31 gennaio 2012

L’avvelenamento

Cronaca in diretta dalla Pediatria di Gravedona ed Uniti il 31 gennaio 2012 (nomi commerciali e sesso sono di fantasia, ma non troppo) .
-    Dottore, dottore, il bambino ha mangiato 4 compresse di  Anquetil da 5 miriagrammi!
-    Va bene, signora, ora vediamo; è passata dal Pronto Soccorso?
-    Eh no! Credo sia più importante portarlo in Pediatria che in Pronto Soccorso, neh dottore!
-    Va bene, poi ci pensiamo, aspetti che sentiamo il Centro Antiveleni…
-    No, l’ho già sentito io!
-    Ah sì? Cosa le hanno detto, signora?
-    Di portarlo al Pronto Soccorso…
-    Va bene, ora li risentiamo.
[chiamata al Centro Antiveleni di Milano Mansarda]
-    Ecco signora, ci hanno suggerito di fare un ECG, poi di dare carbone vegetale, poi di ripetere un ECG e di tenerlo in osservazione sino alle 21.
-    Ma sono le 15! Perché devo stare qui tutto questo tempo? Il bambino sta bene!
-    Ok, mi firmi che rifiuta le prestazioni e io la lascio andare, naturalmente sotto la sua responsabilità.
-    Eh no; io non mi assumo nessuna responsabilità, neh! Io dico solo, nella mia ignoranza…
-    Appunto, signora…
Ci deve essere una morale in questa storia: ma quale?

30 gennaio 2012

Tregua fra Mr. Hyde e Dr. Jekill

Su Facebook  arrivano messaggi privati che chiedono insistentemente come mai siano scomparsi i bollettini meteo e le diatribe fra i due barometri.
Mr. Hyde continua la sua vita di sempre, da bravo barometro low cost; si ostina a segnare l’ora legale, ma non ho più il manuale né la voglia di aggiornarlo.
Dr. Jekill è evoluto in una piccola stazione meteo completa di sonda remota protetta e anemometro; potrebbe disporre del pluviometro e di un rilevatore di raggi UV.
Per l’impianto sul tetto mi sono avvalso, su mio progetto,  del contributo tecnico “del”  Carlo, marito della nostra Caposala.
Ora la stazione barometrica svetta sul tetto ma il suo costo in termini di risorse umane è stato tale che preferisco lasciare Dr. Jekill al suo destino fra le intemperie, in attesa che un raffica di vento più forte vanifichi i suoi incessanti quanto inutili rilievi.

27 gennaio 2012

Amici miei, lettori immaginari

Sul gruppo Anobii Italia di Facebook da qualche giorno impazza la polemica.
Il motivo del contendere è se sia preferibile leggere un libro cartaceo o abbracciare l’e-book e i suoi parafernali.
Personalmente leggo indifferentemente su carta ed e-book.
Da tempo ho deciso che il contenuto è decisamente più importante del contenitore. E in questo sono sostenuto dal mio lavoro, al termine del quale non mi sognerei mai di battere un referto con la macchina da scrivere per poi spedirlo in busta affrancata, al prezzo oltretutto di passare per psicotico.
Ma un altro problema inizia ad emergere e forse merita qualche riflessione.
Per procurarci un libro cartaceo possiamo scegliere fra una smagliante libreria, una bottega da rigattiere, un’edicola, una scansìa del supermercato, una bancarella di libri usati o un mercatino delle pulci.
Tutti posti dove chi ama leggere si muove agevolmente e nel suo ambiente, anche se un po’ come pipistrelli al crepuscolo.
Ed emergono da qualche anno le librerie on line, ibride rompighiaccio verso la globalità multimediale.
Ma con gli e-book è tutta un’altra musica.
Scaffali profumati addio; addio scansìe di supermercato fra le quali aggirarsi in attesa di mogli o mariti alle prese con pescivendoli, salumieri e giovani promotrici di bagnoschiuma compra tre e paghi due.
Gli incontri eterei sono su Anobii, su Facebook, su Amazon, ambienti nei quali si aggira con destrezza e consumata nonchalance solo chi è nato nell’ultimo decennio del  ventesimo secolo,  ad esclusione dei pionieri della rete e degli addetti ai lavori.
Qui è più difficile scegliere, è più difficile sfogliare, è più arduo leggere i risvolti delle sovracoperte, ma succede anche altro:  si legge ad ampio raggio; si allargano gli orizzonti.
Sugli scaffali delle librerie l’occhio corre agli autori conosciuti, ai generi consueti, alle case editrici che hanno conquistato gli spazi più in vista.
Sui “siti” siamo più aperti ai generi di consumo, ma anche alle case editrici di nicchia, ai libri pubblicati in proprio, a quello che leggono gli amici.
E quale sarà il futuro? Come scaricheremo i libri della biblioteca comunale? Come presteremo gli e-book agli amici? Come incarteremo i libri degli anni a venire? Come scriveremo le digitali dediche alla donna del cuore con la stilografica e l’inchiostro verde gettati alle ortiche?

