31 marzo 2008

Il politometro e voi siete qui


In questa convulsa campagna elettorale impazzano in rete alcuni giochini.
I più divertenti sono “Voi siete qui” e “Il politometro”.
Tu rispondi a rispettivamente 25 e 15 domande e questi ti indicano quale sarà probabilmente il tuo voto.
“Voi siete qui” dice che io sono equidistante e vicino a Socialisti, Italia dei Valori e PD; ovviamente molto lontano dalla Lega e da tutti gli integralisti cattolici e/o marxisti per i quali non vale sprecare nemmeno le maiuscole.
“Il polimetro” invece dice che sono un laico moderato e progressista e mi mette vicino ai Socialisti, ma fra me e il PD ci stanno i comunisti.
Mah… Pensare che mi è simpatico Fini…
Come avrai capito “Mei ramà scià cagneui!” (per chi non fosse lombardo: i cani danno molta più soddisfazione).

Che domenica bestiale!

Primo giorno del'ora legale, quindi risveglio travagliato con le sveglie, però Oregon Scientific nell'ultima ora che avrebbe dovuto essere di sonno recupera l'ora legale e irride Nokia che non recupererà più.
Colazione con caffè, toast, un po' di yoghurt alla ciliegia da discount e telefonata della Marcella infermiera.
Da un ospedale vicino ci trasferiscono una bronchiolite, dovrebbero trasferirla alla loro casa madre ma non gli piace, non gli interessa e poi l'erba e il primario del vicino sono sempre più verdi, specie un primario che lavora di domenica per risparmiare la forza lavoro che sennò non fa i recuperi e poi è simpatico (la forza lavoro sarebbe un maschio nella fattispecie).
Comunque finisco la colazione e mi fiondo sulla rossa Golf che tanto sono reperibile anche se mi fermano.
Non c'è Wanda (il primario rianimatore) quindi posso occupare il suo posto nel parcheggio che almeno al mattino è all'ombra.
Giornata eccezionale, direbbe Sara, in Pronto Soccorso il grande senologo e me in Pediatria.
Arrivano in rapida sequenza una faringite, due gemelli lattanti senegalesi che evacuano con dolore e grugniti nonchè un bambino della montagna che tossisce, poi un' altra lattantona con l'asma.
Poi arriva la bronchiolite ed è pallida, ha due mesi, una mamma piccola, giovane e spaventata, ma la sistemeremo.
Il radiologo non c'è, in laboratorio c'è una persona che crede che lavorare di domenica sia una persecuzione personale nei suoi confronti nonchè una scellerataggine suprema.
Bene o male facciamo il giro dei ricoverati, ma ve ne risparmio la descrizione.
Giorgio continua a mandarmi visite dal Pronto Soccorso. Pranzo in mensa con un internista che si chiama Rusco, ed è un bel nome, poi due neurochirurghi simpatici, maschio e femmina, con lasagne vegetariane e bresaola senza condimento; siamo sempre a dieta e i parenti di due ricoverati dal tavolo vicino spengono il televisore della mensa per ascoltare i nostri discorsi del c.... Non mi sono mai sentito Ippocrate come in mensa oggi.
Pomeriggio noioso; sempre da Pronto Soccorso per scemenze. Ma perchè li mettono al mondo se non sano affronatre nemmeno un conato di vomito?
Telefonate dello stesso tenore: è caduto dal letto, ha un bernoccolo e gli fa male, che facciamo? Veda lei, se vuol portarmelo sono sempre qui. Se non gli facesse male sarebbe peggio ma non ha alcun senso dell'umorismo.
Arriviamo all'ora di cena.
Finalmente mi tolgo il camice e pregusto la cena dai suoceri ma arrivano altri due fratellini dal Pronto Soccorso.
Lui ha diarrea, no, cioè ha scaricato una volta sola ma molle e tre giorni fa ha vomitato, però mangia di gusto e sta sostanzialmente bene. E allora? Però la sorella ha diarrea, febbre e vomito e non mangia nulla da cinque giorni.
Allora la ricoveriamo, no la mamma non vuole, si mette a piangere e vuole tornare a casa, la mamma e anche i due bambini, che non sono stati lavati da qualche giorno perchè sono ammalati, capirà dottore, ma come no? La mamma si è lavata? mah... nel casino non si capisce, ma propenderei per il no.
Prescrivo una bella terapia, a volte ne prescrivo anche di brutte però scrivo sempre in stampatello perchè i medici scrivono da cane; mi lavo, almeno io e almeno le mani, e via sulla Golf a vedere se i suoceri mi hanno tenuto in caldo qualcosa, sono solo le 22.

27 marzo 2008

Ah, giornata leggera...

