30 maggio 2012

La parata del 2 giugno


Sarò sincero: fino ad oggi non mi era importato molto della parata del 2 giugno.
Si festeggia la festa di una brutta repubblica, che è comunque sempre meglio di una monarchia la cui fama è quella di puttanieri d’alto bordo.
Però era l’occasione per vedere il tricolore. Dopo anni di tragiche bandiere nere, di triste bandiere rosse, di ridicole bandiere verdi, questo sarebbe stato l’anno buono.
Oggettivamente la parata del 2 giugno avrebbe il grande sapore della demagogìa e dell’autoreferenzialità lontana dalla gente. 
Ricorderebbe in modo sinistro i fasti dell’armata rossa che sfilava alla faccia dei campi di concentramento in Siberia e in Romania.
Invece arriva la notizia che l’unico provvedimento per il terremoto dell’Emilia sarà l’aumento della benzina.
Se i Maya non ci avessero preso e se l’apocalisse di Giovanni si allungasse nel tempo le accise di questo terremoto le pagheranno anche i nipoti dei miei nipoti.
E se tutti quelli che non hanno un conto in rosso devolvessero invece una mensilità del proprio stipendio per le vittime del sisma?
Io, anche se il conto in rosso ce l’ho, sarei pronto, e magari lo farò pure, ma sarebbe bello che il buon esempio lo dessero i parlamentari nazionali e regionali.

27 maggio 2012

Squillace - Centro Congressi Porto Rocha - 2


Peschereccio a Soverato Marina
Piove a dirotto, anzi, i tuoni mi svegliano e i lampi rischiarano per quanto possono il cielo livido e gravido di nuvole che si stende sullo Ionio.
Non c' è molto di interessante per me in quest'ultima giornata del congresso sul Bambino del Mediterraneo a Squillace Lido.
Ne approfitto per portare avanti la stesura di alcuni appunti.
A metà mattina compare una schiarita ma resisto alla tentazione e lascio che gli altri colleghi di Milano scendano alla spiaggia.
E infatti dopo neppure un'ora tornano le nuvole e non promettono nulla di buono.
Rimango sotto la veranda a scrivere, controllare la progressione e la programmazione dei prossimi incontri.
Le hostess alte, longilinee, eleganti nel tailleur blu d'ordinanza sfilano instancabili con lo sguardo vitreo.
A tratti sorridono, ma non tutte, a qualche ospite di riguardo, e per qualcuna evidentemente lo devo essere, mentre per altre no.
Qualche collega si è rifugiato con me sotto la veranda, rigorosamente davanti al PC, mentre qualche bimbo mi volteggia attorno, attratto dalla mia faccia da nonno.
Per questo pomeriggio, che sarà sicuramente libero, vorrei spingermi fino a Squillace, nell'entroterra, che nelle Regioni meridionali è sempre un'attrattiva e un'incognita.

25 maggio 2012

Squillace - Centro Congressi Porto Rocha - 1

Lido di Squillace, Catanzaro. Il tempo ieri è stato pessimo: freddo, pioggia, vento.
L'umore è pessimo e non ho alcuna voglia di vedere nessuno, e infatti fino all'ora di cena sono stato quasi da solo.
Poi sono stato quasi conteso a tre tavoli.
Questa mattina il tempo è migliorato, ho incontrato colleghi simpatici e l'umore è in miglioramento.
Il programma del convegno oggi non mi interessa molto, il clou, almeno per me, sarà domani mattina, con la pediatria d'urgenza.
Il villaggio turistico che ci ospita è alto sul mare, a circa due chilometri dal paese.
Si mangia bene mentre le camere sono piuttosto anguste e spartane, stile adriatico anni '70. Rimane un po' di apatia e mi sono rifugiato nell'aula congressuale rifiutando la spiaggia e il giro in paese.
E' interessante osservare di cosa parlano gli sconosciuti la prima volta che si incontrano.
Gli americani parlano di solito di lavoro o di viaggi.
Gli inglesi, notoriamente e in modo quasi buffo del tempo.
Noi stiamo diventando un paese di mammoni. Quando si incontrano due medici che non si conoscono, peggio se sono dottoresse, parlano inevitabilmente dei figli.
Ieri sullo shuttle ho saputo tutto, ma proprio tutto, sui figli adolescenti delle mie due compagne di viaggio.
Sfido io che i matrimoni naufragano nei letti estemporanei degli hotel congressuali.
Per fortuna ho superato la manzoniana età "sinodale" che mi pone al là delle tentazioni. Quasi quasi scendo in paese a cercarmi una scatola di toscani da meditazione.

