15 luglio 2008

A volte ritornano



Fra venerdì e sabato ritorno in patria dalla Tunisia.
Un “overbooking” ci costringe una notte a Napoli.
Non sarebbe spiacevole se Laura non avesse fratturato la nona vertebra dorsale sulle scale umide del villaggio Valtur.
Nessuno ci aspetta all’aeroporto di Napoli, ma no, non è vero, ci attende un sollecito signore in camicia bianca a maniche lunghe che gentilmente ci libera del carrello portabagagli e dell’€uro di cauzione poco prima della partenza del taxi per l’hotel.
Poi, dopo una corsa dissennata sul porfido ineguale, veniamo sbarcati davanti all’Hotel 5 stelle che la compagnia aerea ha dovuto offrire.
La notte si chiude tragicamente sulla nona. Peccato che si tratti della dorsale di Laura e non della sinfonia di Beethoven.
Dopo circa otto ore la ragazza si riprende ed è in grado di raggiungere la terrazza al sesto piano per la colazione mentre io mi precipito sui taxi in attesa implorando un tragitto più lungo ma senza porfido verso Capodichino.
Arriviamo e mamma Alitalia si occupa finalmente di un imbarco adeguato, riservato e protetto mentre un altro signore indigeno si occupa del carrello portabagagli e dell’€uro incluso.
Il fatturato della “cauzione” dei carrelli portabagagli all’aeroporto di Napoli non è trascurabile; peccato non versarne una tangente ad Alitalia: uscirebbe dalla crisi.
Volo interno, quindi senza birra, verso Milano Linate.
All’arrivo la terra trema e sussurra: “a volte ritornano…” … decisamente siamo di bocca buona.

07 luglio 2008

Vacanze in scatola e congresso





Sono sempre più convinto che questo villaggio offra solo vacanze in scatola. Poco importa; avevo bisogno di staccare e ricaricare un po' le batterie e quindi tanto basta.
Un bel po' di libri, spiaggia, molto nuoto, il congresso in sordina.
Ieri cena a base di pesce, ovviamente con pagamento di supplemento; finalmente serviti a tavola e non più al self service: disastro.
Qui non sanno cos'è un ristorante e mettono a dirigerlo un animatore o un'animatrice: molta cordialità ma quanto a organizzazione siamo molto lontani.
La cena è trascorsa inesorabilmente lenta, con menù fisso e cadenzato; il nostro tavolo era un po' defilato quindi si sono dimenticati il vino, poi il contorno, poi ancora il vino. Però al momento del commiato ci hanno portato la nuova bottiglia di acqua fresca, che la precedente era terminata all'epoca delle tagliatelle.
I relatori girano un po' tristi. Siccome questo è un villaggio turistico nessuno li ossequia a sufficienza, anche se girano ostentando mocassini, calze lunghe e pantaloni stirati mentre noi peones giriamo in sandali e sotto i pantaloni il costume è sempre pronto per una nuotata.
So che manca qualche fotografia ma, a parte che i villaggi sono tutti uguali da Bali a Malindi, questa specie di internet point non permette di inserire la chiave USB nè altri supporti.

06 luglio 2008

Vacanze in scatola

Eccomi a Tabarka, villaggio Valtur, Tunisia.
Siamo qui per un congresso, ma è inevitabile essere immersi nella vita di questo villaggio.
Il villaggio è italiano e quindi la cucina è quella italiana omologata che si trova in tutti i ristoranti italiani da Copenaghen a Istambul, passando per le trattorie dei camionisti e le mense degli ospedali. Cambiano solo i frequentatori e il prezzo.
Qui il valore aggiunto sono le signore abbronzata e i mariti pallidi e flaccidi (come me) che si rincorrono ciabattando nelle infradito firmate, arraffando sempre il doppio di quello che si potrebbe mangiare al self-service, l'importante è non trovare il piatto di portata vuoto, derubato da quei maleducati che sono arrivati prima.
Il sonoro è un sottofondo rock deja vu e canzone italiana nostalgica, una sera c'è stata pure musica etnica sicula, che inizia verso le 9 del mattino e prosegue senza grandi variazioni sino alle 23.
Gli animatori non disdegnano l'occhiolino alle tardone, così come le animatrici ancheggiano gratuitamente per i loro mariti, però ci mettono anche un po' d'ironia.
In piscina si fa di tutto, ma proprio di tutto, tranne che nuotare.
Alla fine della serata si arriva con il rammarico di non aver partecipato alla visita al mercato del paese, alla gita in quad (squallido cammello motorizzato che puzza più del suo antenato), al corso di diving, a quello di golf e al torneo di bocce.
Tutti crollano stremati sul lettone nella camera climatizzata, domani è un altro giorno.
Però quando dico che faccio le vacanze in bicicletta o in trekking mi dicono: ma lei è pazzo, dottore!
Alla prossima vi racconto dei medici che frequentano il congresso. A presto.