28 febbraio 2020

Quattro secoli?



E così ci ritroviamo a guardarci negli occhi con una diffidenza ambigua.
Dopo aver saccheggiato i supermercati e i discount, dopo aver rincorso l’ultima mascherina, dopo aver consumato l’amuchina, dopo aver diluito la candeggina, scopriamo che l’epidemia è una cosa seria, ma non è la peste.
Anche l’epidemia della peste manzoniana si era spenta, senza antibiotici, senza disinfettanti scientificamente testati, senza medici concordi e nonostante che il protofisico (equivalente all’assessore alla sanità) Lodovico Settala avesse incolpato della peste l’unzione e miasmi che se ne sprigionavano.
Certo il danno era stato maggiore e la popolazione europea ne era uscita drasticamente ridimensionata.
Ma la reazione del popolo è stata la stessa.
Non c’è stata la processione organizzata da Federigo Borromeo per implorare la clemenza divina, ma c’è stata la processione al Pronto Soccorso nei primi giorni dell’epidemia.
Alla fin fine il risultato è stato lo stesso.
L’irrazionalità e il panico sono stati gli stessi.
A distanza di quattro secoli due sole cose sono state ben differenti:
Per prima cosa non c’erano giornalisti nel ‘600; non c’erano giornali e in compenso l’analfabetismo non era di ritorno ma ben radicato: non hanno potuto fare danni.
Last but not least medici e infermieri del nostro tempo sono stati sempre in prima linea, razionalmente e in modo eroico, anche quando il panico sarebbe stata una legittima valvola di scarico.
Una realtà di sempre sono i complottisti, i sovranisti, quelli che vedono poteri occulti dovunque non riescono ad arrivare.
E quando ci arrivano fanno la figura dei cretini…. o dei Salvini.

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