24 maggio 2012

AZ 7901 Milano-Lamezia Terme; naturalmente

Parto per un convegno Simeup inaspettato; fino a 2 settimane fa non ci contavo. 
La partenza da Linate è una follia. 
Per arrivare a Linate alle 10 si deve partire da Gravedona prima delle 7. 
L'ingresso a Milano è allucinante quindi decido di attraversare Monza per raggiungere la tangenziale est. 
Non è una buona idea. 
Al traffico solito di chi corre in ufficio, non è più orario di fabbrica, si aggiungono le mammine che portano i figli a scuola. 
Verosimilmente si sentono giustificate a non rispettare alcuna precedenza e in prepotenza e malducazione superano nettamente i mariti in Suv, oltre a insegnare la buona creanza corrente ai loro blasonati discendenti. 
Rimpiango, orrore leghista, il traffico di Catania dove ti tagliano la strada chiedendo con un cenno e ti cedono il passo con uno sguardo. 
Con l'aiuto di Dio raggiungo il parcheggio di Novegro e mi fiondo in aeroporto con uno shuttle malandato e maleodorante. 
Naturalmente il web check-in è stato impossibile ieri e oggi vengo sballottato in due o tre banchi; arrivo trafelato ai varchi e scopro con raccapriccio una coda biblica. 
Mi rassegno a osservare un inglese allampanato e vestito da bancario provinciale che si sbraccia e gesticola come se il suo interlocutore lo guardasse dal Blakberry. 
Lo guardano perplessi e preoccupati due funzionari tedeschi mentre invece due signore dietro di me si confidano problemi mestruali intercorrenti. 
Naturalmente sono l'ultimo al gate e mi hanno già chiamato. 
Ho implorato un posto al finestrino e l'ho rimediato in fila 28. 
Naturalmente ho un intera fila a disposizione e posso dedicarmi a scrivere questi appunti di viaggio. 
Passiamo alti sopra al Trasimeno; ricordi di viaggi e di amori che si sperava durassero una vita e ormai sono tutti dietro le spalle si sciolgono nel dormiveglia cullato dalle turbolenze. 
In Calabria sembra che il tempo sia nuvoloso; una schiarita squarcia il pavimento di nuvole sopra Napoli e ci mostra il Vesuvio. 
Poi inizia la discesa.

23 maggio 2012

Dove nessuno ti troverà




More about Dove nessuno ti troveràIndubitabilmente il più bel libro che mi sia capitato di leggere quest’anno, anche se gli impegni di lavoro pressanti mi hanno concesso poco tempo da dedicare alla lettura.
L’inizio è quello di una rivisitazione del Don Chisciotte di Cervantes in chiave moderna, e nulla di cui meravigliarsi conoscendo lo stile di Alicia Gimenez Bartlett.
La contrapposizione di due caratteri, di due indoli, di due sessi è il filo conduttore di tutto quello che ha scritto, anche e soprattutto di genere poliziesco.
Poi il libro, la trama, l’analisi, si dipanano attorno alla protagonista, che racchiude in sé la contraddizione, il confronto e la complessità del rapporto uomo/donna, vissuti su di sé, all’interno di un’ambiguità sessuale.
Ne emerge una figura di grande statura, che le avversità della vita e della Spagna franchista, ma neppure la solitudine riusciranno a sconfiggere.
Nella ricerca e nel tentativo di studiare questa figura uno psichiatra e un giornalista fallito scoprono invece le loro sconfitte più o meno attese.

22 maggio 2012

Ce l'abbiamo fatta!


Ce l’abbiamo fatta!
E’ stata una faticaccia, con dispendio di tempo e risorse per alcuni mesi, ma il primo corso di ecografia pediatrica (d’urgenza) è andato in porto.
Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato, che hanno creduto nel mio progetto; grazie a chi mi ha sostenuto concretamente, come la fantastica Professoressa Susanna Esposito, e il mio amico del cuore Raffaele Falsaperla, che da Catania mi stima anche per quello che non sono e mi sostiene sempre quando vorrei gettare la spugna.
Ma grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote per insipienza, ignavia e invidia, è anche questo uno stimolo vivace per proseguire la strada in cui credo.

