Le fotografie fatte con il cellulare,
con l'Iphone, con l'Ipad non sono quasi mai notoriamente dei
capolavori.
La scarsa possibilità di intervenire
sui parametri di ripresa ne fa un prodotto buono al massimo per foto
ricordo.
Eppure questa scarsa possibilità di
interagire con la fotocamera e la scarsa propensione alla
post-produzione sono il segreto del successo di Instagram.
Una volta scattata la foto si possono
applicare alcuni filtri oppure lo scatto può essere reso in bianco e
nero.
Poi si pubblica con ricchezza di
geo-tag, di didascalie e di condivisioni pressochè impensabili.
Naturalmente c'è molta
foto-spazzatura.
Ma ci sono delle risorse insperate,
quasi come su Twitter.
C'è la possibilità di portare la
concettualizzazione fotografica quasi allo stato puro.
L'immagine Instagram ha la possibilità
di cogliere l'attimo fuggente e di congelarlo in un concetto visivo.
Non c'è la possibilità dell'hdr, la
nitidezza è approssimativa e non è legata più di tanto al
portafoglio del proprietario.
Con un cellulare in mano siamo tutti
uguali, almeno per ora, mentre il possessore della reflex
professionale può sempre guardare con sufficienza il proprietario di
una prosumer, di una bridge o di una fotocamera digitale da pochi
dollari.
La fotografia diventa così essenziale, quasi uguale
per tutti, con scarse possibilità di stampa e di ingrandimento, come
avrebbe voluto essere il formato Instamatic nato nel 1963.
Ma quello fu un fiasco, destinato ad
allontanare la gente dall'hobby della fotografia. Poche volte ho
visto immagini penose come quelle scattate dalle misere Kodak
Instamatic.
Invece Instagram è il fenomeno del
momento, che in pochi mesi ha raggiunto 25 milioni di utenti e che
sta facendo tendenza come Facebook a suo tempo.
Ho usato un linguaggio troppo tecnico?
Possiamo riparlarne.
2 commenti:
Bella lezione, grazie
Grazie a te, "Anonimo", fammi sapere se ti interessa altro, del mio piccolo bagaglio fotografico...
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