14 luglio 2009

Da Besigheim a Heilbronn e ritorno a Villingen



Riprendo per dovere di cronaca dopo il ritorno a casa.
Da Besigheim partiamo abbastanza presto; ci attardiamo nella speranza di qualche raggio di sole per le ultime foto, ma è un’attesa vana.
Gli ultimi trenta chilometri sono piacevoli, panoramici, ma devastati da una notevole salita proprio a cinque chilometri da Heilbronn.
L’arrivo invece è divertente perché finiamo in mezzo a una folle regata sul fiume in cui equipaggi di una ventina di vogatori si sfidano in una corsa per eliminatorie interminabili.
Su ogni piroga in prua c'è una bella ragazza che batte il tempo su un tamburo; dietro i vogatori, in file per due, si danno il ritmo vociando; in poppa un timoniere si agita e urla pure lui.

Dai ponti gremiti non manca l’incitamento; la birra scorre a fiumi e il fumo di griglie, spiedi, piastre roventi avvolge le rive del fiume.
Anche qui ci attardiamo per qualche ora poi affrontiamo il viaggio sul treno pieno di biciclette all’inverosimile sino a Villingen.
Per completare la discesa di tutto il fiume mancherebbero ancora 150 chilometri, ma le ferie sono finite.

12 luglio 2009

Da Bad Cannstatt a Besigheim




Dopo una giornata dedicata al riposo e alle terme la partenza sarebbe rilassante e piena di aspettative se non ci si mettesse la pioggia.
Dopo aver temporeggiato per qualche tempo infiliamo la cerata da marinaio e si parte; naturalmente smette di piovere dopo dieci chilometri e ci alleggeriamo del poncho.
Il tempo si mantiene variabile con sprazzi di sole e folate di vento traverso sino a Hoheneck dove si trovano altre simpatiche terme; qui lasciamo le biciclette dentro un box a disposizione, monumento all’organizzazione teutonica, e prendiamo l’autobus per salire sulla sponda della valle sino a Ludwigsburg, dove visitiamo a caro prezzo uno splendido giardino, ammiriamo il castello della residenza di Ludwig e torniamo a riprendere le biciclette quando la gente comune si metterebbe a tavola.
La valle del Neckar ora si allarga mentre il fiume percorre anse su anse.
Sul versante volta a volta esposto a mezzogiorno le vigne vengono coltivate a terrazzi, mentre il versante meno soleggiato è lasciato a frutteti; il fondovalle è tagliato a colori vivaci dall’alternanza del grano con la segale.

Breve sosta per un pranzo frugale a Geisingen in un chiosco abitato da una gigante biondo tinto e burbero; dopo qualche minuto diventa gentile, arguisce la nostra mèta e ci augura buon viaggio.
La valle è sempre più luminosa, a dispetto del tempo variabile, e assomiglia sempre più a come l’avevo vista la prima volta, tre anni fa durante un viaggio alla volta della romanica cattedrale di Speyer.
E infatti dopo un’altra manciata di chilometri compare Besigheim, dove avevamo fatto tappa durante il viaggio a Speyer. Naturalmente scendiamo allo stesso albergo, un po’ in disarmo per la verità.
Besigheim è una delle cittadine più suggestive della contea; un abile piano regolatore e di restauro l’ha restituita al secolo scorso con le case a graticcio e le stradine strette su cui si aprono piccoli ristoranti, negozi leziosi e botteghe di paccottiglia e sovenir come si conviene a ogni luogo turistico in ogni parte del mondo.
Il viaggio è agli sgoccioli.
Rimane solo da raggiungere Heilbronn e tornare in treno a recuperare l’automobile.