Mattina di corsa perchè mi sono alzato in ritardo e Laura ha la tosse ma non ha più la febbre quindi toccava comunque a me fare uscire i cani ma non preparare la colazione e infatti non l'ho consumata.
In ospedale il mio posto al parcheggio me l'ha occupato il primario ginecologo; allora io ho occupato quello dell'uomo che riempie le macchinette del caffè, e infatti me l'ha fatta spostare, ma io non l'ho fatta spostare all'Enzo (il ginecologo).
Marco si è svegliato tardi quindi il Pronto Soccorso l'ha chiamato a casa e lui s'è inc..to, però nel frattempo sono arrivato io e stavo per cominciare a vedere la prima visita del pronto Soccorso ma poi è arrivato lui, però gli ho detto di iniziare il giro con l'infermiera che con il Pronto Soccorso me la sbrigavo io.
Poi sono salito in amministrazione ed è toccato a me incazzarmi perchè non hanno firmato l'ordine d'acquisto dell'ecografo nuovo perchè chi ha detto che bisogna cambiarlo? Ah... il Direttore Generale, ma non mi ricordo, possiamo aggiornarci a questo pomeriggio?
A mezzogiorno vorremmo uscire a comprare la legna per il camino di Marco che è la prima volta che ha un camino, non è colpa mia se è di Cusano Milanino, però arriva la rappresentante della Plasmon e noi la invitiamo ad unirsi a noi per mangiare un kebab.
Lei per unirsi si unisce però in macchina ha il cane e poi ha già mangiato.
Sul telefono ci sono tre chiamate non risposte, quello che vende la legna non è in casa o comunque non apre e noi mangiamo il kebab e il cane della rappresentante abbaia tutto il tempo, però all'Egiziano non interessa molto e il kebab è buono.
Torniamo all'ospedale per le 13.30 e io salgo in direzione ma mi propongono di aggiornarci alle 17.30 sia per l'ecografo sia per quelle altre cose che poi ne parliamo.
Vorrei scrivere una relazione clinica ma continua a squillare il telefono e allora vado in studio che ci son due visite private.
Torno per le 17.30 e salgo in amministrazione.
Va bene l'ecografo me lo acquistano ma per le altre cose possiamo aggiornarci a domani mattina?
Alle 18.30 convinco Marco ad andare a cercare la legna per il suo camino che le dimissioni le faccio io, poi tanto arriva il reperibile.
Infatti ale 18.30 arriva Antonio e io dopo un po' di batti e ribatti me ne vado a casa dopo aver salutato l'ostetrica che mi chiede se faccio una ricetta per la pillola a una signora che il ginecologo se n'è dimenticato. No, non posso, non voglio e non credo tocchi a me, se proprio vuole... ma il ginecologo ci ha ripensato, si è ricordato ed è tornato indietro.
Arrivo a casa. Laura dice di aver preparato una tagliata invece è una minestra d'orzo, ma va bene lo stesso, siamo a dieta.
Vado a dormire entro le 21.30, non è poi così male.

24 marzo 2008

Buona pasquetta

C’è un giorno durante l’anno in cui non mi pesa molto stare in ospedale: il lunedì dell'Angelo.
Nel giorno in cui tutti cercano disperatamente una méta fuoriporta, le strade sono invivibili, l’aria irrespirabile per i barbecue, il lungolago invaso da una folla chiassosa alla ricerca dell’allegria forzata, le trattorie piene di avventori della domenica: come si sta bene in ospedale!
Non fosse per i bambini con la crisi d’acetone e il mal di pancia per le schifezze mangiate il giorno prima.
Cioè le schifezze gliele danno tutti i giorni, ma a Natale e Pasqua raggiungono vette insospettabili.
Per consolarmi, sto mettendo on line le fotografie di alcuni dei miei viaggi.

23 marzo 2008

Buona Pasqua


Insomma è come a Natale; a qualcuno ho mandato gli auguri per sms, a qualcuno per e-mail, qualcuno non l’ho trovato al telefono.
Allora non mi resta che il blog.
Buona Pasqua di pace e resurrezione a tutti, con la foto di Maddy, di solito la più sorridente delle nostre mascottes, ma questa volta seria per l’occasione.

