15 novembre 2009

Ritorno dalla Germania

Basta e basta… ho ironizzato sui costumi dei giovani e mi sono trovato contro già due delle mia lettrici.
Sono giusto tornato da qualche giorno di ferie a Baden-Baden e dovrei ricominciare a lavorare. In realtà non ho mai smesso in quanto esiste un attrezzo infernale che si chiama “cellulare”. Un tempo con questo termine si intendeva un automezzo che consentiva ai carcerati di viaggiare.
Ora, in tempi di miniaturizzazione, si intende un telefono che consente ai carcerati di lavorare… anche viaggiando.
Cos’ho fatto di bello durante questi cinque spensierati giorni? Ho rivisitato Strasburgo, ho rivisitato Stoccarda e sono stato trascinato a un mercatino a Rastatt, piccolo borgo poco distante da Baden-Baden.
Mercatino di ciarpame e cazzabubole, ho pensato con superiorità. Poi comunque mi sono messo a cercare fra questi poveri banchetti che esponevano quanto trovato in soffitta o quanto serviva a sbarcare il lunario di poveri pensionati.
E naturalmente ho trovato. Ho trovato un vecchio giocattolo di latta, di quelli che mi portava mio padre dalle sue scorribande in Germania poco dopo l’inizio degli anni ’50.
Ho trovato un album di fotografie in bianco e nero e di cartoline in ricordo di un viaggio del ’59 attraverso Venezia, Loreto, Modena, Mantova e Verona.
Una testimonianza di come si viaggiava e di com’era quest’Italia che si affacciava al “miracolo economico” e che usciva dal “Piano Marshall” con tanta voglia di vivere.
Ora passerò un po’ di foto allo scanner per testimoniare questo scorcio insperato sul secolo scorso che mi è costato solo 5 euro.

Il bacchettone a Baden-Baden

Bene bene, mi sono preso del bacchettone perché ho deriso qualche adolescente e anche qualche giovane dedito a pomiciare o a “limonare” alle terme.
Oggi, forse poco “bacchettone” in senso figurato a causa dell’età, mi sono avventurato nella terra sconosciuta del terzo piano delle terme di Caracalla.
L’ingresso è solo da nudi; viene suggerito un asciugamano ma solo per proteggere le panche in legno delle saune.
Così ho trascorso quasi due ore fra saune ad ogni temperatura superiore agli 85 centigradi, bagni turchi, idromassaggi, vasche fredde e docce scozzesi, percorsi all’aperto fra aceri e betulle, rigorosamente in costume adamitico.
C’erano giovani coppie, forse un po’ vergognose, disinvolti quarantenni di entrambi i sessi e qualche coppia anziana, per intenderci della mia età.
Nonostante la nudità integrale c’era molto rispetto, un po’ di ironia, nessuna smanceria; nulla in confronto a quanto si vedeva al piano inferiore, più o meno coperti da costumi da bagno.
Fa niente; domani si ritorna; ovviamente il tempo sta rapidamente migliorando... Speriamo di fare qualche bella foto sulla strada del ritorno.

13 novembre 2009

Baden-Baden, usi e costumi delle terme nella vecchia Europa



Leggendo la guida e le presentazioni entusiastiche di questa cittadina termale si potrebbe pensare di respirare un po’ la storia della vecchia Europa della Belle Epoque.
In effetti per i viali alberati e lungo i vialetti del parco che costeggia il fiume devono aver passeggiato politici e personaggi storici della fine del 19° e dell’inizio del 20° secolo.
I loro discendenti mantengono l’aspetto di classe quando scendono dalle Mercedes scure, sbucando dalle portiere che rari autisti, e più numerosi taxisti in tenuta di autisti, tengono aperte con elegante negligenza.
Le terme, dove uomini e donne passavano le acqua rigorosamente separati e altrettanto rigorosamente nudi, non usano più e comunque hanno un costo che non è per tutte le tasche.
Ora ci sono le terme di Caracalla, e il nome è già un programma.
Qui uomini e donne si mescolano anche se le nudità fanno capolino solo nelle docce separate. I giovani sono molto numerosi, anzi al pomeriggio sono la maggioranza, e passano il tempo a pomiciare nelle piscine calde, nei bagni turchi e nelle generose vasche da idromassaggio. Si comportano in modo più castigato solo nella piccola vasca di acqua gelida dove gli ardori si stemperano in gridolini e si arrestano sui primi gradini che scendono inesorabili verso i corroboranti diciotto gradi.
Dopo i fienili, dopo il cinema parrocchiale, dopo i sedili ribaltabili delle 500 e delle Panda, ora l’arte del pomiciare e i preliminari della “camporella” hanno trovato nelle terme dell’Europa centrale un nuovo terreno ideale.

09 novembre 2009

Hotel Krone, Neunenburg am Rhein

Acqua, acqua e ancora acqua da quando abbiamo valicato, o meglio traforato, le Alpi nel viaggio verso Baden Baden.
Mi rallegra un po’ il fatto che domani, statisticamente, dovrebbe piovere di meno. Ora siamo a Neunenburg, al caldo dentro l’Hotel-Gasthof Krone, dove abbiamo già fatto tappa altre volte.
In riva al Reno, questo paesino vivace mi ha sempre messo allegria, soprattutto quando ci sono arrivato la prima volta in occasione di una festa della birra.
Ora piove a dirotto e fa freddo, ma ritrovare un luogo noto è un po’ come ritrovare un pezzo di casa in questa Europa sempre un po’ più unita.

08 novembre 2009

Da influenza del porco a influenza mediatica.

Negli Ospedali e nelle ASL, fra polmoniti e appendiciti, abbiamo iniziato a vaccinare per l’influenza A H1N1 come indicato e disposto dal Ministero della Salute e via discendendo verso i governatorati regionali.
In realtà stiamo vaccinando i soggetti a rischio che avremmo vaccinato e che l’anno passato abbiamo vaccinato per l’influenza stagionale.
Il bombardamento mediatico è riuscito a trasformare la vaccinazione anti-influenzale in una messa cantata.
E così per tre giorni alla settimana officiamo la vaccinazione con il corredo di due/tre infermiere e un’impiegata amministrativa che ha il compito di vegliare e vigilare che vacciniamo chi e solo chi ne ha il sacrosanto diritto e ne sente il dovere.
Naturalmente in reparto nel frattempo la gente continua ad arrivare dal Pronto Soccorso per ogni raffreddore e c’è qualche infermiera in meno: quelle che stanno a officiare le vaccinazioni.
La colpa è dei preti: se la pillola avesse potuto circolare più liberamente forse sarebbe nato qualche imbecille in meno.