30 giugno 2008

Onomastico felice


29 giugno 2008, giorno dei Santi Pietro e Paolo.
Scandito dagli sms di auguri di buon onomastico, potenza della multimedialità, abbiamo completato un piccolo ma significativo itinerario a piedi: dall’Ospizio Bernina all’Alp Grum.
Avevamo tentato con le ciaspole in gennaio ma una tormenta di neve e la mancanza di una traccia ci aveva portato vicini a una tragedia.
Oggi GPS, mappe, segnali e Google Hearth ci hanno permesso di tracciare il percorso che rifaremo con le ciaspole e con la neve del prossimo inverno.
Il percorso è banale d’estate, ma è stata la nostra prima uscita dopo mesi di lavoro quasi frustrante.
Grazie degli auguri a Giovi, Gabri, Marco, Concettina, Angela, Costy, Chris, Va’, Ve’, Paolone, Mauro e la sua tribù, Maddy, Peppino, e tutti quelli che mi hanno fatto sentire la loro presenza.
Nelle ultime settimane ho anche conosciuto altri lettori del blog: Chiara e Valeria. La multimedialità non è poi così alienante.

26 giugno 2008

Giornata bestiale, ma non più di altre

Dovrebbe essere la fine di giugno. Domenica è il mio onomastico. La Pediatria dovrebbe essere semivuota con medici e infermiere e mamme in partenza per le ferie.
Infatti la giornata comincia nella sarabanda infernale di una notte con quattro ricoveri e cartelle ancora da fare per l'andirivieni continuo dal Pronto Soccorso.
La mattina prosegue fra bambini che salgono dal PS, genitori che sbagliano l'orario e si presentano con due ore d'anticipo e intanto siedono in corridoio e altri che arrivano sperando in una fibroscopia che arriverà solo a mezzogiorno ma non sarà diagnostica e un day hospital che arriva da lontano ma la mamma, che è Colombiana, non sa perchè è dovuta venire a fare il day hospital e quindi non è passata dall'accettazione e non sa cosa fare dell'impegnativa.
Le dottoresse trottano come a S. Siro. Stefy sorride e le riesce bene; Concetta è arrivata ieri dalla Sicilia, sperava di offrire i dolci che ha portato e invece viene buttata subito a far cartelle, ma il sorriso non muore, beata lei.
Il primario ha da fare ecografie, rispondere al telefono, difendersi dal telefono, non ha timbrato perchè ha perso il badge ma tanto ha 2000 ore (duemila sì, non è un modo di dire) di plus orario e non gli interessa. Tanti e tante lo cercano e non può farsi negare come sostiene quell'altra dottoressa che domani si sposa a Messina e lui ha detto che non andrà, ma lei non ci crede e si è offesa.
Un altro medico arriva con la figlia e deve partire per le vacanze e non vorrebbe disturbare ma la bambina deve essere vista anche lei e la Direzione Sanitaria vuole che due cartelle siano chiuse entro mezzogiorno vabbè che non sono trascorsi i termini ma servono le fotocopie per una consulenza decisa in un altro ospedale dove abbiamo trasferito un bambino.
Arriva un altro bimbo che era già arrivato due giorni fa e aveva mangiato una sigaretta e gli abbiamo fatto una lavanda gastrica ma adesso respira male e la mamma non è convinta.
Alle undici arriva un amico e Collega, era il mio primario tanto tempo fa; adesso è in pensione e vorrebbe che uscissimo a pranzo, ma è arrivato alle undici e cosa deve fare?
La caposala mi ricorda che alle sedici c'è una riunione di budget con il direttore amministrativo che prima era un bancario e vuole occuparsi di spesa sanitaria ma non può decidere.
Vincenzo ha vinto il concorso e arriva mentre io vorrei uscire a pranzo con Gilberto ma non vuole venire a pranzo con noi.
Deve ripartire per Lamezia Terme in serata vabbè ti accompagno io al treno a Colico ma solo alle quindici, poi vedrai che arrivi a Linate.
Mentre tento di uscire arrivano due informatori del farmaco; ho appena chiuso le cartelle che la Direzione Sanitaria voleva, ho fatto due ecografie e andiamo finalmente a pranzo a Dongo.
Torno in reparto dopo pranzo, faccio un'ecografia e via a Colico ad accompagnare Vincenzo al treno poi di nuovo indietro per la riunione con il Direttore Amministrativo.
Sono in ritardo di un quarto d'ora e mi infilo in un ingorgo sulla statale mentre la fida SLK mi annuncia di essere in riserva di carburante.
Arrivo in ritardo alla riunione mentre Laura mi telefona che la Dottoressa di Messina ha telefonato inviperita da Messina perchè non andremo al matrimonio mentre la segretaria dello studio mi chiede se sono disposto a fare un visita alle 18.30.
Finisco la riunione e arriva una mamma a mostarmi un elettroencefalogramma mentre dal Pronto Soccorso vorrebbero un'ecografia all'addome di una bambina che una volta aveva un'appendicite e io l'avevo diagnosticata ma il chirurgo diceva di no e allora la mamma era partita per il mare invece l'appendicite c'era e l'avevano operata a Savona e adesso ha mal di pancia e l'ecografia devo farla io.
Faccio quasi tutto e riparto per lo studio che sono già le 18.30 ma la SLK è in riserva e devo trovare un distributore.
Lo trovo e arrivo allo studio con solo mezz'ora di ritardo ma la segretaria non mi sorride: sono in ritardo di mezz'ora.
Riparto alla 19.30 e mi fiondo in stazione a prendere Laura che arriva da Lecco; naturalmente il treno oggi è in orario.
Cena e finalmente quasi a letto. Sono le 23 e ho ancora voglia di scrivere un post.
Adesso finalmente potrò leggere qualche pagina del romanzo che ho acquistato ieri al supermercato.