20 maggio 2012

Notte diversa, per gente normale


Gravedona ed Uniti – pressione 981 mb in discesa, oggi pomeriggio pioverà; temperatura mite, 20.7°c; umidità relativa 55%. Vento gentile da sud-ovest 2.3 nodi/h.
Il cielo non ha ancora deciso cosa fare; sul lago ci sono nuvole alte, sulle ultime propaggini delle Lepontine a tratti è sereno.
Spero sia una domenica laboriosa, sto preparando le ultime slides per un corso che terrò domani a Milano, naturalmente di ecografia.
Notte travagliata da un parto verso le tre, il "giovane di studio" mi ha chiamato giusto in tempo per sentire il terremoto delle 4.04.
Durante la notte sono arrivati in ospedale due adolescenti ubriachi.
Fin qui nulla di strano durante la notte del sabato succede quasi sempre.
La mamma di una ragazza era molto preoccupata.
Questa mattina mi ha chiesto se avevamo trovato altre sostanze psico-attive, fortunatamente no, e ho dovuto dissuaderla dal prendere a schiaffi la figlia, spiegandogli che può succedere a tutti, che sicuramente si è trattato di un episodio estemporaneo e che se mai ci sarebbe stato da perseguire chi aveva servito alcolici a un'adolescente.
Il padre di un ragazzo invece si è inferocito perchè sul referto del Pronto Soccorso è stato scritto etilismo acuto. E che ci avrebbero dovuto scrivere? Probabilmente che era figlio di un cretino, ma non è una diagnosi contemplata dall' ICD9-CM.
Forse avrebbe dovuto ringraziare il cielo che il figlio non avesse fatto danni a sé o agli altri
Con genitori simili non c'è dubbio che ogni sabato sera sarà uguale, e forse peggio.

18 maggio 2012

Instamatic & Instagram


Saluti da Malpensa col cellulare
Il fenomeno Instagram è un fatto compiuto.
Le fotografie fatte con il cellulare, con l'Iphone, con l'Ipad non sono quasi mai notoriamente dei capolavori.
La scarsa possibilità di intervenire sui parametri di ripresa ne fa un prodotto buono al massimo per foto ricordo.
Eppure questa scarsa possibilità di interagire con la fotocamera e la scarsa propensione alla post-produzione sono il segreto del successo di Instagram.
Una volta scattata la foto si possono applicare alcuni filtri oppure lo scatto può essere reso in bianco e nero.
Poi si pubblica con ricchezza di geo-tag, di didascalie e di condivisioni pressochè impensabili.
Naturalmente c'è molta foto-spazzatura.
Ma ci sono delle risorse insperate, quasi come su Twitter.
C'è la possibilità di portare la concettualizzazione fotografica quasi allo stato puro.
L'immagine Instagram ha la possibilità di cogliere l'attimo fuggente e di congelarlo in un concetto visivo.
Non c'è la possibilità dell'hdr, la nitidezza è approssimativa e non è legata più di tanto al portafoglio del proprietario.
Con un cellulare in mano siamo tutti uguali, almeno per ora, mentre il possessore della reflex professionale può sempre guardare con sufficienza il proprietario di una prosumer, di una bridge o di una fotocamera digitale da pochi dollari.
La fotografia diventa così essenziale, quasi uguale per tutti, con scarse possibilità di stampa e di ingrandimento, come avrebbe voluto essere il formato Instamatic nato nel 1963.
Ma quello fu un fiasco, destinato ad allontanare la gente dall'hobby della fotografia. Poche volte ho visto immagini penose come quelle scattate dalle misere Kodak Instamatic.
Invece Instagram è il fenomeno del momento, che in pochi mesi ha raggiunto 25 milioni di utenti e che sta facendo tendenza come Facebook a suo tempo.
Ho usato un linguaggio troppo tecnico? Possiamo riparlarne.