11 luglio 2009

Stuttgart

Stoccarda è la città della Mercedes Benz e, poco discosto, a Zuffenhausen, della Porsche. La cosa che colpisce di più è proprio il fatto che fra le automobili che circolano in questa città sei su dieci portano sul cofano la mitica stella a tre punte.
Abbiamo deciso che sarebbe stato un giorno di riposo e così è stato. L’abbonamento giornaliero ai mezzi pubblici è molto conveniente, a differenza dei singoli biglietti che costano il doppio che a Milano.
Ma non sono i tram di Milano: puntualità a pulizia sono il motto di tutti i mezzi pubblici in Germania.
Passiamo la giornata fra il mercato del pesce, quello dei fiori e una tappa obbligata al panorama della torre della televisione, a 150 metri dal suolo.
Facciamo anche una breve puntata a Esslingen a rivedere la chiesa di San Dionigi dopo l’arrivo del sole a metà pomeriggio.
Per concludere torniamo alla terme e, visto che c’è l’abbonamento ai tram, finiamo la serata in birreria davanti a un pantagruelico stinco di maiale con quattro contorni.

09 luglio 2009

Da Nurtingen a Bad Cannstatt

Questa volta il tempo non è stato clemente, freddo fin dal mattino, nuvoloso, ventoso e quando ha voluto anche piovoso.
Non avevamo grandi ambizioni, la mancanza di allenamento ha cominciato a farsi sentire. L’idea era di arrivare a Stuttgard, Stoccarda per gli amici, culla della Mercedes Benz.
Infatti ci siamo arrivati dopo una galoppata di quasi sessanta chilometri rallegrata da due grossolani errori di itinerario individuati dal fedele GPS Magellan, che ormai ha i suoi anni.
Il problema è che l’errore di itinerario in bicicletta a volte costa qualche centinaio di calorie non programmate.
L’unica cittadina degna di nota è stata Esslingen con il suo duomo tardo-romanico dedicato a S. Dionisio.
La pala dell’altare risale al seicento ma è tratteggiata con colori vivacissimi, assolutamente inconsueti in Italia a quell’epoca. E arriva la folgorazione: il duomo di Esslingen è protestante! A parte la rarità di un altare dipinto in quel tempo in una chiesa evangelica scopriamo quanto avrebbe potuto essere luminosa la pittura del seicento se non avessimo avuto la lugubre Controriforma.
Scomparso l’unico sprazzo di sereno della giornata ripartiamo alla volta di Stoccarda.
Come ci eravamo ripromessi andiamo a ritemprare il fisico provato alle terme di Bad Cannstatt e poco importa se ripariamo in un anonimo albergo vicino alla stazione dei tram.
L terme nella più stretta osservanza romana sono costituite da una vasca di acqua calda e salmastra a 36 gradi affiancata a una fredda e ferruginosa a 18 gradi. Il passaggio dall’una all’altra è un buon succedaneo della sauna; per chi non vuol rischiare ci sono anche due vasche tiepide, alimentate da entrambe le sorgenti, a 30 gradi circa, ma lì non ci si diverte.
La prossima giornata è di riposo con visita della città e pomeriggio di nuovo alle terme.

08 luglio 2009

Da Hirschau a Nurtingen




Durante la notte ha piovuto e piove anche alla mattina presto. La nostra gasthof è frequentata da lavoratori, autisti e forse rappresentanti, quindi la colazione è servita a partire dalle 6.30.
E che colazione! Pensata certamente per chi lavora, ma si presta egregiamente alla bisogna di chi è atteso da una giornata sui pedali.
Quattro tipi di salumi appena affettati, uova, tre tipi di formaggio, quattro versioni di pane, marmellate, yoghurt, miele e caffè come si deve.
L’oste della sera prima ha lasciato il posto a due robuste signore; ignoriamo quale sia la moglie dell0oste, ma una delle due dovrebbe essere l’artefice sia delle marmellata di fragole che di quella di lamponi.
Il seguito è meno divertente perché la gomma posteriore della bicicletta di Laura è inservibile; la pompa si è rotta; camere d’aria di scorta ce n’è una sola e sono rimaste a casa le bombolette.

Tubingen è a soli quattro chilometri, sostiene la moglie dell’oste, mentre mi schizza la mappa per arrivare da un ciclista.
Così parto sotto la pioggia e scopro che Tubingen è sì vicina, ma a oltre sette chilometri. Comunque trovo tutto e per le dieci sono di ritorno.
Cambio rapido di camera d’aria e si riparte. Quanto meno ha smesso di piovere. Ci attardiamo per le strade di Tubingen, piccola e deliziosa città universitaria, assomiglierebbe a Pavia se non avesse almeno dieci volte più parchi, più verde, più piste ciclabili e più studenti, oltre ad essere decisamente più pulita.
Verso mezzogiorno arriva qualche minuto di sole a permetterci di scattare qualche fotografia carina.

