30 settembre 2012

Renzi o Grillo? No grazie

Ci avviciniamo alla elezioni in rotta di collisione.
Pd e Pdl sembrano allo sbando, per non parlare della Lega.
L'unico destino sembra la raccolta differenziata per decidere cosa avviare al compostaggio e cosa lasciare all'inceneritore.
Renzi cerca di parlare alle persone intelligenti, o a quelle che ragionano con la propria testa: errore clamoroso.
Chi ha cercato il voto delle persone che pensano è naufragato miseramente in Italia.
Le persone che pensano con la propria testa non superano il 10%, e con il 10% non si governa.
Lo sanno bene Comunisti (ai tempi che furono), Berlusconi e Bossi, che hanno cercato platealmente il voto degli scornati, degli scontenti e degli sprovveduti.
Pesca miracolosa perchè nella rete sono finite anche persone intelligenti, che ora comunque se ne stanno andando o sono andate a godersi lo spettacolo dalla scogliera, Schettino docet.
Ma lo spazio vuoto è stato occupato prontamente da Grillo, che ha colto la possibilità concreta di governare con i voti persi dai boriosi che l'hanno preceduto.
Ma non basta gridare, ci vogliono idee, e gridare come un pescivendolo al mercato di Livorno va bene giusto nei giorni di mercato, che prima o poi finiscono.
In questi giorni mi torna in mente il titolo provocatorio e vagamente blasfemo di un libro di Jean Francois Revel che girava nel post '68 o giù di lì: “Nè Cristo né Marx”.
Figuriamoci Renzi e Grillo.

19 settembre 2012

Airport 0 - Icaro

La prima volta rimane nella memoria stampata e con un'aura di magìa, anche se la memoria prende e lascia, dilata e restringe a seconda del caso e della necessità.
Il primo volo, segno del destino, è stato naturalmente per la Sicilia.
Era il 1981, mi avviavo ai trent'anni, avevo presentato da poco la tesi per la specializzazione in pediatria e mi occupavo di nefrologìa e dialisi pediatrica.
Ero già assistente ospedaliero in Clinica Pediatrica a Verona. Avevo già trascorso alcuni mesi al Gaslini di Genova e fatto qualche viaggio a Parigi, rigorosamente con il più economico allora treno, per imparare qualcosa anche all'Hopital des Enfants Malades di Rue de Sèvres.
E quell'estate c'era da accompagnare a Palermo Francesco, il primo bimbo in dialisi a Verona, che avrebbe trascorso qualche mese al suo paese, dopo l'affidamento a un centro di dialisi per adulti a Cefalù.
Io sarei rimasto ospite per una settimana della sua famiglia e avrei fatto ritorno a Verona a riprendere il lavoro.
Era appena nato il mio secondo figlio ma c'erano già i primi sinistri scricchiolii nel mio matrimonio.
Ero emozionato viaggiando verso Borgo Panigale, dove un Douglas DC9 dell'Alitalia, che già pesentava qualche segno di usura, ci avrebbe portato nell'isola del sole.
L'emozione non mi distoglieva dall'ostentare modi forzatamente disinvolti, per dissimulare l'impaccio del primo volo.
Certo le procedure erano molto più semplici e passare i varchi del check-in era poetico in confronto alle forche caudine dei nostri giorni.
Però i raggi X c'erano già e velavano poco o tanto le pellicole fotografiche del tempo. Le mie rimostranze mi avevano permesso di salvare dall'onta la fotocamera a Bologna, ma al ritorno da Palermo non ci sarebbe stata pietà.
E finalmente ero salito, emozionatissimo, sul bimotore battezzato con il nome che sarebbe divenuto sinistro qualche anno dopo di “Isola di Ustica” .
I motori Rolls Royce, non so se già turbofans o ancora turbogetti, ronfavano sornioni.
Poi l'ebbrezza del primo decollo mi aveva portato il cuore in gola, come qualche altra prima volta, mentre Bologna sfumava nella foschia di luglio.
Poco altro ricordo, il Trasimeno, l'Appennino, il Tirreno e finalmente, nella lentissima discesa, la terra riarsa dall'estate siciliana dell'Isola delle Femmine, poco prima di atterrare a Punta Raisi con l'incontrollabile terrore di finire in mare.
Poi l'aria, il caldo e l'odore inconfondibile di Sicilia, come profumo di donna.

17 settembre 2012

Airport 2, o giù di lì

Catania Fontanarossa - Il signore corpulento ha occupato il mio posto.
Sì, sono a mia volta grassottello, ma questo è proprio un ciccione e occupa il mio posto, il 4A, window seat a sinistra, per potermi godere la Corsica e l'Elba in questo pomeriggio di sabato terso e sereno.
Uno dei motivi per cui volo con la “compagnia di bandiera” è la possibilità di scegliermi il post in anticipo e poter sistemare l'ecografo in posizione strategica per l'uscita.