16 maggio 2012

Ristorante "La bettola" a Carisio


E’ stata una scoperta quasi casuale, come lo sono o lo dovrebbero essere tutte le scoperte.
Tutto è iniziato con una regalo inaspettato, arrivato poco dopo Natale: la guida “Fuoricasello”.
Rosso sangue di bue come le auto da corsa Alfa Romeo, da buona milanese si contrappone ad altre guide rosso corsa.
Chi ha scritto questa guida, giunta alla sesta edizione, si è proposto di segnalare quasi 600 locali situati a meno di cinque minuti dai caselli autostradali.
Caselli autostradali oppure uscite autostradali, in quanto viviamo in un paese in cui è stato realizzato il vero federalismo, secondo il quale in certe Regioni le autostrade si pagano e in altre non si pagano, con buona pace delle Regioni che le autostrade non le hanno e non le avranno mai.
Ma torniamo alla nostra guida Fuoricasello che sta combattendo da par suo la battaglia contro il triste rituale del panino.
E non è la sola battaglia da combattere; ci sarebbero anche quella contro l'omologazione del cibo d'autogrill e quella, non meno importante, contro i trigliceridici hamburger drive in.
Così, pregustando un Salone del Libro sono finito al ristorante “La bettola”, fuori dal casello di Carisio sull'autostrada Milano-Torino, anche se adesso la vorrebbero chiamare Trieste-Torino.
La sala è grande ma non immensa.
E' domenica e le famiglie piemontesi sono quasi tutte fuoriporta.
Se ci aggiungiamo che siamo in periodo di cresime e prime comunioni possiamo ben capire a quale sarabanda infernale vengano condotte le giovanissime cameriere, sempre trafelate, sorridenti e sollecite.
La carta del menu è una celebrazione della logica asservita all'organizzazione.
Ci sono i piatti vegetariani, segnalati da una “V” e ci sono i piatti della tradizione monferrina.
Ci sono piatti unici e vini al bicchiere, amici della dieta e anche dell'etilometro.
Purtroppo infatti, dovendo guidare fino a sera, non ho argomentazioni motivate per commentare la cantina, che mi è sembrata improntata all'onestà e al buon senso.
Mi ci sono trovato così bene che alla sera ci sono tornato, con rinnovato entusiasmo, in attesa dell'alzataccia che avrebbe preluso al decollo per la Trinacria.
Inutile aggiungere che il prezzo è stato più che onesto.

Voti: cucina 9; servizio 9; cantina senza voto, ma ad occhio e croce superiore a 8.

14 maggio 2012

Dopo Torino, Catania

Altro volo per Catania. All'imbarco una folla. Viaggeremo stipati. Una comitiva di studenti, fascia socio-economica medio-alta, si mescola a tifosi della Juventus al rientro e al consueto popolo che scende in Sicilia con il volo antelucano. Professionisti, agenti di commercio, un tempo di diceva rappresentanti. Qualche signora, moglie o madre, il nero domina con profumi dalla fragranza troppo dolce. Anche per me qualche consuetudine. Solito accenno di battibecco con il personale di terra per l'imbarco dell'ecografo dalla borsa ingombrante e dal peso sempre un po' esorbitante. Per fortuna sinora è anda bene, sono sempre riuscito a commuvere, blandire, convincere.

13 maggio 2012

Dal mio terrazzo questa mattina


Dal mio terrazzo questa mattina
Gravedona ed Uniti – Domenica 13 maggio 2012 – Durante la notte ha piovuto e spiove sulla valle dell'Albano dove si staglia un accenno di acobaleno.
La temperatura è di 17.7°c, la pressione ora è di 1011 mb in discesa; nel pomeriggio tutti dicono che pioverà; l'umidità relativa per ora rimane al 37%; spira un venticello da nord a 5 nodi circa.
A Torino c'è il Salone del Libro.

12 maggio 2012

Il ticket è morto, evviva il ticket!