20 giugno 2008

Pinturicchio


Ieri partenza per il primo viaggetto dell'anno; la mèta sarebbe Perugia con la mostra del Pinturicchio.
Le settimane di pioggia e la stanchezza delle ultime settimane ci hanno suggerito un approccio soffice al viaggio.
E infatti abbiamo fatto tappa a Trevi nella valle del Tevere.
Questa valle è uno dei posti più rilassanti, anche se chi ci abita forse la pensa diversamente.
Qualche vigneto e gli uliveti a perdita d'occhio sugeriscono che nei torchi e nei frantoi la tradizione cerchi di coesistere con il progresso.
La tentazione di cedere alla suggestione commerciale per turisti di bocca buona è tangibile.
Oggi vederemo Trevi, Spello ed Assisi per arrivare alla Galleria dell'Umbria a metà pomeriggio.

09 giugno 2008

La crisi del medico di famiglia

Due pazienti su tre lo evitano: meglio il pronto soccorso.
Questo titolo un po’ provocatorio è in prima pagina su “La Stampa” di oggi.
Pronta la risposta di un Medico di Famiglia all’intervista a pagina 11: “E’ vero, non possiamo farci nulla. Colpa dei pazienti troppo ansiosi."
Fin qui tutto bene.
Non mi schiero; faccio l’ospedaliero e sono felice; l’unico periodo infelice della mia vita è stato quando ho tentato di fare il Pediatra di Libera Scelta (si fa per dire: è un eufemismo).
Il problema è un altro.
Da anni il Ministro della Sanità, qualunque sia la sua bandiera, il suo nome e la sua età, però mi viene in mente un nome a caso, da anni, dicevo, il Ministro della Sanità Italiana riduce il numero degli Ospedali e degli ospedalieri sostenendo che la Medicina si fa e si deve fare sul territorio.
Infatti sul territorio si guadagna di più e non c’è un primario lazzarone, di nomina politica, a rompere i santissimi.
Bene.
Venisse il Ministro in Pronto Soccorso una mattina qualsiasi!
Mi verrebbe da auguragli di capitare, magari picchiato da una banda di balordi, senza essere riconosciuto, un sabato e in ora di discoteca, ma non posso: ai miei tempi si insegnava ancora la buona educazione.