Lido di Squillace, Catanzaro. Il tempo ieri è stato pessimo: freddo, pioggia, vento.
L'umore è pessimo e non ho alcuna voglia di vedere nessuno, e infatti fino all'ora di cena sono stato quasi da solo.
Poi sono stato quasi conteso a tre tavoli.
Questa mattina il tempo è migliorato, ho incontrato colleghi simpatici e l'umore è in miglioramento.
Il programma del convegno oggi non mi interessa molto, il clou, almeno per me, sarà domani mattina, con la pediatria d'urgenza.
Il villaggio turistico che ci ospita è alto sul mare, a circa due chilometri dal paese.
Si mangia bene mentre le camere sono piuttosto anguste e spartane, stile adriatico anni '70.
Rimane un po' di apatia e mi sono rifugiato nell'aula congressuale rifiutando la spiaggia e il giro in paese.
E' interessante osservare di cosa parlano gli sconosciuti la prima volta che si incontrano.
Gli americani parlano di solito di lavoro o di viaggi.
Gli inglesi, notoriamente e in modo quasi buffo del tempo.
Noi stiamo diventando un paese di mammoni. Quando si incontrano due medici che non si conoscono, peggio se sono dottoresse, parlano inevitabilmente dei figli.
Ieri sullo shuttle ho saputo tutto, ma proprio tutto, sui figli adolescenti delle mie due compagne di viaggio.
Sfido io che i matrimoni naufragano nei letti estemporanei degli hotel congressuali.
Per fortuna ho superato la manzoniana età "sinodale" che mi pone al là delle tentazioni.
Quasi quasi scendo in paese a cercarmi una scatola di toscani da meditazione.
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