Vincenzo Foppa - S. Cristoforo

Nicoletta Adamoli,amica e omonima su Facebook mi chiede se sia meglio il ticket sanitario oppure la “franchigia” prossima e ventura.
Purtroppo io non possiedo facoltà divinatorie, anche se a volte sospetto di averne di pranoterapeutiche, ma posso spiegare un po' cosa succede.
Il ticket sanitario in sé non sarebbe cosa iniqua, pur possedendo l'odore sulfureo e falcimartellifero di anni wellfarianamente nefasti.
Il vero problema è l'esenzione dal ticket sanitario.
Il legislatore (con la minuscola, come la miopìa) ha previsto alcune esenzioni.
Ne sono comprese alcune fasce protette, ad esempio il popolo che ha compiuto i sessantacinque anni, e molte patologie croniche, indipendentemente dal reddito.
Ne discende che le siringhe e l'insulina vengono concesse gratuitamente sia ai poveri diabetici, quanto ai ricchi sfondati, che le pretendono con impudicizia.
Le prestazioni urgenti sono ovviamente esentate dal ticket, e il principio è sacrosanto.
In Lombardia un governatore (con la minuscola, mi pregio) ha deciso che tutti i bambini sino a 14 anni siano esentati da ogni ticket sanitario.
Ne rampolla evidentemente che i Pronto Soccorsi, pediatrici e non, ribollono di bambini con il naso gocciolante, le orecchie rosse, la farfallina in fiamme e la tosse insistente a tutte le ore del giorno e della notte.
Qualunque sciocchezza è buona per passare in Pronto Soccorso, soprattutto per saltare la coda dal pediatra, sicuri di non pagare una lira neppure per l'orticata sul culo.
Ovviamente i bambini con la polmonite aspettano e ringraziano per l'attesa; le patologie urgenti si mescolano alle dermatiti da pannolino in una sarabanda di pianti, strepiti e vagiti, da cui emerge qualche volta un genitore inferocito, che ha messo al modo, o contribuito a, un lattante con le coliche gassose.
A noi pediatri basterebbe un ticket di 5 miseri euro per chi ci arriva in Pronto Soccorso per ansia; poi quei 5 euro potremmo devolverli anche ai parlamentari della Regione Lombardia, faro di civiltà mitteleuropea, che li usino per comprarsi una laurea o un diploma in qualsiasi parte del mondo, anche a nostre spese.
Però che ci lascino lavorare! Ci sono bambini che soffrono, che muoiono, che hanno problemi veri.
Noi vogliamo dedicarci a questi.


10 maggio 2012

Meteo del 10 maggio 2012


Gravedona ed Uniti – Cielo sereno; pressione atmosferica 1019 mb in aumento; temperatura 17.7°c; umidità relativa 60%.
Potrebbe essere una giornata speciale in cielo!
E infatti: non è mai troppo tardi...

08 maggio 2012

Ma Don Chisciotte si illude ancora...


A commento del mio post è arrivato un messaggio di Mauro, mio genero.
Lo ripropongo a botta e risposta, per continuare la diatriba fra Don Chisciotte e il sottoscritto, vecchio e deluso Sancho Panza.

Sono Mauro. Le devo dire un paio di cose se permette.
Sono d'accordo con lei che la sinistra (ma poi e' sinistra?) sia impresentabile e inaffidabile, ma posso anche dire che la destra e' altrettanto imbarazzante e penosa,per non parlare poi del resto!
Lo sa che PD e pdl si sono presentati insieme a Ischia e in un altro comune che non ricordo!! E come dire Tom e Jerry amici, bianco e nero insieme! E questo che non va!
Pur di non perdere, di non mollare il loro posto con i guadagni che ne conseguono, e le promesse sempre non mantenute tentano di tutto.
Io seguo personalmente e praticamente tutti i giorni ormai da tre anni il movimento cinque stelle.
Il programma semplice,capibile da tutti,mi sembra molto valido.
Serve un cambiamento.
Io convivo tutti i giorni al lavoro con gente che non arriva piu' a fine mese, gente che e' piena di debiti che non riuscira' mai a pagare, famiglie che si sfasciano.
La realta' e' questa e anche se molti non la vedono o non ne sono toccati questo e' quello che sta succedendo e quindi un cambiamento radicale ci deve essere.il movimento 5 stelle ha gia' consiglieri a Bologna, Modena e Cesena da due anni e i commenti dei cittadini sono molto positivi.
Speriamo che qualcosa cambi.
Dietro a Grillo che e' solo una facciata un portavoce ci sono cittadini in gamba candidati votati da altri cittadini.di sicuro qualcosa deve cambiare!
Quindi perche' non provare a votare qualcosa di completamente nuovo?
Secondo me tentare non costa niente. Buona giornata a presto!!!
Mauro

