14 novembre 2012

Cos'è? Un ecografo, Sciura...

Arriva a Malpensa scendendo dallo shuttle di un parking di Cardano al Campo che frequenta da otto anni.
Un po' gobbo, spelacchiato, stempiato e canuto, sulla sessantina, con le orecchie a sventola, trascina più o meno stancamente due trolley, uno nero che sembra pesantissimo e uno grigio, sciupato e rigato come se avesse trasvolato le Americhe otto volte.
Anche se piove non porta ombrello, ma sempre e solo qualche giubbotto sommariamente impermeabile, l'ultimo è rosso e viene da un outlet di Fidenza. Le scarpe sono invariabilmente vecchie comode Timberland scamosciate.
Guarda compunto il tabellone degli orari poi si avvia ai varchi con il passo strascicato di chi ha già fatto il web-check-in e sa che dovrà sottoporsi alle forche caudine dei varchi.
Qualche volta si attarda al bar per un caffè e le chewing-gum alla menta di chi teme sempre di ammorbare il vicino di posto con l'alito mattutino di chi ha lasciato il letto alle quattro del mattino.
Ai varchi è veloce: rapido estrae dal trolley pesantissimo e nero una attrezzo elettronico che attira gli sguardi curiosi degli addetti, ma dopo la spiegazione laconica abbozzano comprensivi.
La vaschetta si riempie di un ipad, di un telefono, di una fotocamera finta compatta, degli occhiali da presbite e di un portafoglio pesantisimo che trabocca di tessere magnetiche e biglietti di tram di mezz'Italia.
Si ricompone con calma, infila la cintura e si avvia con passo tranquillo all'imbarco, dove evita la coda, tanto ha scelto il suo posto da casa imprecando, window seat nelle prime otto file, salvo contrattempi informatici.
Le sonde dell'ecografo viaggiano in stiva.

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