Ripartiamo e torna nuvoloso; la pioggia rimane sporadica, in compenso si alza un vento gagliardo e freddo, fortunatamente in poppa.
Il tempo rimane uggioso e arriviamo in serata a Nurtingen. La città mi sembra sostanzialmente triste. Dopo qualche difficoltà raggiungiamo uno dei pochissimi alberghi di questa città.
Solo le automobili fiammanti la distinguono dalle meste città della defunta Germania comunista di triste memoria.

07 luglio 2009

Da Oberndorf alla periferia di Tubingen




Seconda tappa, tormentata. Non so come si potrebbe chiamare questo nostro giro che tocca alcune delle più grandi città universitarie della Germania del sud.
Sicuramente resterà nel nostro ricordo come il viaggio dei saliscendi.
La pista ciclabile è ben tenuta e ben segnalata, ma chi si illudesse di percorrere l’alzaia di un fiume deve ricredersi. Il percorso divaga a poca o tanta distanza dal Neckar ma in un continuo salire e scendere per poggi, boschi e collinette.
E il fiume? In questi giorni, in cui di notte diluvia, ma fortunatamente di giorno è variabile, il Neckar scorre limaccioso e minaccioso trasportando a valle tronchi, rami divelti e tracimando nei prati quando gli argini sono bassi.
Partenza abbastanza presto ma con sosta precoce in un centro commerciale: mi mancano le camere d’aria di scorta, le bombolette per gonfiarle in caso di necessità e alcuni ferri di scorta. Naturalmente troviamo solo l’acqua e i pomodori che ci serviranno da carburante.

Partiamo sperando di non forare. Il tempo è interlocutorio ma non piove.
Nell’alternarsi di nuvole, nuvoloni, minaccia di pioggia, gocce minacciose e sprazzi di sereno attraversiamo due incantevoli cittabine: Horb an Neckar e Rottenburg am Neckar.
In quest’ultima visitiamo rapidamente il duomo gotico di S. Martino e la chiesa abbaziale, altrettanto gotica, di S. Maurizio. Riesco a scattare qualche foto interessante, ma la mancanza del fido Photoshop sul netbook mi suggerisce di metterle on line al mio rientro.
La giornata si conclude alla Gasthof Leuwen di Hirschau, alla periferia di Tubingen.
Gli ultimi chilometri sono stati noiosi a causa delo sgonfiamento graduale ma inesorabile del pneumatico posteriore di Laura.

Alla Gasthof Leuwen sono rimaste solo camere senza bagno, ma dimentichiamo la disavventura di fronte al rumpsteak monumentale che ricorda felicemente una fiorentina ai ferri. In pratica veniamo messi all’ingrasso da un oste monumentale che è certo del nostro appetito dopo 60 km di saliscendi. Non possiamo dargli torto, ma siamo certi di aver demeritato nella sua reputazione nel momento in cui non siamo riusciti a concludere la cena come lui avrebbe voluto.

05 luglio 2009

Da Villingen a Oberndorf




Prima tappa, ma soprattutto si torna a viaggiare in bicicletta dopo una sosta forzata di quasi due anni.
Non c’è stato tempo per allenarsi quindi tutto appare più difficile.
Caricare le biciclette, ripartire il carico, provare altezza di sella e pedali, insomma,si parte verso le 10.30 del mattino.
E’ anche domenica, e ieri era sabato, quindi niente guida della pista ciclabile, niente di tutte quelle piccole cose, dalle batterie di ricambio a qualche ferro per la manutenzione e una sola camera d’aria di scorta.
Comunque chiediamo al padrone del mitico Hotel Romaeus e rubiamo qualche indicazione per la strada iniziale.
Come pensavo questa zone è tutta una collina, piena di saliscendi oltre l’immaginabile. Con qualche fatica e qualche dubbio sul percorso raggiungiamo Schwenningen prima di mezzogiorno.
Il nostro fiume, in realtà un rigagnolo piuttosto sporco, nasce poco distante dalla stazione ferroviaria, ma quanto meno da qui inizia la segnaletica chiara ed efficace per seguire la pista ciclabile.
Per una quindicina di chilometri tutto fila liscio in mezzo ai boschi alternati a campi di segale.
Verso le 13 rapida sosta a Deisslingen in un ristorante italiano, peraltro l’unico aperto e frequentato, dove ci accontentiamo di un’insalata con l’immancabile birra. Il padrone è italiano ma è nato in Germania e sostiene che qui deve pagare solo lo Stato, invece se tornasse in Italia dovrebbe pagare anche il pizzo, quindi torna solo per le vacanze.