Caro Mauro, tu sfondi una porta aperta, e spero lo si evinca da quello che ho scritto.
Ti confesso che Grillo non mi piace, ma credo che utilizzi questa icona, da attore consumato, perchè gli dà un buon ritorno d'immagine.
Indubitabilmente condivido molto di quello che dice, non tutto.
E' un abile tribuno della plebe e il momento gli è favorevole. Caduti nel fango alcuni tribuni, altri scivolati nel ridicolo assieme ai figli, impresentabile la sinistra rissosa o nostagica: non c'è molto sul mercato e Grillo ne raccoglie i frutti.
Però credo che siano i frutti dei delusi, degli amareggiati, degli sconfitti e di chi protesta.
Io rimango dell'opinione che a un paese democratico e occidentale servano due soli schieramenti: una destra liberale e una sinistra riformista.
Se il Movimento 5 Stelle incarnerà l'ideale di una sinistra riformista, oppure di una destra sana e sincera, raccoglierà consensi duraturi e trasversali.
Altrimenti è destinato alla vita tribolata di un partito di malcontenti, come lo è stata la Lega a destra.
Di corna celtiche, rutti, dita alzate e cazzate gridate con voce roca o stentorea abbiamo fatto un pieno ventennale.
Da quarantadue anni aspetto un partito riformista e onesto, o liberale di respiro europeo: per questo faccio gli auguri al Movimento 5 Stelle e forse anche per me sarà l'unico voto possibile; per adesso aspetto di vedere uomini più presentabili di un tribuno arruffato e arruffapopoli.
E per fortuna, per adesso, non ho dovuto andare a votare.
Con simpatia.
Paolo

Meteo e maschere


Gravedona, alto Lario occidentale, cielo coperto; pioviggina a tratti; pressione atmosferica 1014 mb, in aumento,quindi nel pomeriggio il tempo dovrebbe migliorare; temperatura 12°c; umidità relativa 89%. Non c'è vento, oppure si è bloccato l'anemometro.
  
Intorno a plaza de Cataluna tutti sembravano muoversi incalzati da un problema da risolvere. Nessuno aveva l'aria di passeggiare per godersi la città. Un'intera folla si spostava da un punto all'altro con la determinazione indifferente dell'abitudine. Infante gettava intorno occhiate sdegnose: impiegati, commercianti, militari, massaie..., prototipi replicati fino alla nausea che si aggiravano come morti in vita.

Alicia Giménez-Bartlett – Dove nessuno ti troverà – Sellerio Editore, Palermo – 2011, pag 17.

La questione è vecchia quanto il mondo; ogni giorno indossiamo una maschera e a carnevale ce la togliamo, oppure è l'esatto contrario.
Oppure usiamo ogni giorno una maschera rituale di cui siamo schiavi e in cui ci rifugiamo come in un porto sicuro.
Ieri pomeriggio mi aggiravo per i corridoi dell'amministrazione del mio ospedale e mi sentivo insolitamente a disagio.
Improvvisamente l'illuminazione: non avevo il camice. Ecco l'origine del mio disagio.
A mia volta ho allora una maschera, uno stereotipo di cui sono schiavo; senza il mio camice mi aggiro imbarazzato persino per le corsìe dell'ospedale dove lavoro!
Oggi le maschere sono molte, e così gli stereotipi.
Gli studenti che scendono dalla corriera hanno tutti le stesse scarpe, gli stessi jeans, lo stesso gel sui capelli; indossano una divisa come i piccoli cadetti di Guascogna.
Come gli impiegati di banca, le segretarie degli avvocati e i Milanesi in vacanza.


07 maggio 2012

L'Italia con un Grillo per la testa; basterà?