20 gennaio 2012

Dostoiewskji

Avrei voluto cancellare dai tuoi occhi quella noia e quella solitudine
ma allora davo troppe cose per scontate e non ti seguivo più
come la pioggia anche l'amore rinfresca una stagione ostile
come la pioggia anche l'amore è destinato poi a finire.

Le cose più importanti come sempre noi le diciamo senza voce
basta guardarsi dietro il vetro di un perdono o sotto un battito di luce
e il pianto vero non ha lacrime, né spettatori né rifugio
ci siamo persi in un bicchiere e ritrovati in un naufragio

[Massimo Bubola]




16 gennaio 2012

Meteo del 16 gennaio 2012

Gravedona, fa veramente freddo; temperatura - 4.7°c; umidità relativa 73% e pressione atmosferica non corretta 990 mb. Cielo terso e sereno.
Per il mio post sui SUV a Milano ho ricevuto alcuni commenti sia sul blog, sia su Facebook.
Quindi ritorno sull'argomento: mi pareva di essere stato chiaro in apertura del post, stesso affermando che il problema non è il SUV ma chi lo guida.
E' altrettanto chiaro comunque che il SUV in giro per Milano esprima un po' una forma mentis che non appare molto sostenibile nè condivisibile.
Il seguito del post conferma il mio disappunto per come si guidano, auto, scooter e quant'altro la fantasia suggerisca.
Chi conduce un mezzo pesante incute rispetto e timore, e cedere alla tentazione di essere arroganti e maleducati è più facile. 

Ne è la prova l'esperienza comune di chi percorre le autostrade e subisce tagli di corsia e scortesie da qualche (e non generalizzo, scrivo "qualche") autista di TIR. 
Gli stessi autisti, quando guidano una Panda o una Polo, in genere concedono strada senza problemi a un'Audi A3.

15 gennaio 2012

Viale del Policlinico, di Claudio Coletta, Sellerio editore, Palermo, 2011, pagine 101-102.





Diede una profonda tirata alla sigaretta e osservando il cielo azzurro di quella fine mattinata continuò a seguire i suoi pensieri.
«Lo sai perché non si sentono in pericolo?Perché pensano di essere invincibili, immortali, immuni dal dolore che li circonda. Tu ci sei dentro a metà, forse non sei più abbastanza distante per vederli nitidamente ma io posso farlo, li osservo, li seguo ogni giorno con attenzione, credimi. Valianti per esempio, crede sul serio di appartenere a una razza superiore, guarda i malati e le loro malattie con disgusto e non lo nasconde nemmeno. Me ne sono accorta tante volte, il problema è che se ne rendono conto anche i pazienti che però pensano che quei semidei possano risolvere i loro problemi e così se li tengono buoni, portano doni e omaggi, sopportano umiliazioni e sofferenze spesso inutili. Ma tu lo capisci o no il meccanismo di ricatto che sta dietro al sistema ? Io ho il potere di guarirti, io solo, tu me lo devi riconoscere, rassegnati ad essere nelle mie mani, affidato al mio sapere, al mio umore, ai miei capricci, e guai a non avere fiducia».
Aveva detto quelle ultime parole con un tono di voce leggermente diverso dal solito. Alla fine, girandosi verso di lui, sembrò quasi sorpresa di essere in quel posto, seduta su quella panchina.
«Ho scantonato, vero? Ho detto un sacco di stupidaggini. E solo che ho perso mia madre, tanti anni fa. e non riesco ancora a dimenticarmelo. Non si sono accorti che aveva una gravidanza extrauterina, l'hanno scambiata per un inizio di menopausa, e così... tu non sei come loro, lo so, promettimi solo che non lo sarai mai, neanche fra vent'anni».


Quanti medici possono leggere serenamente queste pagine dopo vent'anni di professione? Di più o di meno di quanto si pensa? Sicuramente più di un tempo, la medicina cresce non solo scientificamente, anche l'etica ha avuto la sua parte.
Però la strada è ancora lunga.