- Mi scusi ma quello sarebbe il mio posto...
- E' sicuro?
- Guardi questa è la mia carta d'imbarco, c'è scritto poltrona 4A...
- Non le piace il posto in mezzo?
- …
- Va bene, ora mi alzo e le cedo il posto!
- …
- Che brutto aereo, è vecchio e sporco – rivolto alla moglie silenziosa, che è seduta di fianco – vedi le tende, lise.
- Ma và, questo è un Airbus recente, poteva succederle di volare con un DC 9 degli anni '70...
- No! Io volo ogni anno, questo è un aereo vecchio – rivolto alla hostess - perchè ci fate volare con questi aerei vecchi e sporchi?
- (la hostess) – Mi dispiace, Signore, che non lo trovi di suo gradimento, ma non è così vecchio come crede, sa?
- Insomma qui non si parte più, (con cadenza di un paese della cintura etnea) si vede che siamo in Sicilia, queste cose in Lombardia non succedono.
- …
- E devo anche spegnere il telefono...

L'aereo si avvia lentamente; il sibilo dei turbofan sale e scende. Poi l'urlo rabbioso fa tremare l'apparecchio e ci lanciamo sullo Ionio.
Qualche minuto e con una lenta virata l'Airbus lascia a sinistra la costa mentre la Montagna si staglia illuminata dal sole pomeridiano.
Il signore corpulento si sporge sopra la moglie, sempre silenziosa, e sbircia dal mio finestrino.

- Vedi, questa è la Calabria!

La moglie guarda distrattamente e annuisce – probabilmente lo fa da anni, automaticamente, poi torna al suo libro: “Curarsi e guarire con il digiuno.”
Io comincio a sognare di prenderlo a sberle.
Mi immergo nella lettura con il Kindle mentre il signore bisbiglia alla moglie la sua disapprovazione per i giochi elettronici, che ormai usano anche gli adulti.
Poi per fortuna mi addormento ma continuo a sognare di prenderlo a sberle.
La hostess passa con il carrello e offre acqua minerale fredda oppure caffè e the caldi.

- Acqua non gassata – rispondo.
- Caldo è il caffè? - chiede – poi vuole acqua e the.
- Buono il caffè? – chiede alla moglie, e alla hostess – peccato che ci fate volare con questi aerei vecchi e sporchi; io me ne accorgo perchè volo ogni anno, vecchio è questo aeroplano.

La moglie non risponde neanche e continua a leggere imperterrita.
Dopo una mezzoraccia l'altra hostess annuncia che abbiamo iniziato la discesa su Milano Linate "dove atterreremo fra quindici minuti circa".
La bassa sfila lussureggiante mentre l'Airbus si abbassa a sfiorare l'abbazia di Chiaravalle, San Donato e Metanopoli.
Con un sussulto tocchiamo terra mente le turbine urlano e si aprono gli sportelli ad invertire il flusso, poi inizia la frenata e rulliamo tranquilli verso la nostra piazzola.

- Bravo è stato il pilota! Bell'atterraggio! - l'accento è sempre più siculo.

La moglie tace e armeggia col cellulare.
Si aprono le porte e il signore corpulento ringrazia la hostess e si rammarica che l'aereo sia vecchio – Speriamo che lo cambiate l'anno che viene! - Anche la signora riacquista la parola e saluta la hostess che si augura di rivederla fra un anno.
Io mi rassereno; per undici mesi dovrei evitare altri di questi incontri.
Per sicurezza accanto al nastro trasportatore che dovrebbe restituirmi la valigia mi metto dalla parte opposta alla loro.

Airport - 1

Airbus A 320
Mr. Hyde – E così hai finito il tuo andirivieni su Linate e Malpensa a cercare, accogliere, riportare ed accompagnare amici e colleghi...

Dr. Jekill – Beh, è anche divertente; poi credo sia bello per chi abita lontano sapere che qualcuno ti aspetta e ti accudisce.

Mr. Hyde – Infatti tu voli ormai come gli onorevoli, sali e scendi dagli aerei come fosse un autobus e non trovi nessuno ad aspettarti alle fermata...

Dr. Jekill – A parte che io li pago sia gli aerei che gli autobus, e, credo, pago anche quelli degli “onorevoli”, ma che male c'è che qualcuno ti aspetti, o meglio, ti accompagni, se non amicizia e cortesia?

Mr. Hyde – Beh, tu qualcuno o qualcuna che ti aspetta in aeroporto ce l'hai sempre; mi sembra che a Catania il taxi tu l'abbia preso una sola volta...

Dr. Jekill – Diciamo che ho molti amici; la scena dell'attesa dell'arrivo in aeroporto è vero che mi sembra a volte un po' patetica.

Mr. Hyde – Ah ecco il duro di cuore senza emozioni e senza paura...

