16 marzo 2020

Oddìo, Sciura!


Il corridoio è vuoto, come la corsia; ci sono ancora due bimbi ricoverati, uno dei quali ci aveva fatto tremare, ma poi si è risolto.
Oggi andranno a casa anche quelli.
Il comune denominatore è il silenzio, dentro e fuori dall’ospedale.
Mi ricorda gli anni della scuola elementare quando la giornata era scandita da rumori amici e consueti: i passaggi dei treni, quello delle 7.40 al giovedì sera riportava a casa la mamma.
Poi la sirena di una filanda che si chiamava “Talea” e che chiamava paternalisticamente operaie e operai ai loro turni. Poi le campane, ovvio.
Quinta elementare, 1962
C’era il segnale orario della radio e sorgevano discussioni all’osteria sulla sua discordanza con l’ora del campanile, quella più laica delle sirene e quella volubile delle Ferrovie dello Stato.
Negli ultimi tempi che abitavo in paese, prima di venire sul Lago, ripensavo spesso a quei segnali sonori scomparsi nella cacofonia costante di un traffico continuo che li aveva uccisi.
Nostalgia? No di certo; ma fonte di riflessione.
In queste lunghe ore in reparto o in casa, alla ricerca di qualcosa che sia un diversivo alla lettura e ai notiziari televisivi tutti uguali, ci scambiamo messaggi sui social.
Primari in turno di guardia come e più degli specializzandi, colleghi in prima linea a Niguarda o al Cannizzaro, ai due estremi di questo stivale; quando possiamo ci mandiamo un saluto su whatsapp o su FB; non mi piace Twitter, ancora saldamente dominato dalla polemica politica di parte alla ricerca (ancora?) del consenso.
I messaggi sono spesso simili e ci diciamo che quando sarà finito ci racconteremo questi momenti terribili.
E siamo certi che saremo cambiati.
Ora pensiamo tutti alle mamme della Siria, alle loro bombe, alla loro vita appesa a un filo, come la nostra oggi, che ieri non sapevamo immaginare.
O ritorneremo a essere schiavi delle mamme che il manzo deve essere magrissimo, che mi mangia solo patatine, che quante uova posso dargli alla settimana, che sono due notti che si sveglia per la tosse catarrosa ma poi dorme, che piange sempre e voglio fargliela vedere perché secondo me sta mettendo i denti?
Oddìo, Sciura!

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