16 marzo 2008

30 anni


Oggi sono trent’anni che faccio il pediatra. Mi sento un po' patetico, un po' retorico; che ci volete fare?
Dicembre 1992; Bali; Nusa Dua; Congresso di Chemioterapia del Pacifico.
Noleggio un’automobile per scoprire Bali.
Viaggio verso le risaie dell’interno; la strada non è agevole; si viaggia a sinistra.
Dopo le risaie incontro un villaggio.
Quando arrivo escono in tanti e cercano di vendermi tante cose.
C’è anche questa bambina che mi mostra tre anatroccoli in legno di balsa.
Non mi interessano; voglio fare fotografie; voglio portare a casa immagini di Bali; ma lei si lascia fotografare.
Non è quello che vuole, ma soprattutto non è quello che si vuole da lei.
Infatti la fotografo, la ringrazio con un sorriso, poi salgo in auto. Ci ripenso; scendo, ritorno e le allungo una banconota da cinque dollari.
Finalmente sorride, ma per poco; da una casa spunta un padre o uno zio e le strappa la banconota di mano. Rimane a guardarmi partire con i suoi tre anatroccoli di balsa.
Oggi sono trent’anni che faccio il pediatra.
Nei suoi occhi c’è tutta la mia vita da medico; c’è tutto quello che non ho saputo dare.
Negli occhi della bambina di Bali ci sono gli occhi dei bambini che ho visto morire, gli occhi di Alessandro, di Alessandra, di Amela, di Mauro, di Massimiliano, di Silvia di Cesare, di Ivano e di tutti gli altri di cui ho perso i nomi ma non il sorriso.
Anche di quelli che ho deciso di non rianimare.

11 marzo 2008

Quando va male

Prima della seconda guerra mondiale le gonne delle donne si erano accorciate in modo preoccupante.
I sociologi dell'epoca, dilettanti agli occhi d'oggi, si erano preoccupati, e con ragione e con il senno di poi.
Quando la minigonna ritornò, a metà degli anni '60 dello scorso secolo, i sociologi dell'epoca, coglioni agli occhi d'oggi, non si preoccuparono e inneggiarono alla rivoluzione dei costumi, alla riconquistata libertà e ad altre amenità.
Poi giunsero gli anni di piombo a livellare in basso la sociologia.
Ma che succede quando va male alla gente di tutti i giorni?
Le donne si deprimono e cercano amori alternativi; i maschi cambiano l'automobile, almeno dopo un certa età.
Non l'avete mai notato?
Io infatti domani mattina vado a vedere se trovo un'auto nuova.
Le cose vanno proprio male.
Chissà, se invece della tuta le infermiere usassero ancora la gonna... forse l'accorcerebbero o sbottonerebbero negligentemente un bottone.
Tempi duri nella sanità.

08 marzo 2008

Basta messaggi. Da 20 lettori a 0.



Negli ultimi due post ho osato fare dell’ironia sul mammismo e sulle mamme: nessuno ha più lasciato messaggi.
Rimango della mia opinione dopo 30 anni: la pediatria è l’arte di curare le mamme.

02 marzo 2008

Elogio di Onan

Domenica; naturalmente anche in ospedale; si sa, siamo rimasti in pochi.
La giornata è molto bella e decido di andarmene a pranzo in trattoria, in alto, sopra il lago.
Porterò con me il giovane Marco, un ragazzo veramente promettente, che oggi è reperibile.
Si aggrega anche Franco, primo reperibile ginecologo e naturalmente Laura.
Un tavolata con due pediatri, un ginecologo e una logopedista rischia di essere una cosa allegra.
Dopo un'ora circa telefona il medico di guardia del Pronto Soccorso: cè un bambino con la congiuntivite.
Che problema c'è? Gli metta un collirio e tanti saluti.
No, il problema non è quello: la mamma vorrebbe che il bambino venisse visto da un pediatra.
Per una congiuntivite?
Sì ma la mamma è un'infermiera professionale e sarebbe più tranquilla...
Cioè un'infermiera professionale porta il bambino in Pronto Soccorso alle 14 di domenica per una congiuntivite? E pretende il pediatra?
Già.
Va bene, Marco torna in ospedale.
Ma la mamma, cioè l'infermiera, non c'è: se ne è andata infuriata perchè non c'era il pediatra.
La mia domanda è: avrà messo il collirio? Altrimenti a qesut'ora avrà ancora la congiuntivite, oltre a una mamma adirata.
Con il peccato di Onan si rischia la cecità, ma almeno non si mettono al mondo degli infelici con la congiuntivite della domenica.

01 marzo 2008

Sono un povero ecografista

Telefona un signora al venerdì mattina chiedendo un ecografia di routine per il bambino di due anni.
Gliela fisso per mercoledì pomeriggio alle 16.
Non le va bene.
Sono di buonumore e le propongo il lunedì mattina, al di fuori dall’orario delle sedute ecografiche.
Non le va bene.
Chiede il sabato mattina.
Mentre penso cosa rispondere (educatamente, si capisce, perché sono un po’ coglione), chiude la telefonata inveendo che andrà da un’altra parte.
Sorrido maligno pensando alle implacabili impiegate dell’ufficio prenotazioni. E poi penso:
ma avete mai provato a discutere l’orario dell’appuntamento con un avvocato, un commercialista, un architetto?
Eppure ho studiato lo stesso, forse un po’ più a lungo, ma ho una laurea uguale.
Poi mi sovviene: io non sono un medico normale, sono solo un povero ecografista.