Dr. Jekill – Non essere il solito superficiale. Però vedo il lato comico. Ad esempio uno parte da Malpensa alle 6 del mattino, dopo aver fatto una levataccia, trova il parcheggio nella nebbia e per fortuna che c'è il navigatore. Poi litiga agli imbarchi perchè il suo bagaglio eccede 5 cm, poi fa la coda ai varchi perchè quella mattina tutti hanno deciso di volare. Poi capita con un vicino di posto che ha litigato fin da piccolo con la doccia. Poi all'arrivo aspetta un'ora la valigia che è sempre l'ultima e prende ogni volta un'ammaccatura che sembra fatale, poi finalmente esce nella folla festante che attende. E finalmente la fidanzata gli butta le braccia al collo bloccandolo in mezzo al cancello e gli chiede sussurrando: “sei arrivato?”

Mr. Hyde – Roba da ammazzarla, e magari per tutto il viaggio lui ha sognato di sfilarle il reggiseno...

13 settembre 2012

Give me reason, but don’t give me choice

Mr. Hyde – Eccolo! E' tornato dalla Sicilia! Non mi sembra che questa volta ti sia ammazzato di lavoro, almeno a giudicare dalle fotografie.

Dr. Jekill – Beh, che c'è di male, Raffaele non c'era e ho coronato il mio sogno di rivedere l'Etna, in verità c'ero arrivato un 'altra volta, ma c'era nebbia...

Sull'Etna
Mr. Hyde - … e, forse, cattiva compagnia. Invece questa volta, tre giovani donne, se non altro almeno con il pensiero...

Dr. Jekill – Non dire sciocchezze! Hanno l'età di mia figlia.

Mr. Hyde – Poi adesso, come ti ha detto quell'ostetrica “simpatica”, vanno di moda i toy boys; con una settantenne potresti vivere qualche momento di peccato!

Dr. Jekill – Mah.... insomma, secondo te ora le donne lo cercano più giovane?

Mr. Hyde – Ma cosa? Il toy boy, il toy alone, o il toblerone?

Dr. Jekill – Mi rifiuto di fare simili discorsi, che poi leggono anche le serie signore.

Mr. Hyde – Sì, buone quelle!

Dr. Jekill – Pensa che domani arrivano i Siciliani e potremo passare qualche ora serena, senza lavoro e con i pensieri volti alla ricerca e all'aggiornamento.

Mr. Hyde – Senza l'ecografo...

Dr. Jekill – Senza mangiarti il fegato per i turni...

Mr. Hyde – Senza visite né contro-giro...

Dr. Jekill – Senza salire ogni giorno in amministrazione...

Mr. Hyde – Senza inkazzarti con i collaboratori...

Dr. Jekill – Senza che ti passino continuamente telefonate...

Mr. Hyde – Senza doverti chiudere nello studio per fare la pipì, che poi il telefono si mette a squillare proprio in qual momento lì...

Dr. Jekill – Senza che la caposala ti racconti tutte le racole...

Mr. Hyde – Senza incontrare ginecologi...

Dr. Jekill – Senza litigare con le ostetriche...

Mr. Hyde – Senza riunioni di commissioni...

Dr. Jekill – Senza che nessuno ti insegua con l'agenda e il cordless...

Mr. Hyde – Senza ascoltare James Blunt e...

Dr. Jekill – Give me reason, but don’t give me choice, cause I’ll just make the same mistake

Mr. Hyde – Visto che ci sei torna in Sicilia e restaci!

Dr. Jekill – No, la mia macchina a Catania con ce la porto, non è abituata a quel traffico!

11 settembre 2012

11 settembre

Sapevo di essere piccolo...
Mentre cambiava la storia e morivano migliaia di persone innocenti stava cambiando anche la mia vita.
Disteso dentro l'emodiamica della “Gavazzeni” di Bergamo stavo vivendo in contemporanea all'attacco alle torri gemelle la mia coronarografia.
Da allora, è vero, il mondo è cambiato. L'ombra cammina più vicina, e so per certo di avere questa compagna di viaggio.
La mia cardiologa del tempo aveva concluso che il mio fosse solo uno spasmo coronarico causato dallo stress.
E mi aveva suggerito una statina e di cambiare donna oppure lavoro.
Ho seguito tutti e tre i consigli e sono infatti undici anni dopo sono qui a scrivere.
Lo stress è lo stesso; da poco ho cambiato la statina, per il resto [… omissis …].
Gli innocenti continuano a morire, bambini in Siria, senza colpa, bambini in Palestina, portati in battaglia dai loro padri per insegnare l'odio.
Germain ieri è uscito dall'ospedale e domenica sarà in Cameroun; mi ha lasciato un disegno emblematico in cui io, in piedi, lo aiuto ad alzarsi.
Dopo tanti anni Germain è riuscito a sintetizzare i miei sogni in un disegno.