e scopro con raccapriccio una coda biblica.
Mi rassegno a osservare un inglese allampanato e vestito da bancario provinciale che si sbraccia e gesticola come se il suo interlocutore lo guardasse dal Blakberry.
Lo guardano perplessi e preoccupati due funzionari tedeschi mentre invece due signore dietro di me si confidano problemi mestruali intercorrenti.
Naturalmente sono l'ultimo al gate e mi hanno già chiamato.
Ho implorato un posto al finestrino e l'ho rimediato in fila 28.
Naturalmente ho un intera fila a disposizione e posso dedicarmi a scrivere questi appunti di viaggio.
Passiamo alti sopra al Trasimeno; ricordi di viaggi e di amori che si sperava durassero una vita e ormai sono tutti dietro le spalle si sciolgono nel dormiveglia cullato dalle turbolenze.
In Calabria sembra che il tempo sia nuvoloso; una schiarita squarcia il pavimento di nuvole sopra Napoli e ci mostra il Vesuvio.
Poi inizia la discesa.
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