05 marzo 2020

Tanto era tutto gratis


Da anni si andava predicando che il Pronto Soccorso avesse perso la sua naturale vocazione.
Da struttura naturalmente dedicata all’urgenza ed emergenza era diventato un inciucio fra un porto di mare e una corte dei miracoli.
Ogni sorta di disperati, di immigrati, di sfortunati ed ignoranti aveva iniziato a mischiarsi con chi l’emergenza e l’urgenza l’aveva incontrata sulla sua strada.
Tanto era tutto gratis.
Feriti, contusi, infartuati e ogni sorta di vittima di accidenti acuti si incrociava con chi non voleva fare la coda dal medico di famiglia, non accettava gli appuntamenti con il pediatra di famiglia, non conosceva la guardia turistica e ignorava bellamente ogni norma di buon senso e senso comune.
Tanto era tutto gratis.
A noi pediatri arrivavano di notte orticate, punture di insetti, tosse e prurito anale.
Al più blando richiamo alla calma arrivava l’accusa di malasanità, di arroganza, di essere una casta di fannulloni con il camice bianco.
Ricordo un nonno bergamasco che entrava in tutte le camere di degenza della pediatria alle due di notte alla ricerca del nipote punto da un insetto che era andato a fare la pipì dopo essere stato visitato accuratamente.
Tanto era tutto gratis.
Al mio richiamo alla buona educazione era dato in escandescenze affermando che aveva ogni diritto dal momento che pagava le tasse per mantenere me e tutti i “miei” infermieri.
Io, i miei collaboratori e le “mie” infermiere siamo i peggio pagati della nostra categoria in tutta Europa, isole comprese.
Poi… è arrivato il coronavirus.
Nei primi giorni del contagio, pur sapendo quanto fosse successo in Cina, tutti si sono precipitati in ogni Pronto Soccorso.
Tanto era tutto gratis.
Ora stiamo a piangere qualche centinaio di morti, che aumenteranno nei prossimi giorni.
Ora le sale d'aspetto dei Pronto Soccorso sono quasi vuote.
Io sono un medico della fascia d’età a rischio, uno di quelli che quando avrà a che fare con il coronavirus passerà dei brutti quarti d’ora.
Non ho mai avuto paura, o forse adesso un po’ sì; è la prima volta dopo 42 anni.
Però lo dicevo da anni che ci si sarebbe dovuti ricredere, che non siamo una casta di mantenuti abbonati alla malasanità.

2 commenti:

Carla ha detto...

...grazie

Unknown ha detto...

Nessun rispetto e ora si accorgono di noi... Forse un po' tardi...