21 luglio 2014

Saint Louis



E’ una cittadina, anzi un sobborgo di Basilea.
Però si trova in Francia e tanto basta perchè mi cerchi un albergo. Basilea è una città splendida ma voglio poter mangiare cose semplici pagando in euro e pagare un albergo senza fare un mutuo in franchi svizzeri.
Voglio uscire alla sera e pagare un birra come una birra e non come un torbato scozzese.
Nonostante tutto per visitare Basilea prendo, ma devo prendere, un tramway che ogni ora costa come un biglietto di libera circolazione giornaliera a Berlino o Stoccarda.
Mi gusto la prima colazione a buffet ad altezza di marciapiede oppure, come scrivono i francesi “rez de chaussèe” che rende meglio l’idea.
Dal livello di marciapiede si vede la vita che scorre frenetica nelle arterie cittadine o che si dispiega lenta nelle rues chiuse al traffico veicolare.
Gli spazi dove si parcheggiava sono diventati marciapiedi ampi, ombreggiati, con l’asfalto rosso a riservare spazi ripettati alla biciclette.
I parcheggi stanno remoti, sottoterra o sui buolevards, tutti a pagamento, tutti vicini a fermate di tramways frequenti e sibilanti.
Non sferragliano i tramways europei, e un po’ di nostalgia effiora per gli sferraglianti tram di Milano con le panche di legno, tanto romantici ma tanto ci salgono i pensionati.
Tanto noi usiamo l’automobile, tanto la parcheggiamo in prima e seconda fila, sui marciapiedi e sulla piste ciclabili, tanto meglio fare lo slalom sul porfido che schiacciare la cacca dei cani.  

17 luglio 2014

63


Compleanno, 63; si dovrebbe fare un bilancio, guardarsi indietro.
Fatto.
Ho scelto questo brano di uno degli amici più cari, anche se non lo vedo più da tanti anni. Io non sarei riuscito a scriverlo così, perchè io non sono uno scrittore come Costantino Di Lillo, ma avrei potuto scriverlo, condividendone parola per parola.
Mio nonno si chiamava Federico e la Lucania non l'ha mai conosciuta.

A scuola ci dovrebbero andare tutti, diceva mio nonno, come in un sogno di socialista ingenuo: e tutti saper leggere e scrivere e capire la filosofia, l’arte, la storia, la vita dell’umanità, i pensieri della gente. E capire il teatro, il dramma e la commedia. E dopo, ognuno farà il suo mestiere, chi il medico, chi l’ingegnere, chi il calzolaio, chi il contadino.
Ma alla sera, dopo il lavoro, il dottore e il calzolaio, che hanno fatto le stesse scuole, si trovano sulla piazza e parlano di teatro e di arte e di filosofia.
Perché tutti possiamo capire e apprezzare le cose belle della vita.
Così diceva mio nonno: anche se di ricchezze e professioni diverse, la gente deve essere unita dalla cultura, dai saperi.
Il sogno di mio nonno si è avverato, ma in un modo distorto.
Le persone oggi si incontrano e, qualunque mestiere facciano, parlano fra loro, sì, ma di gol, di campionati, di vestiti e di automobili: di merci oppure di soldi da vincere alle lotterie per poter comprare più merci.

Poi, se qualcuno volesse leggere il testo integrale, lo troverà qui.