Riprendiamo la strada dopo un’altra breve sosta davanti alla caserma dei vigili del fuoco dove è in corso una simulazione di soccorso.
Altri 10 chilometri e arriviamo a Rottweil dopo una salita biblica. Il centro storico è molto carino con le case a graticcio, i bow window e gli intonaci in tinte pastello.
Il tempo di scattare qualche fotografia e ripartiamo alla volta del fiume, che scorre molto più in basso. Non è così semplice e anche la discesa sino al greto del fiume è un’altra discreta serie di saliscendi.
La pista è ben segnalata e con un fondo eccellente. Finalmente si corre in fondovalle, fra la ferrovia e il fiume.

Raggiungiamo presto, verso le 16.30, la cittadina di Oberndorf; il contachilometri segna 50. Per oggi, con tutti i saliscendi e lo scarso allenamento, peso possa bastare.
Ci accoglie la pensione della famiglia Melber, quasi in riva al fiume.

Villingen & Schwenningen




Ieri sono tappa di trasferimento.
Appena entrati in Germania ci hanno accolto la pioggia e una lucente locomotiva a vapore in pressione pronta per un treno speciale.
Qui i treni sono un’istituzione; a un tiro di schioppo da Stoccarda sorge la mitica fabbrica di treni elettrici Marklin.
Comunque facciamo qualche foto sotto una pioggia, fortunatamente poco convincente e poi ripartiamo alla volta di Villingen. La cittadina fa coppia fissa con Schwenningen, dove nasce il nostro fiume. Peccato che fra l’una e l’altra ci sia una valletta che in bicicletta non promette nulla di buono.
Dopo l’arrivo all’ Hotel Romeus siamo usciti alla ricerca della sorgente del Neckar. Niente di più difficile nel momento in cui Schwenningen era in preda a un forsennata “notte di cultura”, una sorta di rumorosa notte bianca in cui la birra ovviamente scorreva a fiumi.

Abbiamo cenato con bistecche, wurst, insalata di rafano, crauti e patate e naturalmente weissbier, la mitica Furstemberg weissbier che si produce alle sorgenti del Danubio, a nove chilometri da qui. Quindi abbiamo dormito sullo spartiacque fra Mar Nero e Mare del Nord.
Oggi si dovrebbe partire; l’uso del condizionale riposa sulla presenza di minacciose colline coperte di boschi, ricche di micidiali saliscendi per le gambe poco allenate.

04 luglio 2009

Partenza!




Dopo un paio di giorni di duro lavoro, interrotto da pesanti sedute di ecografia, la cucina ha preso forma.
Manca la sagomatura e il taglio dei piani di lavoro, ma per questo avrei deciso di rivolgermi per aiuto al nonno di Mauro, come gentilmente suggerito dalla Signora Liliana.
E poi?
E poi abbiamo deciso di partire per la nuova avventura: la discesa in bicicletta del fiume Neckar, nella Germania del sud.
La bici sono caricate; mi sono fornito di un netbook con chiave modem ADSL per aggiornare la cronaca di viaggio sera per sera.


Queste sono le ultime note prima di affrontare lo Spluga e la valle del Reno. Contiamo di raggiungere Schvenningen, dove nasce il Neckar, in serata. Ieri, con uno sforzo sovrumano sono riuscito a prenotare la camera all’Hotel Romaus di Villingen.
Non è stato molto difficile perché ho trovato un albergatore che conosceva l’inglese come me quindi ci siamo intesi telefonicamente… a gesti!