22 gennaio 2011

Ritorno a casa

Con la moderazione dell’ultima sessione si conclude il mio convegno nazionale della SIMEUP a Grosseto.
Cosa porto a casa – come è invalso l’uso di dire nei convegni  d’oltreoceano?
Per me non va così male; molte nuove conoscenze e almeno due nuove amicizie; tante idee e la rassicurazione, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che i bastoni fra le ruote te li mette chi ti sta di fianco, non chi ti sta di fronte.
Comunque di lavoro da fare ce ne sarà molto e impegnativo; non ci sarà da annoiarsi.
Sul fronte del tempo libero mi sto convincendo ogni giorno di più della comodità degli e-book. Certo il libro tradizionale con le pagine nuove di stampa, profumate e fruscianti, ha un suo fascino duro a moprire.
Però la comodità di portarsi un’intera biblioteca in un sottile apparecchio che pesa cento grammi ed è più sottile di un centimetro  è altrettanto impagabile.
E ora sono qui su un comodo e pulito Eurostar che scivola nella campagna laziale verso Roma; l’altra faccia della medaglia dei treni luridi dell’andata è il prezzo, pari a un viaggio aereo da Milano a Bari andata e ritorno…
Le mie compagne di viaggio sono due giovani e graziose Rom con una bambina vivacissima ma almeno silenziosa, al contrario di mamma e zia, che parlano senza sosta nella loro lingua da almeno un’ora.
Anche sull’Eurostar la ferrovie non si smentiscono e sanno offrire solo un cesso lurido al posto di un dignitoso wc.
A Roma mi aspetta l’Airbus dell’Alitalia, dove a fare la pipì non si rischia il vomito e si spende di meno.
Qualche giorno di pausa, cioè di lavoro, poi si riparte per Bari.

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