23 ottobre 2011

Riflessioni su pistacchi e barocco


Misterbianco e Paternò si stendono sotto l'Etna
Il mio amico Nino
Passano giorni e settimane; lavoro indemoniato; sono tornato a Roma; fra poco ritornerò a Catania; il biglietto già scricchiola in tasca, no ahimè, troppo poetico, però sta già nella casella e-mail in attesa del web check-in.
A Catania ho conosciuto finalmente Nino Meli, un amico di blog che all'inizio credevo fosse solo virtuale.
Invece c'è in carne ed ossa; ama i laghi, ha vissuto sul mitico Bodensee, fra Germania, Austria a Svizzera prima che la nostalgia della sua Montagna lo riportasse a Bronte.
E così, dopo i commenti a tante mie fotografie del mio Lago, ci siamo ritrovati alla pasticceria Privitera per scambiarci una bresaola contro un assortimento di dolci al pistacchio inimmaginabili.
Memorabile un biscotto di cioccolato fondente con ripieno di pistacchi, ma anche un croccante di Bronte che ho centellinato per una settimana.
Purtroppo le sonde ecografiche sono state tiranne e mi hanno lasciato poco tempo.
In effetti scopro di amare questa città ma la mia conoscenza è fatta di scorci e lampi fugaci, una volta con un amico, una volta con un collega, quando posso con la timida caposala del Pronto Soccorso Pediatrico del “Vittorio”, che mi vizia durante tutta la giornata; probabilmente teme che possa deperire.
Ma in fondo non ho mai amato il barocco di cui la città trabocca e forse preferisco i Catanesi a Catania (3 - fine).

1 commento:

meli nino. ha detto...

grazie paolo.