Domenica 15 gennaio

Gravedona ed Uniti; domenica 15 gennaio 2012 – temperatura -4° (!?); umidità relativa 63%; pressione 987 mb.
Ieri ho viaggiato da Cosio a Como; ho incocciato un ingorgo a Lecco; ho seguito una riunione interlocutoria all'Areu di Como; ho seguito al telefono un caso clinico partito con l'elicottero (grazie, dr.ssa Longo!); sono passato da Lugano per evitare la litoranea; ho fatto un po' il nonno prima di crollare esausto.
Oggi si ricomincia, per la mattina l'occupazione principale sarà quella di fare in nonno, ma poi ce ne saranno molte.
Buona domenica!

14 gennaio 2012

Meteo sommario del 14 gennaio

Si allontana ancora l'implementazione della stazione meteo.
La colpa non è tutta mia.
Oggi, oltre al lavoro solito, dovrò dannarmi l'anima per organizzare un corso di ecografia d'urgenza.  Il provider, cioè la società che l'ha organizzato, mi aveva noleggiato alcuni manichini da rianimazione.
Nell'impossibilità di fare l'ecografia a molle e sacchetti mi toccherà trovare una Pediatria che ci presti qualche paziente, con il ritorno di un inquadraento ecografico invidiabile.
Vedremo...
Nell'attesa posso comunicare che il tempo è sereno sul lago, la temperatura è di 1.9°, la pressione di 987 mb e l'umidità relativa è all' 11% grazie al ventaccio da sud-ovest.

13 gennaio 2012

Civiltà della strada

Oggi, dopo l'odioso omicidio del Vigile di Milano, è facile scrivere peste e corna dei SUV.
Ma sono anni che fuoristrada di ogni tipo furoreggiano sui marciapiedi e sulle piste ciclabili di Milano, mentre nelle valli, per le strade agro-silvo-pastorali, il loro transito è regolamentato e molto spesso proibito.
Ora magari si deciderà di imporre una sovrattassa per chi circola nelle nostre città con SUV e fuoristrada, ma c'è voluto un episodio triste e irrevocabile.
A Gravedona e giù, giù fino alla Tremezzina si gira “solo” in motorino senza casco, si percorrono le strade in senso vietato, si passa il semaforo col rosso e nell'ora dei frontalieri i limiti di velocità appaiono temporaneamente e tacitamente sospesi.
Aspettiamo con fiducia il morto.

12 gennaio 2012

Meteo provvisorio del 12 gennaio 2012

A Gravedona la temperatura è di - 1.3°; la pressione atmosferica di 997 mb e l'umidità relativa dell'85%. Il cielo è sereno. Dalla prossima settimana arriveranno più informazioni.

11 gennaio 2012

la fabbrica del sorriso - 2


Tempo fa mi ero soffermato sull'aspettativa di genitori e nonni di avere un erede sorridente a costo di qualsiasi concessione o compromesso.
Rimango dell'idea che questa possa essere e sarà la fabbrica dell'infelicità del bambino a breve, medio e anche lungo termine.
Segni e sintomi ci sono tutti già in molti adolescenti; si tratta solo di aspettare.
Ma nelle ultime ho ricevuto ancora alcune richieste di consigli a cui non saprei oggettivamente rispondere.
Il primo caso è quello di una bambina che si sveglia ogni notte alle 2.30 e chiede un biberon da 250 ml di latte.
La richiesta di cosa fare mi coglie impreparato, non conosco sul mercato farmaci che facciano dormire mamma e bambino, tolgano la sete; ho sentito parlare di bacchetta magica; qualcuno usa la pranoterapia ed altri si arricchiscono con l'osteopatia, ma mi rimane difficile cambiare i miei principi alla soglia della pensione.
Il secondo caso è una telefonata giunta alle sette del mattino in ospedale. Mi trovavo lì casualmente e non mi sono negato, convinto che l'ora antelucana portasse a un'urgenza indifferibile.
Il problema era quello di una bimba di tre anni che aveva avuto prurito alla “farfallina”, fortunatamente regredito dopo aver fatto la pipì.
Per far sentire a suo agio la signora ho proposto un'ecografia dell'addome, sperando di interpretare i suoi desideri.
Non era questo il caso e la signora mi ha congedato gentilmente.
Oggettivamente la domanda che mi accompagnerà negli ultimi anni sarà: perchè mettere al modo figli per poi soccombere all'ansia, alla frustrazione, al consumismo, al malumore, alla depressione, alla maleducazione, all'incertezza, al crollo degli ideali, alla disperazione, al voto dato per consuetudine, alla lite per futili motivi, al velleitarismo al volante, al ministero della cultura popolare, alle cazzate trovate su internet e a quelle sentite per televisione?
Ma il buon senso non si trova più nemmeno fra gli optional o si scopre sempre e solo dopo le sciagure e i lutti?

