22 ottobre 2023

Il controdipendente

 

In anni non sospetti, entusiasta della formazione e assetato di novità, frequentai un corso organizzato dall’Università Bocconi sulle tecniche di comunicazioni all’interno del gruppo. 

Il “gruppo” chiaramente era l’equipe del mio reparto ospedaliero, ausiliari, infermieri e medici.

Ne riportai grandi idee, poi applicate e con successo nel reparto di cui di lì a poco avrei assunto la direzione, meglio dire il coordinamento.

Con grande anticipo sui tempi uno dei docenti mi mise in guardia sui “controdipendenti”.

Mi spiegò che esistono soggetti che dipendono dalla contraddizione aprioristica.

Mi anticipò che qualunque fosse stata una mia direttiva/decisione/suggerimento/affermazione avrei incontrato persone che mi avrebbero contraddetto senza un vero motivo, ma solo per il piacere perverso di farlo.

Io credevo che si parlasse dei “bastian contrari”, bambini riottosi, perditempo da osteria, avversari politici inkazzati, nostalgici multicolore, frustrati impotenti, cornutazzi senza ritorno o ignoranti senza speranza.

Il professore cerò di consolarmi, mi sentivo ancora giovane, rassicurandomi che il controdipendente è una combinazione di tutto quello che avevo pensato, con aggiunta degli invidiosi.

L’era digitale era ancora abbastanza lontana; i computer li usavamo poco, forse male, e solo per lavoro.

Se fossimo stati più arguti, più acuti e più profetici avremmo coniato un nuovo temine: il LEONE DA TASTIERA, la specie umana più insicura che esista