Dopo Usa e Francia anche l'Italia sembrerebbe aver scelto la sinistra.
Più che una vittoria della sinistra e di Grillo in Italia c'è stato il suicidio provvisorio della destra, e non poteva essere diversamente.
Non sono ancora ufficiali i risultati e già la sinistra ha iniziato il suo sport preferito, la critica a tutti i costi invece della proposta.
Infatti Pisapia ha già attaccato Grillo.
Finirà come sempre: una bella zuffa per qualche mese, qualche anno per essere ottimisti, e intanto la destra si riorganizzerà.
Il Presidente Napolitano, che certo di destra non è mai stato e abitava a Botteghe Oscure, ha dovuto ricorrere all'escamotage Monti per nascondere l'impresentabilità del PD.
Mi auguro di essere smentito dai fatti o dai Grilli, ma non ci credo più.
Le riforme le farà solo Hollande al di là delle Alpi e non saremo capaci neppure di copiare.
L'unica speranza di rinascita di un riformismo illuminato arriva dalla scomparsa de' comunisti, che in Italia sopravvivevano ormai solo nei lobi frontali di Berlusconi.
E stanno morendo (ma di fame!) anche nella Corea del nord: era inesorabilmente ineluttabile.

05 maggio 2012

Milano e ancora Milano


Giornata nata piuttosto male. Alle 5 piove a dirotto a Gravedona. 
Oggi sarò di nuovo a Milano. Dermatologia Pediatrica. Si cambia.
La saggia Lucia di Genova (quando la conoscerò si meriterà un post come la Dottora dei Pacchi e Ulrich), mi ha consigliato ieri il treno. 
Ho seguito il suo consiglio e mi sono presentato alla stazione di Colico. 
Naturalmente a Lecco ha smesso di piovere e fino a questa sera mi trascinerò uno stupido ombrello in giro per Milano, dove naturalmente c'è il sole.
A proposito, sembra che la mia lezione di ecografia di ieri sia stata un successo. 
Ho chiuso la giornata milanese con un happy hour al Birrificio di Lambrate, con una simpatica luppolata e un sonoro bidone della Dr.ssa Malorgio. 
Ma torniamo ai treni. Il popolo dei treni è diverso e interessante. 
Ho passato anni sui treni; lunghi e tristi anni di liceo e qualche anno spensierato d'università. Il viaggio in treno era un momento a volte romantico di socializzazione. 
Ricordo con un po' di nostalgia timidi scambi di sorrisi con impiegate di Casalpusterlengo e con raccapriccio logorroiche diquisizioni con casalinghe di Piacenza, mentre il treno che scendeva nel profondo sud attraversava la bassa padana verso Parma. 
In senso inverso il viaggio era diverso. 
Tutti i tristi convogli viaggiavano con ritardi di ore accumulate lungo la penisola. 
Negli scompartimenti intere famiglie iniziavano a Lodi a scaricare dalle reticelle pesantissime valigie legate con lo spago, senza più voce per tenere tranquilli torme di bambini inferociti da ore e ore di viaggio. 
Ora l'imperativo categorico è isolarsi dai compagni di viaggio. Gli scambi di sguardi sono furtivi, le frasi misurate e ridotte al minimo. 
Cellulari, cuffie, netbook, tablet e, per i meno tecnologici la Settimana Enigmistica, sono strumenti per cosrtuire barriere. 
Fanno eccezione piccoli gruppi di studenti, ma meglio studentesse che, se sono in numero superiore a tre, iniziano una sarabanda conversazionale animata da definizioni anatomiche da bordello ogni quattro parole. Questa mattina sono stato fortunato. Di fronte a me un serissimo studente universitario che si è dedicato diligentemente a una libro di matematica attuariale. 
Di fianco un impiegato appassionato di sudoku.
Dall'altro lato del corridoio uno studente con trolley, cuffia e e area sognante è sceso a Lecco per lasciare il posto a un'impiegata triste. Gonna troppo corta e calze nere ha attraversato la Brianza cercando di coprire le gambe con una sciarpa; cuffia e Il Sole 24 ore completavano le contromisure elettroniche all'approccio. 
A Carnate-Usmate sono salite tre signore un po' attempate, diciamo della mia età, vestite da femministe anni '70, e armate di una fotocamera bridge con cui si sono fotografate ripetetutamente e reciprocamente, parlando di viaggi domenicali verosimilmente senza marito anche se la fede brillava sulle mani nodose. 
A Monza si è unita una coppia in tenuta turistica, cioè signora casual e marito con pantaloni da hawayano a quadrettoni, su scarpe da jogging, quelle che i Milanesi usano per farsi male in montagna. 
Entriamo in Milano Centrale sfilando fra lucidi convogli ad alta velocità italiani, svizzeri e anche un TGV francese. 
Rimugino sulle motivazioni dei no-tav nostrani e mi avvio lentamente verso il metrò; altro popolo, con altre barriere, mi scorterà fino a Crocetta.