05 gennaio 2012

Meteo del 5 gennaio 2012

Gravedona ed Uniti; alto Lario occidentale – Temperatura -0.5°; pressione 981 mb; umidità relativa 46%; cielo parzialmente coperto.
A Catania, in compenso, il "quasi mio" vulcano sta mostrando i muscoli nel cielo sereno, come potete vedere nella foto che mi ha procurato la pregiata Dottoressa Longo.

03 gennaio 2012

Meteo del 3 gennaio 2012; il fratello del Dr. Jekill


Temperatura 4.5°; umidità 63%; pressione 993 mb con trend in aumento; cielo sereno.
La novità è che il Dr.Jekill ha avuto finalmente un fratello.
Stessa professione, stesso cognome, Oregon Scientific, ma moltissima capacità in più.
Igrometro, termometro, pluviomentro, barometro e anemometro aspettano di svettare su una virilissima e alluminosa asta che svetterà vicino all'abbaino nel primo ancorchè lontano giorno di ferie.
Per ora si limita a imitare il più vecchio e stanco fratello, che ha perso la sonda remota.
Naturalmente ha già iniziato i diverbi con il temibile Mr. Hyde, ma non sono ancora arrivati alle mani.

01 gennaio 2012

Breve storia di lunghi tradimenti ovvero meteo del 1 gennaio 2012

Primo giorno di un nuovo anno.
La temperatura a Gravedona, nell'alto Lario occidentale, è -0.6°; la pressione è di 1026 mb, l'umidità relativa pare al 56%.
Il cielo è sereno, stellato, in quest'ora che precede l'alba.
Orione ha lasciato il sud, è migrato nel cielo occidentale mentre impazzavano botti tardivi.
Facebook rigurgita di auguri; non ne ho fatti ancora né di mediatici né di retorici; ero certo che sarebbero serviti solo a verificare chi avevo dimenticato.
Mi sono avvicinato a mezzanotte in ospedale.
Un ambulanza, con un piccolo molto sofferente, l'avevo spedita a Monza.
Sono rimasto in reparto ad ascoltare solite telefonate di chi ha il bambino con il culetto rosso e non crede sia il caso di “disturbare” il pediatra privato, mamme disperate in panico per la tosse e padri dubbiosi se affrontare la rassegnazione o abbracciare il timore.
E sarà un anno uguale agli altri.
Per dirla come Tullio Avoledo sarà ancora una “Breve storia di lunghi tradimenti”.
Da giovane medico stavo alla finestra del Policlinico di Verona nelle notti d'inverno e di nebbia.
Ero orgoglioso e soddisfatto che un intero reparto di pediatria di un'intera città fosse per qualche ora nelle mie mani.
Quando l'autostrada si riempiva dei lampeggianti lividi che seguono i tamponamenti a catena mi sentivo parte integrante di un'eletta equipe che combatte la sua guerra senza quartiere con la sofferenza e con la morte.
Erano sogni e illusioni di un giovane medico.
Ben diversa la realtà del '78 che avrebbe portato insegnanti falliti e falliti lottizzati a dirigere le strutture sanitarie nella guerra santa contro la lobby dei càmici banchi.
E questa è oggi la malasanità, ma la genesi ha le sue radici in quegli anni.
Anno dopo anno sono ancora qui e ogni tanto guardo da una finestra “Vista lago” un'ambulanza che corre o che arriva.
Mi auguro che qualcuno creda ancora che ci sia un'elite che combatte la sua guerra senza quartiere con la sofferenza e con la morte.
L'armata Brancaleone impazza su Facebook, chi augura, chi lusinga, chi insulta, chi irride.
Qualcuno ironicamente si fa beffe della morte di un faccendiere nostrano o di un tiranno coreano, ma si tratta di chi non ha mai provato l'intima sconfitta di vedere la vita abbandonare gli occhi di uno sconosciuto steso sull'asfalto o su un lettino.
Affrontiamo un altro anno; e sarà un'altra “Breve storia di lunghi tradimenti”, di telefonate per il culo rosso e il bambino che non mangia, di colleghi lavativi e di ferie mancate, di turni tappati e di occasioni perdute.
L'ultima speranza è che ci sia un po' di pace in terra, almeno per gli uomini di buona volontà.
Non posso fare l'elenco delle persone amiche; sono tante, sono migliori di me e non posso permettermi il lusso di dimenticarne qualcuna.
Auguri.