10 febbraio 2011

Padova, anzi Abano Terme

Grazie a un amica, si fa per dire, che è riuscita a farmi saltare il corso di Ginecologia Pediatrica di Firenze.
Sono riuscito invece ad iscrivermi all’ultimo momento a uno splendido corso di ecografia d’urgenza a Padova, anzi, ad Abano Terme.
Per tema di nebbia ho deciso di viaggiare in treno, come d’altro canto scritto nel post precedente,
Quindi tre treni, tre treni diversi, tre tipi di compagni di viaggio.
Sondrio-Milano: salgo a Colico; il treno non è molto affollato. Dopo breve ricerca trovo quattro posti liberi e mi ci adagio sparpagliando giacca, borsa e il mitico trolley compagno di ogni viaggio; pregusto un’oretta di lettura tranquilla.
Il destino decide altrimenti e nei quattro posti dall’altra parte del corridoio atterrano quattro studenti delle superiori che tornano a Lecco.
Il realtà sono una dozzina, ma solo quattro si piazzano vicino a me, due maschi e due femmine.
Gli ormoni sono stati devastanti per i maschietti, che soprannomino subito Brufoloso e Brufoletti. Gli ormoni sono stati generosi anche con le femminucce ma in altra direzione; entrambe hanno un’aria piuttosto vissuta.
Brufoloso porta un berretto calato sugli occhi; Brufoletti se lo toglie per mettere meglio le cuffie; poi però decide di farci tutti partecipi della sua musica Rap.
Il volume non è fastidioso; a tratti il volume delle voci si alza per invocare genitali maschili e femminili. Brufoloso e Brufoletti invocano con par condicio; le ragazze preferiscono decisamente invocare il volatile simbolo maschile.
Cullato dalle urologiche invocazioni mi addormento fino a Lecco.
I quattro, accompagnati dagli altri otto, scendono rumorosamente e torna la pace; mi riaddormento fino a Monza mentre il treno accumula il ritardo canonico .
A Milano mi precipito ai distributori automatici per ritirare il biglietto acquistato su internet, e infatti mi va abbastanza bene, poi mi avvio verso la Freccia Bianca Eurostar e Intercity che sul binario 11 attende di partire per Trieste.
Ho il posto prenotato; il treno è pieno; mi piazzo al finestrino, vecchia abitudine di trasvolatore atlantico, in mezzo a tre silenziose fanciulle; una legge, una tortura l’Iphone e la terza sonnecchia.
Il destino è in agguato. Specularmente al mio posto siede un rampante quarantenne con completo gessato da bancario in trasferta ufficiale.
Invece è il titolare di un’Agenzia di Viaggi. E’ armato di un notebook che non guarda, e anche di un micidiale auricolare connesso a un cellulare che non si scarica mai.
Inizia una serie di telefonate con voce sui 90 decibel con un numero impressionante di amici, colleghi e amiche a cui racconta quanto gli sta costando la crisi in Egitto; descritta in modo pittoresco con riferimenti anatomici maschili e femminili, con diversioni sull’onanismo, cui peraltro non si decide nonostante i taciti suggerimenti di tutto lo scompartimento.
Arriviamo in qualche modo a Padova, dove scende anche il cretino, finalmente spento il cellulare.
Non mi resta che prendere il locale sino a Terme Euganee, dove arrivo in tarda serata. Il viaggio, di pochi minuti, è senza storia, su un treno lurido, di fronte a una studentessa triste che annega le sue amarezze nella Settimana Enigmistica.
C’è un solo taxi ad Abano Terme e mi costa 18 euro per quattro chilometri; non male; per una pizza e una birra me la cavo con molto meno.
Finalmente il meritato riposo all’Alexander Palace.

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