21 marzo 2010

Lettera a Mauro

Caro amico,
mi permetto di nuovo il “tu” in quanto, ancorchè per breve tempo, siamo stati amici.
Molto tempo è passato e non ricordo quasi nulla di quel pomeriggio trascorso in spiaggia. La vita di spiaggia non è il mio forte e infatti non ricordo neppure la località; doveva essere sulla costa occidentale; un tempo c’erano miniere e lugubri torri scheletrite si allungavano fra cielo e mare.
Ricordo una tua automobile e una tua collezione di vetri blu.
Altri dettagli personali, una figlia, forse non tua, una fidanzata, forse dell’est; ma sono ricordi un po’ evanescenti.
Da quella volta e da “quella storia” sono tornato in Sardegna una sola volta e per lavoro.
L’aereo mi riportava a Milano in un pomeriggio terso del maggio 2002: salendo da Elmas i paesi sotto di noi erano troppo vivi, troppo vicini, troppo puliti; e sapevo che non era vero.
Sfilavano quelli che erano stati miei per pochi giorni e in pochi anni: Sanluri, Furtei, Villamar, Lunamatrona, Segariu e altri di cui sono rimaste solo alcune diapositive.
Cercavo cortili, strade, sentieri che non avrei più percorso, poi l’Airbus ha preso quota e la Sardegna è rimasta là, nel ricordo; sono tornato a respirare quell’aria ma mi sono fermato in Corsica, altrettanto travagliata ma assediata dal suo passato, non dal mio.
Spero di non dover più rifare questo viaggio.

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