Parto da
questo editoriale di Beppe Severgnini https://www.corriere.it/opinioni/20_marzo_28/promettiamolo-ricordare-medici-6d3f44c2-711c-11ea-a7a6-80954b735fc3.shtml?fbclid=IwAR3sNc476HlsTaRfjBl9PngVyVvcWt61FnyY7GFW326tv7dKlhoL4h-oZbo e lo faccio
mio.
Natale 2014 - Stuttgard |
Come tanti
di noi sono infastidito per questo ritornello di medici e infermieri eroi.
Siamo sempre
stati questi. Durante il terremoto in Friuli, parlo del 1976, siamo andati in
prima linea alla rinfusa. La Protezione Civile era un concetto platonico e la
Sanità Militare una struttura farraginosa, composta da burbanzosi incompetenti
impastoiati da ordini e contrordini.
Nei campi di
tende giravano scatolette di carne grigioverdi confezionate prima della guerra.
Dieci anni
dopo ci fu l’alluvione in Valtellina. C’era la Protezione Civile, finalmente; c’erano
gli elicotteri dell’Esercito, finalmente; ma dentro e fuori le ASL e nelle
piazze valtellinesi c’era solo la corsa di direttori, amministratori, sindaci e
prefetti a farsi intervistare dalle tre reti Rai per sciorinare luoghi comuni e
falsità.
Quello che
sta succedendo ora lo sappiamo, inutile scriverlo: finalmente siamo tutti eroi.
Non ci sto.
Resta l’amaro
in bocca di tante denunce per malasanità, per omissioni, per negligenze. Resta la
volgarità di avvocati appostati fino a ieri fuori le portinerie degli ospedali
a porgere discretamente biglietti da visita.
Resta la
sicumera e l’incompetenza di giudici in cerca di visibilità e di un quarto d’ora
di celebrità per festeggiare, sì festeggiare, proprio così, morti ineluttabili.
Adesso cosa c'è da festeggiare, da risarcire, da condannare?
Il mio ospedale, dove ho trascorso la parte più bella della mia vita, è un lazzaretto dove si va a morire e ogni sirena che sento è una lacerazione dentro. E adesso ci applaudono?
Non ci sto.
Non lascerò
il mio posto ora, ma se sarò ancora qui, alla fine di questa emergenza mi ritirerò
in buon ordine, prima che riprenda il turbine di cui si sentono già refoli
inquietanti.
Se potrò cercherò di dimenticare; non avrei mai creduto di finire così la mia vita professionale.
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