03 maggio 2012

Don Chisciotte cavalca sempre


Lecco, il Resegone e i due canottieri
Gravedona, pressione 1007mb, in discesa, temperatura 14.1°c, umidità relativa 70%.
La pressione è in discesa, quindi, visto che ieri sera pioveva, oggi dovrebbe diluviare.
Invece no, il cielo è sereno, la temperatura è scesa e il lago dorme pacifico sotto un venticello che spira tranquillo da nord-est.
Qui devo prendere una decisione: farmi un giro in montagna di un paio d'ore finchè dura, oppure dedicare due ore di studio finale per la mia lezioncina di domani e, se il barometro avrà ragione, imprecare durante la seconda metà della mattinata.
Forse il barometro, il Dr. Jekill si intende, è illogico, imprevedibile, lunatico e sostanzialmente inaffidabile come chi l'ha acquistato a suo tempo.
E, per fuggire la classica diatriba fra Dr. Jekill e Mr. Hyde, ripropongo questo dialogo fra Lucien Nourissier e Carlos Infante, versione del ventesimo secolo di Don Chisciotte e Sancho Panza:

“Vuole che firmiamo una scrittura privata?”
Il giornalista scoppiò a ridere, e si fermò a guardarlo, divertito.
“Non credo che un documento simile avrebbe un gran valore. Temo che dovremo fidarci l'uno dell'altro. Lei si fida di me, professor Nourissier?”
Il medico lo guardò per un istante, poi dichiarò con tutta calma:
“Non mi fido mai completamente di chi agisce solo per denaro.”
“E allora siamo su posizioni diametralmente opposte. Io non mi fido di chi si appassiona troppo per le idee.”
“Vedremo di rispettare le distanze.”
“Lo spero bene.”

Alicia Giménez-Bartlett – Dove nessuno ti troverà – Sellerio Editore, Palermo – 2011, pag 34.

02 maggio 2012

Cauto metereopatico pessimismo il 2 maggio 2012


Gravedona - Cielo coperto anche se il sole ogni tanto prova a sfidare queste nuvole basse che rendono questo paesaggio romantico e quasi decadente.
Non per nulla Gozzano ha saputo ricreare questa atmosfera che avrebbe un che di malaticcio e decadente per chi non ama il Lago.
Pressione atmosferica1011mb stabile, temperatura 12,1°c, umidità relativa 96%.
Il dr. Jekill e mr. Hyde questa mattina non se la sentono di azzuffarsi, tanto il contenzioso è sempre quello della pressione barometrica; mi da l'idea che Jekill, nel suo pessimismo esistenziale abbia un che di feminino nella sua indole.
So che non interessa a nessuno ma devo andare in ospedale per qualche ecografia, altrimenti la lista d'attesa si allunga e il Direttore Sanitario potrebbe avere la tentazione di tirarmi le orecchie.
Così rinuncio a qualche ora di ferie, ferie che sarebbero comunque lavorative e dedicate al benedetto piccolo manuale di ecografia pediatrica d'urgenza, che non vedrà mai la luce.

01 maggio 2012

Meteo del primo maggio 2012


Gravedona ed Uniti, alto Lario occidentale; cielo coperto e pioggia a tratti; temperatura 12.2°c, pressione atmosferica 1011 mb stabile, umidità relativa 97%.

Dr.Jekill - Oggi è il primo maggio, festa del lavoro, infatti quasi tutti hanno fatto il ponte perchè è tempo di crisi e bisogna dare il buon esempio. Tu per esempio scrivi che la pressione atmosferica è di 1028 mb; se fosse vero splenderebbe il sole su questa serena landa.

Mr.Hyde – Beh, almeno sono ottimista in questi tempi di crisi, ho imparato nell'ultimo ventennio a raccontare palle alla gente e ho visto che in genere ci crede fino all'ultimo. Infatti questa non è una serena landa ma un Belsito.

Primavera sul Lago